SESSIONE ORDINARIA 2004

(Quarta parte)

ATTI

della ventisettesima seduta

Martedì 5 ottobre 2004-ore 15

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


GUBERT

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il documento che abbiamo all’esame intende contribuire alla salute sessuale e riproduttiva, di fronte a problemi antichi e nuovi che la mettono in pericolo. Se positivo  è l’obiettivo, sorprendentemente carente sono le soluzioni proposte.

Vi è una sorta di censura che impedisce di dire quanto andrebbe detto e si direbbe in altri campi nei quali alcuni comportamenti espongono a rischio della salute. Se una persona, nella circolazione stradale, adotta comportamenti che mettono a rischio l’incolumità sua e di altri, prima di tutto si cercano modi di scoraggiare l’adozione di tali comportamenti e solo in via accessoria e subordinata s’indicano modi per minimizzare il danno qualora i comportamenti siano stati adottati, come ad esempio l’uso di cinture di sicurezza o di air-bags.

Il rapporto fa eco a correnti di pensiero che non riescono più a dire nulla sulla desiderabilità sociale di comportamenti sessuali e riproduttivi. Le nostre Costituzioni affermano la tutela della famiglia, i codici civili collegano il matrimonio all’obbligo della fedeltà dei coniugi, ma per molti si tratta di parole vuote. Non esistono, per il rapporto, responsabilità sociali nel modo nel quale la sessualità è esercitata, esiste solo la responsabilità degli stati di minimizzare i danni alla salute individuale che comportamenti irresponsabili possono causare. Nulla si dice, nel rapporto, sulle conseguenze sociali negative che derivano da una sessualità esercitata con pater occasionali. Se questa indebolisce la solidità della famiglia, luogo fondamentale nel quale le nuove generazioni crescono, sperimentando relazioni sicure e d’amore, non conta. Ciascuno faccia ciò che vuole, basta che non contragga malattie o non concepisca figli non desiderati.

Ancora, nulla si dice sulle conseguenze sociali negative della diffusione di comportamenti omosessuali. Come ogni fenomeno sociale, anche il tasso d’omosessualità ha cause sociali, che andrebbero rimosse in modo da aiutare le persone con tendenze omosessuali a superarle e a controllarle. Invece, nel rapporto, si evita accuratamente di dire che una sessualità ordinata, non deviante, si sviluppa fra uomo e donna. Si parla d’individui e coppie. Non si riconosce neppure che la stessa configurazione degli organi del corpo umano sono pre-ordinati al rapporto etero-sessuale e che proprio i rapporti omosessuali, particolarmente tra maschi, sono pericolosi per la salute, per cui vanno evitati. Rimane importante solo poter esprimere i propri istinti o le proprie elaborazioni che li giustificano.

Manca in gran parte del pensiero, del quale il documento si fa eco la capacità di dire che una società risulta più sana se le famiglie sono stabili e che esse sono stabili se fino all’adolescenza uomini e donne sono educati a controllare le proprie pulsioni sessuali in modo da giungere vergini al matrimonio e in modo da mantenersi fedeli al coniuge poi. E’ sconosciuta la nozione d’apertura del rapporto sessuale alla procreazione; questa deve essere esplicitamente voluta. Un figlio si deve volere, come si vuole un oggetto, non può essere accettato quale frutto di un rapporto profondo e continuo fra marito e moglie. E se un figlio non è previsto, non s’invita ad accettarlo, ma si devono dare i mezzi per eliminarlo, il più presto possibile, con la pillola del giorno dopo o con l’aborto assistito. Non è questa la civiltà nella quale mi riconosco; e quanto sento appropriato al riguardo il giudizio severo di civiltà non europee di fronte al radicale individualismo edonista espresso da documenti come questo. Quando si è incapaci di riconoscere ciò che è bene per la società e per l’uomo in ambiti cruciali quali la sessualità e la famiglia la decadenza della civiltà è avanzata.

PAOLETTI TANGHERONI

Presidente, onorevoli colleghi, l’argomento che trattiamo è di grandissima importanza.

Così com’è formulato esso riguarda tutta la società ed il senso che in essa si vuol dare alla prima cellula costitutiva della società cioè la famiglia. Per questo l’espressione contenuta nel titolo” promozione della salute e dei diritti sessuali riproduttivi” rischia di confondere le cose e pone sullo stesso piano argomenti che sullo stesso piano non sono. E’ vero, come si dice nel  riassunto introduttivo, che esiste una grande disparità tra i vari Stati per quel che riguarda la situazione della salute sessuale riproduttiva. Disparità specificatamente evocata al paragrafo 9 della proposta di risoluzione, dove s’indica con un,a mio avviso inaccettabile giudizio di valore, che esistono ancora Stati, evidentemente oscurantisti e evidentemente non ancora approdati alla civiltà, nei quali non si è ancora legalizzato l’aborto.

L’aborto è dunque considerato pericolosamente un metodo contraccettivo. Dico pericolosamente perché, come si afferma nella relazione, i paesi nei quali il tasso d’aborto è più elevato sono la Svezia, la Danimarca e l’Inghilterra. Proprio quelli nei quali da più tempo esiste una legge che legalizza il ricorso alla pratica abortiva con minori restrizioni. Sempre in paesi forniti da un moderno e avanzato sistema di educazione sessuale come l’America e l’Inghilterra si registra un maggior tasso di gravidanze precoci, come si può vedere dal grafico incluso nella relazione. I fatti, e sono fatti riportati dalla relazione stessa, dimostrano che l’educazione, l’informazione, la liberalizzazione dei metodi anticoncezionali e dell’aborto non riducono il ricorso alla pratica abortiva né le gravidanze precoci. Il collega onorevole Gubert ha spiegato il nesso tra i rapporti occasionali e la diffusione dell’AIDS per cui non vi ritorno sopra. Permettetemi solo di dire che l’ilarità che la posizione di Gubert ha provocato è poco edificante per questa Assemblea.

Dunque si tratta di rivedere i contenuti di questi sistemi formativi e informativi e di avere il coraggio di riorientare le strategie relative alla promozione dei diritti sessuali e procreativi. Credo Presidente, Colleghi, che il Consiglio d’Europa deve prendere atto del fallimento delle politiche orientate alla facilitazione dell’accesso ai metodi antifecondativi e all’aborto.

I giovani da questa situazione come si vede dai dati apprendono la lezione del tutto facile e del tutto subito ma è una lezione che pagano ad un prezzo altissimo in termini di traumi e di solitudine. Non fosse altro che come una delle opzioni possibili dobbiamo prevedere di proporre anche altro e la relazione non prende in considerazione questa opzione. La sessualità può essere, almeno proposta come elemento fondamentale per relazioni durevoli e l’astinenza, può essere proposta come pratica da seguire finché quel tipo di relazione non sia stato individuato. Per questi motivi credo che il rapporto da cui scaturisce la relazione sia basato su un punto di vista unilaterale che esclude qualsiasi altra opzione alternativa ad una sessualità libertaria e ad un approccio contraccettivo che include e a tratti privilegia l’aborto.

GABURRO

Presidente, colleghi, il documento in esame presenta aspetti condivisibili e aspetti che non mi sento di condividere e che a mio avviso meritano un ulteriore approfondimento del rapporto. Il rapporto parte da una serie d’affermazioni sulle cause e gli effetti dei problemi collegato al numero elevato di concepimenti e di gravidanze da parte di giovani europei e l’alto tasso di aborto tra gli adulti come cause di problemi negativi per la salute delle donne.

A mio avviso i fatti reali sono diversi rispetto alle affermazioni del rapporto. Prima domanda sul rapporto, quali politiche portano al più basso saggio d’aborti? Il rapporto afferma nel paragrafo d che tutti gli studi dimostrano che gli aborti sono minori nei paesi che hanno e qui cito “ una legislazione molto liberale sull’interruzione della gravidanza “e “un’efficiente educazione sessuale, servizi di pianificazione familiare d’alta qualità e una vasta gamma di contraccettivi”. Com’è stato ricordato i tre paesi dell’Unione Europea con più alti saggi d’aborto sono la Svezia, la Danimarca e il Regno Unito. Nel Regno Unito un terzo di tutte le gravidanze concepite al di fuori del matrimonio sono concluse con un aborto mentre questo saggio è inferiore del 9% per le gravidanze concepite all’interno del matrimonio dove si raggiunge un tasso del 22%. I tre paesi sopraccitati hanno leggi sull’aborto molto liberali, ampia disponibilità di contraccettivi e servizi per la salute sessuale e riproduttiva integrati nel servizio sanitario. Per altri paesi non è così, anche considerando le seimila e cinquecento donne all’anno che in media si recano nel Regno Unito per abortire, il saggio degli aborti nella Repubblica d’Irlanda che ha la legge sull’aborto più restrittiva d’Europa e limitazioni sulla possibilità contraccettiva è meno di due terzi di quella del Regno Unito. Il saggio di aborto più basso registrato nei paesi della Unione Europea si ha in Grecia, paese criticato dall’Istituto per la pianificazione familiare perché non ha politiche per la salute riproduttiva integrate nel sistema sanitario generale. Non dimentichiamo, tra l’altro, che la Grecia presenta solo un 4% di nascite fuori dal matrimonio.

Seconda domanda sul rapporto: quali politiche provocano una riduzione dei concepimenti e delle gravidanze nei teenagers? Al paragrafo g si teorizza che una educazione sessuale di alta qualità e cito” servizi sanitari sessuali e riproduttivi specifici per l’adolescente riducono il saggio di gravidanze tra gli adolescenti”. I tre paesi di cui sopra si trovano ai primi tre posti nella tabella delle gravidanze relativa alle ragazze di età compresa tra i quindici e diciannove anni. E così possiamo continuare nei documenti di vari organizzazioni non governative impegnate su questi argomenti. Siamo convinti che solo il rispetto profondo dell’ordine ch’è inscritto nella natura già solo biologica e quindi psicologica dell’uomo può comportare un reale aiuto ad una società del benessere che ha trasformato tutto in merce di scambio, la persona e il sesso quasi come fosse un vestito da indossare e cambiare a seconda della moda. Un ordine che vede una sana educazione all’amore e alla fedeltà fonte di gioia individuale e sociale. Rinnovo la convinzione che molti altri importanti argomenti del rapporto meritano un maggiore approfondimento.

GUBERT

Presidente, l’emendamento vorrebbe richiamare l’attenzione sul fatto che questi invocati contraccettivi non sono sani per una relazione sessuale piena e soddisfacente. Coprire il membro maschile durante il corso del rapporto con un fodero non è auspicabile e neppure usare la pillola per simulare una gravidanza che non esiste è bene per l’espressività e la sensibilità della donna. Dire che ci sono dei metodi naturali e che i contraccettivi alterano la pienezza del rapporto potrebbe essere utile.

PAOLETTI TANGHERONI

Eliminerei la frase” grossesse non désirées” perché non mi pare possano essere annoverate tra le malattie sessualmente trasmissibili, o si ritrascrive il secondo paragrafo o si da adito ad incomprensioni. Il discorso è formale e non di contenuto.

GUBERT

Presidente, il testo si preoccupa di dire che si devono usare dei metodi di controllo della fecondità per evitare conseguenze negative o pericolose, tuttavia si riferisce soltanto alla madre ma non si riferisce allo essere umano che viene concepito. Credo che sia utile aggiungere che questi metodi di controllo della fecondità debbano evitare danni alla madre e all’essere concepito.

GUBERT

Presidente, forse l’onorevole  Vermot-Mangold si riferiva a quest’emendamento e non al precedente che invece si riferiva alla vita del concepito. In quest’emendamento esprimo ciò che a me piacerebbe vi fosse nella nostra cultura: il riconoscimento esplicito che una vita sociale ordinata richiede il matrimonio come fondamento, perché è con una relazione stabile tra due persone che i figli possono crescere in maniera adeguata. I rapporti extramatrimoniali costituiscono un pericolo per la stabilità della famiglia, non credo di dire qualcosa di strano.

PAOLETTI TANGHERONI

Non penso si possano tollerare giudizi su colleghi che hanno parlato prima. La pregherei Presidente di richiamare i colleghi che si permettono di dare giudizi, qui nessuno è troppo anziano, si tratta solo di avere opinioni diverse. Non c’è il migliore o il peggiore, si tratta di persone che si confrontano seriamente su opinioni diverse. La pregherei Presidente di garantirci da questo punto di vista. In quest’emendamento si tratta di salvare una correttezza sia formale che sostanziale. La risoluzione cita in questo paragrafo due conferenze internazionali nelle quali non si è discusso di diritti umani ma di certi diritti, allora se si citano si fa nella loro esattezza per non tradire il documento concepito al Cairo. Grazie.

PAOLETTI TANGHERONI

Si cita l’impegno di centosettantanove paesi ma per correttezza occorrerebbe specificare che ben ventidue paesi al Cairo hanno adottato il documento formulando una riserva proprio una riserva sui diritti riproduttivi.

GUBERT

Presidente, l’emendamento si riferisce alla frase che dice che nei paesi dell’est sono insufficientemente utilizzati i contraccettivi, credo che fra i vari metodi di controllo debbono essere incoraggiati anche quelli naturali e non soltanto l’uso del contraccettivo.

GUBERT

Presidente, l’emendamento propone di sostituire un testo che incredibilmente incita all’aborto, soprattutto negli stato dove esso è vietato e dove le donne ricorrono ad aborti clandestini. Non c’è l’opportunità di dire che le donne possono accettare un figlio anche se non era previsto o se ci sono delle difficoltà. Non si dice che lo stato dovrebbe aiutare le donne a mantenere in vita questo figlio, si dà per scontato che lo possano uccidere. In questi stati sarebbe invece più utile l’informazione sui metodi di controllo delle nascite.

PAOLETTI TANGHERONI

Presidente, qui si vede bene qual’ è la posizione del rapporto, è un sostegno alle strategie che privilegiano l’aborto come metodo anticoncezionale. Perché si dà un preciso giudizio di valore su quei paesi che non hanno ancora legalizzato l’aborto. Penso che il Consiglio d’Europa non ha il diritto di entrare nelle politiche e nelle strategie di controllo delle nascite che ciascun paese membro liberamente sceglie. Per questo propongo l’abolizione di quella frase.

GUBERT

Presidente, l’emendamento richiama uno degli elementi poveri  di questo rapporto che non si preoccupa dei comportamenti rischiosi ma si preoccupa di mettere il salvagente. Credo che sarebbe giusto invitare ad evitare comportamenti rischiosi e non favorevoli ad una vita sociale ordinata. Indicare il crescere dei tassi d’omosessualità e il crescere della diffusione dei rapporti occasionali mercenari e non è giusto.

PAOLETTI TANGHERONI

Presidente, poiché nella stesura del documento è stata spesso invocata la Conferenza internazionale di Pechino, credo che valga la pena andare fino in fondo e accogliere quello ch’essa dice in merito ai diritti-doveri dei genitori di essere implicati nel consigliare e informare in modo adeguato il minore che d’altra parte ha diritto ad essere tutelato. Credo che il coinvolgimento dei genitori merita d’essere citato.

GUBERT

Si sollecita ad avere una maggiore apertura nei confronti dei vari metodi di controllo dei concepimenti. Qui si parla sempre di contraccettivi, la contraccezione è qualcosa che va contro il concepimento invece il metodo naturale seleziona quei periodi di naturale infertilità della donna sono due cose diverse. Perché non usare un termine più comprensivo che non esclude il contraccettivo ma comprende anche i metodi naturali che gran parte della popolazione può desiderare di usare.

GUBERT

Presidente, qui s’invitano gli stati ad adoperarsi per evidenziare il pericolo di una sessualità che si basa su rapporti occasionali, prima una collega s’è opposta ad un emendamento simile che includeva l’omosessualità  e difatti la sua obiezione è stata sull’omosessualità, qui non c’è più questo elemento. Vorrei capire se il Consiglio d’Europa si preoccupa che i rapporti occasionali si diffondano a discapito della famiglia, indicare che ci vuole un’educazione verso i rapporti più stabili è positivo per la crescita dei nostri figli.

PAOLETTI TANGHERONI

Questo emendamento tende a riprendere quello che si è stabilito sia a Pechino che al Cairo, cioè il ruolo fondamentale dei genitori nell’educazione e nell’informazione dei minori in questo delicatissimo campo.

PAOLETTI TANGHERONI

Si tratta di sottolineare quello che dicevano le due Conferenze, questo è stato lo spirito con cui è stato proposto quest’emendamento.

GUBERT

Presidente, è strano che si accetti una prima parte e si eviti la seconda. Perché si evita la seconda? Essa richiama le responsabilità delle donne che hanno l’occupazione degli anziani e dei figli, c’è un individualismo esasperato che nega perfino la realtà della responsabilità che fa respingere questa parte dell’emendamento e accettare l’altra. La posizione di questo Consiglio che dice sempre no ad ogni cosa ragionevole mi sembra sia uno schiaffo al buon senso.

PAOLETTI TANGHERONI

E’ sempre nello stesso spirito: coinvolgere in modo preciso e indicativo i genitori. Un’indicazione in questo senso non è pleonastica perché non è espressa chiaramente nel rapporto, penso che almeno uno degli emendamenti su questo argomento dovrebbe essere accettato.

MORGANTI

Signor Presidente desidero intervenire perché questo dibattito è particolarmente interessante per la nostra delegazione che tra l’altro ha adempiuto all’impegno di una rappresentanza femminile soltanto nello scorso ottobre. La presenza delle donne nelle istituzioni è una questione fondamentale di democrazia per tutti i paesi e crediamo che garantire il diritto all’elezione sia un problema di mantenimento dei livelli di democrazia raggiunti e della sua crescita.

Rappresento un piccolissimo paese, con un’autonomia secolare eppure può sopportare un’esperienza che rispecchia tutte le difficoltà, i ritardi e il lento cammino di una parità giuridica destinata certamente ad ampliarsi ma sempre con fatica, pazienza ed attesa. Non dico le date di questo percorso perché renderei un cattivo servizio al mio paese che tuttavia, ripeto, conta una storia millenaria di sovranità e di libertà. Vorrei congratularmi con l’onorevole Mooney per la relazione e appoggiarla pienamente. Vorrei anche dire che se gli strumenti individuati possono sembrare una forzatura, come qualcuno ha detto, per una fattiva crescita e una concreta partecipazione paritaria alle istituzioni, credo che essi produrranno una nuova consapevolezza e una nuova determinazione così come l’abolizione del voto familiare, su cui la Commissione s’ è pronunciata proprio questa mattina, costituirà un grossissimo deterrente alla passività e all’indifferenza politica delle donne. Queste scelte sono ampiamente motivate nel rapporto presentato all’Assemblea e sui cui risultati noi concordiamo pienamente, nella certezza che le risoluzioni adottate, e che tutti gli stati sono impegnati ad applicare, contribuiranno ad affermare il diritto e la responsabilità di sentirsi tutti uomini e donne, con pari opportunità e dignità, cittadini di un’Europa di tolleranza, di diritti, di promozione umana, culturale e di solidarietà.

Proprio per il ruolo specifico del Consiglio d’Europa nei confronti delle altre istituzioni europee auspicato anche dal Segretario generale  nel suo intervento di ieri, un ruolo che elimini le rivalità e che promuova le collaborazioni crediamo che una partecipazione di parità costituzionale alla rappresentanza politica sia indice di maturità democratica e che questo possa, in futuro, permettere di analizzare più approfonditamente i meccanismi e i condizionamenti che ostacolano un’attiva partecipazione femminile alla politica, di esaminarne con attenzione i fattori interni ed esterni, questo naturalmente con la speranza che una grande e lunga fatica diventi efficace trasmissione di nuovi valori di pace, di sviluppo, di giustizia ma anche di un nuovo modo di dare sostanza alla politica e alle sue forme d’organizzazione.

Accogliendo le istanze che le organizzazioni femminili attive sul nostro territorio propongono ogni giorno, il nostro Parlamento è impegnato a discutere una nuova legge elettorale proprio nei prossimi mesi che prevede di dare un’attuazione pratica alle risoluzioni del Consiglio d’Europa, Assemblea alla quale non possiamo che accordare il più vivo compiacimento e la più trepida fiducia. Assemblea che oggi si arricchisce di un nuovo membro il Principato di Monaco che noi salutiamo con particolare affetto e simpatia. Grazie.