SESSIONE ORDINARIA 2004

(Prima parte)

ATTI

della terza seduta

Martedí 27 gennaio 2004 - ore 15

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


PRESIDENTE

La parola va al signor Manzella, prego.

MANZELLA

Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi consentano quello che sarà l’ unico riferimento di questo breve intervento alla situazione del mio paese l’ Italia.

Il 23 luglio del 2002, il Presidente della Repubblica concludeva un suo messaggio al Parlamento sulla comunicazione con questa frase<<non c’è democrazia senza pluralismo e imparzialità dell’ informazione>>. Ecco questa è la frase che potrebbe essere inserita senza nulla cambiare nel rapporto Mooney, un rapporto di grande qualità culturale, perché in questa frase vi è un legame che non può essere scisso tra il pluralismo dell’ informazione e la cittadinanza politica perché è evidente che i diritti fondamentali di cittadinanza politica sono violati se è violata la parità di comunicazione  nelle campagne elettorali e direi nella quotidiana vita della comunità politica.

C’è certamente un problema di formula, di sistemazione istituzionale per il servizio pubblico televisivo dato il carattere proteico in continua trasformazione dei mezzi televisivi e della comunicazione. Credo che questa formula istituzionale non può essere regolata con continuità e con possibilità di cambiamenti se non con una organizzazione del servizio pubblico fatta attraverso autorità indipendenti, inserite magari in un circuito europeo, come avviene per il sistema delle banche centrali che fanno capo alla Banca Centrale Europea, ma che deve obbedire a tre condizioni fondamentali. La prima è la costituzione, cioè che le carte fondamentali di ciascun paese contengano un riferimento a queste autorità indipendenti sulla comunicazione televisiva. La seconda, l’ indipendenza della nomina, cioè che la nomina non sia appannaggio né del Governo né della maggioranza parlamentare ma di un sistema più largo che garantisca la pluralità e per ultima, un sistema che garantisca l’effettività dei provvedimenti, che siano realmente applicate le decisioni che prendono queste autorità e le eventuali sanzioni.

 Direi che il servizio pubblico è diventato più centrale in questo equilibrio democratico man mano che si diffonde la proprietà privata dei mezzi di comunicazione, quella terribile proprietà di cui ci parlava la rappresentante islandese e quindi in un momento di globalizzazione dei media è necessario che il servizio pubblico nazionale costituisca il pilastro di quel diritto fondamentale alla verità dell’ informazione che solo il pluralismo può garantire, un diritto che rientra nei compiti specifici di questo Consiglio.

Vorrei sottolineare una ulteriore funzione del servizio pubblico radiotelevisivo cioè non solo deve difendere il pluralismo ma si deve far carico di un’ altra funzione, quella di equilibrio all’ interno del sistema più vasto di quello dei media, non per nulla la Carta dei diritti fondamentali approvata a Nizza parla di pluralismo non solo dei media ma anche nei media, il servizio pubblico deve quindi preoccuparsi che le televisione non uccida la carta stampata. Grazie.

PROVERA

Sono contrario perché questo emendamento vuole cambiare sottilmente la situazione geopolitica nel Nagorno Karabak.Ma soprattutto sono contrario perché vuole cambiare la frase riportata sul rapporto che per altro è contenuta più volte in altri rapporti delle Nazioni Unite e anche del Consiglio d’ Europa, mi riferisco al rapporto 9545 del 2002,al rapporto 9736 del 2003 e al rapporto sulla situazione dei rifugiati dell’ Azerbaigian, dell’ Armenia ecc del 2002. Quindi sarebbe in chiara contraddizione con documenti già approvati dal Consiglio d’ Europa e ricordo che anche questa mattina un emendamento presentato oralmente avente lo stesso senso non è stato accettato dalla Presidenza,quindi raccomando il voto contrario su questo emendamento.