SESSIONE ORDINARIA 2005

(Prima parte)

ATTI

della sesta seduta

Giovedì 27 gennaio 2005-ore 15.00

ADDENDUM 1

DISCORSI  IN ITALIANO NON PRONUNCIATI


BUDIN

Onorevoli colleghi, il fenomeno degli spostamenti etnici di massa, collettivi, più o meno forzati, più o meno violenti, più o meno concordati, ma mai frutto di scelte spontanee e di libertà bensì sempre subiti dai diretti interessati, questo fenomeno segna come un filo rosso la storia dell’Europa. La storia del nostro continente che si è dato la propria configurazione organizzata con il modulo dello Stato nazionale su base etnica ha la sua drammatica spiegazione sintetica ad emblematica nei territori etnicamente misti. Questi dovevano venire infatti adeguati al modulo dello Stato etnico nazionale con la loro riduzione alla monoetnicità.  Perciò erano, si spera non lo siano più, dei beni contesi tra Stati vicini, luoghi di scontro anche violento, luoghi usati per attizzare il fuoco di molte guerre e per tenere accesa la brace anche dopo.

Chi vive o ha vissuto in questi territori plurali, mistilingue o multietnici, conosce il significato dell’odio, della diffidenza, del disaccordo e della tensione interetnica molto meglio che non il significato della convivenza interetnica pacifica.  Anzi, sa bene che questa comporta, sul piano politico e culturale, un doveroso e forte impegno permanente.

Impegno permanente, come del resto dimostrato dal fatto che purtroppo la storia europea contrassegnata da spostamenti etnici, dalla riduzione di territori plurali a territori monoetnici, pare non sia ancora terminata. Pur tuttavia siamo chiamati per contro della storia europea attuale e futura, a dimostrare che i territori multietnici sono non normalmente possibili ma anche possibile fonte di stabilità e di cultura sul rispetto reciproco.

Ben vengano perciò queste iniziative, come proposto dalla Raccomandazione, ma c’è una condizione fondamentale: non ci possono essere travisamenti, omissioni o dimenticanze di nessun fatto che ha segnato in maniera dolorosa una memoria collettiva. Non si possono avere perciò reticenze, ad esempio, rispetto a quanto ha subito il popolo armeno, rispetto a quanto ha subito il popolo turco e ancora altri popoli, perché le memorie dolorose non sono necessariamente proporzionali alle dimensioni quantitative delle ingiustizie subite.

Ho fatto solo degli esempi per dire che la Raccomandazione va corretta o completata da questo punto di vista perché queste iniziative sono utili se sono complete, se riflettono tutti i drammi vissuti e se evocano la capacità di assunzione di responsabilità da parte di tutti. Iniziative contenenti omissioni o reticenze potrebbero sortire l’effetto contrario.