SESSIONE ORDINARIA 2003

(Prima parte)

ATTI

della sesta seduta

Giovedì 30 gennaio 2003 - ore 10

ADDENDUM I

DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI


            GUBERT. (Con riferimento al documento n. 9690). Signor Presidente, gli Stati Uniti d’America, stando ai documenti ufficiali della sua Amministrazione circa la sicurezza, hanno definito come fine principale del loro comportamento sulla scena mondiale il perseguimento dei loro interessi nazionali. Tra essi vi è l’accesso alle fonti energetiche.

            Per assicurarsi il raggiungimento dei loro interessi nazionali hanno ufficialmente teorizzato come essi debbano garantirsi la preminenza militare nel mondo, evitando che possa sorgere in alcuna parte del mondo una potenza militare che possa entrare con essi in concorrenza.

            Essi hanno altresì teorizzato la “guerra preventiva” per rimuovere possibili future minacce e hanno rivendicato il potere di deciderla secondo le proprie valutazioni. Essi considerano l’ONU come uno dei luoghi di utile coinvolgimento di altri Stati nei loro progetti, così come la NATO, ma non certo come “il luogo” di assunzione di decisioni legittime per risolvere le questioni internazionali.

            E’ in questo contesto che gli Stati Uniti collocano la loro azione contro il Governo dell’Iraq, fino ad alcuni mesi fa presente nella cronaca internazionale non per le minacce, per i pericoli che tale Stato costituiva per altri Stati, ma per le difficoltà di vita sperimentate dalla popolazione irachena a seguito dell’”embargo” cui è sottoposta da tempo.

            Nessuno ha lamentato minacce di aggressione da parte dell’Iraq dopo la lezione subita nel 1991 per la sua aggressione al Kuwait. Gli Stati Uniti asseriscono che l’Iraq possiede armi di distruzione di massa, ma gli ispettori ONU non le trovano e gli Stati Uniti non dicono loro dove dovrebbero trovarsi. Essi hanno altri atteggiamenti verso altri Stati che le possiedono. L’antrace negli USA era di provenienza interna agli USA. Gli USA minacciano di impiegare in Iraq armi nucleari.

            Ci si può chiedere se vi sia un uso appropriato della forza, un uso della forza proporzionato alla minaccia. Ci si può chiedere se sia giustificabile condurre una guerra, con l’uccisione di molti esseri umani, per la piena osservanza di una risoluzione ONU, quando tale eventuale non osservanza avrebbe conseguenze negative assai minori. Non esiste alcun pericolo immediato e grave di aggressione da parte dell’Iraq.

            Un membro autorevole di questa Assemblea, ieri, con riferimento alla Cecenia, richiamava le parole di Cristo: “Beati i costruttori di pace”. Noi vogliamo essere “costruttori di pace”! Conta di più che dare, in questa particolare occasione, un dispiacere ad un grande alleato, pur con i doveri di riconoscenza che sono ad esso dovuti per gli aiuti che ha dato all’Europa.