SESSIONE ORDINARIA 2005

(Prima parte)

ATTI

della quinta seduta

Mercoledì 26 gennaio 2005 - ore 15

ADDENDUM I

DISCORSI  IN ITALIANO NON PRONUNCIATI


GUBERT

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, devo innanzitutto esprimere grande apprezzamento per il rapporto del collega Wodarg. Egli si è assunto un compito difficile ed è riuscito a presentare un rapporto ben documentato, prendendo in considerazione sia gli argomenti a favore dell’introduzione degli OGM, sia quelli che impongono cautela.

La questione di fondo attiene all’etica politica: possiamo, quali persone elette per provvedere a quella parte di bene comune che spetta alla politica; consentire che si intervenga a modificare la natura in modo permanente, irreversibile, senza conoscere i rischi di tale modificazione?

I rischi per attività di laboratorio connesse alla ricerca scientifica possono essere limitati e tollerati in ragione dei possibili progressi, ma i rischi dell’impegno a scopo produttivo, in campo, sono troppo grandi per non adottare tutte le possibili cautele e le possibili garanzie.

Ci sono imprese che hanno grande interesse economico a sfruttare brevetti o loro tecnologie per produrre OGM, ma la politica non può farsi strumento di tale interesse, pena svilire la sua funzione. Esiste, innanzitutto, un limite etico all’intervento umano nel patrimonio genetico d’animali e piante. Già la natura è cambiata, nella sua lunga storia, modificando anche il patrimonio genetico del organismi viventi; ciò che la natura può compiere l’uomo deve studiare ed accelerare. Ma mai la natura consente la creazione di organismi che mescolano animali e piante, né mai la natura clona animali superiori.

Ma nell’epoca nostra, assai relativista dal punto di vista etico, ove le società più avanzate presumono di prescindere da ogni vincolo di natura, il limite etico può anche essere ritenuto oscurantismo. Si prescinda, allora, da ogni limite etico alla manipolazione della natura e si considerino i valori condivisi del benessere materiale.

Molti paesi, compresa l’Italia, vedono nel mantenimento di produzioni animali e vegetali tradizionali, naturali, la possibilità di ricavare spazi per le proprie attività agricole sul mercato mondiale. Vogliamo garantire che tali produzioni tradizionali possano continuare ad esistere, senza rischio di contaminazioni? La libertà deve esistere anche per il produttore tradizionale? Non sono note le conseguenze sull’ecosistema dell’introduzione di nuovi organismi: possiamo con tranquillità superare ogni timore di veder nascere agenti patogeni improvvisi, non controllabili né da nemici naturali, né da prodotti artificiali?

Siamo, a parole, impegnati per lo sviluppo delle popolazioni povere e impoverite. Qualcuno dice che alcuni OGM possono aiutare lo sviluppo. Ma di che sviluppo si tratta? Si tratta della capacità delle popolazioni di soddisfare almeno i loro bisogni di base valorizzando anche la loro iniziativa economica, o si tratta di convertire la loro agricoltura in un ‘attività dipendente da grandi imprese multinazionali, orientata al profitto d’impresa anziché allo sviluppo delle società locali?

Il rapporto di Wodarg, adottato all’unanimità dalla Commissione Ambiente, evidenzia le cautele necessarie a partire dai valori comuni alla cultura europea e patrimonio del Consiglio d’Europa. L’Italia in questi giorni sta approvando un decreto che si ispira ai medesimi principi di trasparenza, libertà, cautela, che ispirano il rapporto Wodarg. Non possiamo farci portavoce di gruppi di interesse, non possiamo rinunciare alla nostra responsabilità politica per favorire gli interessi di pochi. Da cristiano-democratico, aggiungo, che non possiamo rinunciare a valori etici chiari/ il rispetto del Creato e la tutela dei più deboli. Per questo il rapporto Wodarg merita di essere approvato.