SESSIONE ORDINARIA 2006
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Prima parte

ATTI

della seconda seduta

Martedì 24 gennaio 2006-ore 10

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


MANZELLA

Signor Presidente, credo che il quadro, già delineato dal relatore Marty, sia sufficiente per la nostra azione in questo Consiglio d’Europa. Non abbiamo bisogno d’ulteriore attività investigativa, non abbiamo bisogno di penetrare alcun segreto. Quello che sappiamo è già sufficiente per muoverci in tre direzioni.

Il primo punto è che abbiamo coscienza diffusa di distorsioni e vuoti d’informazione tra i nostri governi, i governi europei e i nostri servizi segreti, i nostri servizi segreti europei. E allora, il primo punto deve consistere a muoverci per chiarire la responsabilità politica, dare un monito ai nostri governi perché la loro responsabilità politica sia fatta valere effettivamente nei confronti di organismi di governo che spesso sono paralleli. Il relatore ha detto che tutta l’Europa è interessata. Non dobbiamo fare processi a questo o a quel paese, il processo riguarda tutti i nostri governi, riguarda tutti i nostri servizi segreti.

Il secondo punto è che dobbiamo muoverci sulla linea del diritto europeo, della sovranazionalità dei diritti fondamentali quali risultano dalla nostra Convenzione di Roma. Per quanto riguarda i rapporti tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, considero che ciò è più un compito del Parlamento Europeo. In questo intravedo una linea di confine tra la nostra azione e l’azione che sta svolgendo la Commissione Parlamentare ad hoc istituita dal Parlamento Europeo.

Il terzo è il punto più importante e riguarda la grande questione: qual è il destino dei diritti fondamentali? Qual è il destino della nostra Convenzione di Roma sotto lo stress della sfida terroristica? Certo, sulle violazioni estreme come la tortura, i processi senza accusa di cui già ci parlò Franz Kafka, abbiamo idee ben chiare. Abbiamo idee meno chiare sulle compressioni minori, sulle intercettazioni, sulla libertà di stampa.

E allora dov’è il confine? Credo che dobbiamo concentrarci soprattutto su quest’azione anche con l’aiuto della Commissione di Venezia. La questione è complessa, ogni giorno ci propone problemi nuovi: oggi in Iran, nella città dove doveva recarsi il presidente legittimo, sono scoppiate bombe di terroristi che hanno fatto molti morti tra la popolazione civile. Ebbene, noi sappiamo che quel presidente iraniano ha proferito minacce inaccettabili verso Israele ma solo per questo dovrebbe essere a favore dei terroristi? C’è quest’alternativa del diavolo che ogni volta si propone.

L’opera del nostro Consiglio è quello di delineare un quadro giuridico realistico che tenga conto delle dure sfide del nostro tempo e contemporaneamente del valore permanente dei diritti fondamentali dell’uomo.

Grazie.