SESSIONE ORDINARIA 2005

(Quarta parte)

ATTI

della ventiseiesima seduta

 

Martedì 4 ottobre 2005-ore 10

ADDENDUM II
DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI


GABURRO

Signor Presidente, colleghi, siamo chiamati a discutere un rapporto su un tema cruciale per il futuro dell’Europa. La collega Zapfl-Helbling ha fatto uno sforzo importante, accettando di portare avanti il lavoro svolto dalla signora Manuela Agujar.

A nostro avviso l’analisi e le proposte sono ancora parziali e insufficienti e incapaci di cogliere alcuni dei problemi di fondo della storia e dell’attualità del rappoto tra donne dei paesi europei e religioni.

Il rapporto non può non partire dalla constatazione che il Cristianesimo è un evento storico che ha cambito profondamente e concretamente il modo di pensare e di agire, sia delle persone che delle comunità, in particolare dei paesi europei. Le novità introdotte dal Cristianesimo nella storia degli uomini riguardano: la dignità di ogni essere umano, la sua libertà, la sua uguaglianza.

Se consideriamo il cammino dei popoli nella storia possiamo constatare che tanta strada è stata fatta e che tanta strada resta ancora da compiere, nell’impegno concreto per la riduzione delle ingiustizie, delle disciminazioni, delle violenze. In questo sforzo dell’umanità è giusto che il rapporto non dimentichi il contributo positivo delle religioni.

In questo contesto è doveroso ricordare l’insegnamento e il contributo della Chiesa cattolica e delle altre Chiese cristiane, in particolare dell’ultimo secolo. Al Pontificato di Karol Woytila  si deve il più significativo impluso alla presa di conscienza della questione femminile. L’Anno Internazionale della Donna indetto dalle Nazioni Unite culminato per il 1995, con la IV Conferenza Mondiale di Pechino, sul tema “Azione per l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace” è stato per Giovanni Paolo II un’occasione di straordinaria portata che egli ha saputo cogliere come evento provvidenziale per rendere presente la Chiesa nel cuore dei problemi del mondo femminile.

Sono significativi alcuni passaggi del messaggio. Riporto tra virgolette: “ le donne hanno pieno diritto ad inserirsi in tutti gli ambiti pubblici e il loro diritto va affermato e protetto”. In questo testo il Papa ha riconosciuto esplicitamente la bontà di movimenti femminili che hanno aiutato le donne a “scoprire la propria ricchezza interiore”.

Nel contesto dell’Anno Internazionale della Donna hanno visto la luce altre iniziative di questo Papa, che rivelano la sua particolare estrema sensibilità. Tra queste assume un significato particolare la Lettera alle donne del 29 giugno 1995. L’Europa si trova oggi in una situazione di grave difficoltà. La crescita dell’economia è veramente troppo scarsa. La popolazione non cresce, anzi diminuisce, e questo è ancora più grave e preoccupante. La disoccupazione, in particolare dei giovani e delle donne, da anni presenta dati negativi e preoccupanti.

In nome di un malinteso laicismo, che è una cosa diversa rispetto ad una sana laicità delle istituzioni pubbliche, non si è voluto inserire un riferimento esplicito alle radici cristiane dell’Europa.

Come Assemblea del Consiglio d’Europa possiamo rassegnarci oppure possiamo tentare di esprimere un nostro punto di vosta con un supplemento di coraggio e di passione per la verità, in questa nuova stagione della nostra Istituzione. Un tema forte e decisivo come la promozione dei diritti fondamentali delle donne, tema di fondo, intorno al quale si dovrebbe trovare il consenso sia dei politici sensibili ai valori religiosi sia dei politici che si riconoscono nella migliore cultura laica, aperta al dialogo con la cultura cristiana.