SESSIONE ORDINARIA 2004

(Prima parte)

ATTI

della prima seduta

Lunedí 26 gennaio 2004 - ore 15

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


Rigoni

Grazie Presidente

Per prima cosa voglio esprimerLe le più vive congratulazioni mie personali e dell’intera delegazione italiana per la Sua rielezione.

In secondo luogo, la mia diretta esperienza di osservatore in occasione delle elezioni parlamentari russe del dicembre 2003 mi spinge ad alcune considerazioni.

Ritengo apprezzabile l’ottimo lavoro svolto da Atkinson, mosso dal sincero desiderio di assicurare una rapida e sicura integrazione della Federazione Russa nei parametri tipici delle liberaldemocrazie occidentali per quanto riguarda i procedimenti elettorali. Penso tuttavia che il suo giudizio finale, secondo il quale le elezioni della Duma sono state “free but certainly not fair” debba forse considerarsi eccessivamente severo. Ci sono sicuramente progressi da fare su ciascuno dei punti evidenziati nella relazione: copertura dei media, propaganda elettorale, pars condicio dei candidati. Vorrei però che non sfuggissero a nessuno di noi i contorni esatti della vicenda: le elezioni russe nel dicembre 2003 hanno corrisposto ai requisiti di fondo che noi tutti siamo abituati a richiedere a consultazioni democratiche. Si è trattato in sostanza di elezioni vere nelle quali il risultato non è stato deciso a tavolino dai detentori del potere politico e imposto con la forza o con la frode agli elettori e alla comunità internazionale.

Ci troviamo di fronte a un risultato che, collocato nella prospettiva delle vicende storiche del ventesimo secolo, resta per me rilevante se non addirittura eccezionale. In un paese che fino a meno di venti anni fa rappresentava l’antitesi delle liberaldemocrazie, è incorso un processo di evoluzione politica che ha consentito per la quarta volta l’investitura di un vero parlamento rappresentativo della società e che garantisce la stabilità del paese. In occasioni come queste elezioni, tale processo è proseguito e credo che porterà ulteriori progressi per il futuro. La buona volontà delle istituzioni statali russe è stata del resto recentemente dimostrata dalle pronunce della Corte Costituzionale della Federazione che ha imposto delle modifiche alla disciplina dei media.

Nella valutazione della vicenda elettorale al nostro esame, l’affermazione di principio che dobbiamo utilizzare a mio parere dovrebbe essere il compiacimento per la celebrazione di elezioni libere e democratiche in un paese così importante per l’Europa e sempre più integrato ai valori e ai principi della cultura giuridica e politica europea. A questa affermazione di principio dovrebbe accompagnarsi il fermo auspicio che alcuni problemi riscontrati, in particolare nella fase preparatoria delle elezioni, vengano ben presto superati.

Osservo anche che una valutazione sostanzialmente positiva può avere un’importante funzione anche da un altro punto di vista: solo negli ultimi mesi e non senza difficoltà, lo Stato russo si sta liberando dalle braccia soffocanti di gruppi di potere economico che avevano avvinto le istituzioni pubbliche in una specie di mortale abbraccio che rischiavano di minarne la transizione democratica. I processi di dismissione dell’enorme patrimonio pubblico del paese si sono trasformati in un’occasione non solo di arricchimento personale ma anche di costituzione di poteri paralleli a quello legittimo.

A tale deriva oligarchica non c’è, a mio parere, antidoto più efficace dello svolgimento di libere elezioni democratiche. Per questa ragione dobbiamo far sentire oggi il nostro appoggio al processo di cambiamento e di modernizzazione della società russa. Per questo, signor Presidente, Amici e Colleghi, dobbiamo considerare le elezioni della Duma 2003, pur con alcuni limiti e zone d’ombra, un sostanziale passo in avanti, nella direzione di una condivisione di un comune futuro europeo. Grazie.

Presidente

Adesso per l’ Italia, vorrei invitare il signor Andrea Manzella

MANZELLA

Signor Presidente, cari Colleghi.

Molti oratori che mi hanno preceduto hanno sottolineato il ruolo centrale di Strasburgo ma io credo che la vera centralità di Strasburgo sia una centralità giuridica, cioè il punto in cui le due forme istituzionali in cui si realizza l’Europa si congiungono: la grande Europa, quella che va dall’Atlantico a Vladivostok, e la piccola Europa, l’Unione Europea che sarà sempre piccola anche se si allargherà a ventisette, ventotto o trenta Stati. Quindi, il punto è questo e io difenderei e sottolineerei nel rapporto questo: la centralità istituzionale di Strasburgo, il cuore concentrico di queste due forme istituzionali in cui l’Europa si realizza.

La seconda osservazione che vorrei fare al rapporto è questa: c’è certo, una centralità che, oltre a quella istituzionale, è una centralità geopolitica. Ma proprio perché Strasburgo deve essere la capitale dell’Europa, ecco che nei collegamenti ferroviari non si deve solo privilegiare l’asse ovest-est, si deve privilegiare - ho visto qualche nota del relatore ma vorrei che fosse sottolineato  - anche l’asse nord-sud, e allora non parlare solo della linea “Magistrale” ma parlare anche del “Couloir n° 5” che va da Lione verso la stessa meta dell’Europa dell’Est.

La terza osservazione riguarda i collegamenti aerei. Forse le linee Low cost hanno superato il loro momento magico. Forse proprio per questo è opportuno che attraverso dei contatti adeguati si affidi ad esse quasi un servizio di interesse generale europeo, quello di fare sì che nei momenti in cui ci sono sessioni parlamentari del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa, queste compagnie in qualche modo realizzino attraverso delle funzioni creative che possiamo stimolare, dei servizi adeguati alle istituzioni europee.

La quarta e ultima osservazione riguarda questo impianto di una scuola europea a Strasburgo. Non ho capito bene: qui non si tratta di creare soltanto una scuola internazionale per i figli dei funzionari o dei diplomatici. Non si tratta solo di sottolineare che l’ENA ha costituito un dipartimento europeo. Il punto è un altro: il punto è di costituire a Strasburgo il centro della “fonction publique européenne”, della funzione pubblica europea, il centro di quel servizio diplomatico esterno che il progetto di costituzione europea vede di fronte a sé nell’avvenire. Credo che questo debba essere sottolineato con assoluta chiarezza. Il resto sono delle cose accessorie e, probabilmente rispetto allo scopo principale, il fatto che lo Stato francese stia per realizzare il trasferimento integrale dell’ENA a Strasburgo, può costituire un valido modello perché si realizzi questa vera unità di funzione pubblica sia amministrativa che diplomatica in Europa e a Strasburgo. Grazie.

PRESIDENTE

Tante grazie signor Manzella.