IT07CR03

AS (2007) CR03

 

 

SESSIONE ORDINARIA 2007

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Prima parte

ATTI

della terza seduta

Martedì 23 gennaio 2007-ore 10

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


ROSSI

(DOC. 11138)

Presidente, Colleghi, gentili ospiti, come Gruppo della Sinistra Europea non possiamo non apprezzare l’incisivo sforzo profuso per definire la risoluzione di cui stiamo trattando. Eliminare qualsiasi forma di violenza nei confronti dei bambini è un obiettivo che giace nel profondo del patrimonio valoriale di queste istituzioni e di questo Parlamento.

Assicurare ai nostri figli un futuro privo di ogni forma di violenza è un imperativo trasversale che coinvolge senza distinzione tutte le posizioni politiche e dà un senso compiuto al grande impegno che questa istituzione, a cui diamo vita, ha svolto sul fronte dei diritti umani.

La risoluzione che ci troviamo a discutere e, ci auguriamo, ad approvare, affronta con decisione la volontà di raggiungere questo obiettivo sia sul fronte dell’indicazione dell’attività di carattere giuridico e normativo che sul fronte della creazione di un processo culturale sostenuto con la campagna informativa “Costruiamo un’Europa per e con i bambini”, alla quale anche il mio piccolo Stato ha aderito con entusiasmo.

I punti toccati in questo documento, che vanno dalla creazione di strumenti di risoluzione più agili delle dispute fra genitori appartenenti a Stati diversi, alla necessità di consolidare delle politiche di welfare più forti per proteggere i bambini, credo siano stati sviluppati con il massimo impegno progettuale e con la massima passione politica.

Come Gruppo della Sinistra Europea ci sentiamo pertanto di non poter aggiungere altro a questa approfondita e circostanziata risoluzione. Mi permetto, a titolo personale, solo sottolineare come la prevenzione della violenza sui minori oltre ad avere bisogno di sforzi normativi e di impegni per la creazione di una cultura contro ogni forma di violenza passa anche, necessariamente, attraverso una capillare azione territoriale che metta le istituzioni, in particolare la scuola, in grado di essere riconosciuta dai bambini stessi e dalla società in generale, come un interlocutore e un approdo sicuro per la salvaguardia dei minori, oltre ad essere un competente e attento punto di osservazione.

E’ questo un processo che deve essere continuamente rigenerato e monitorato nel tempo. Infatti, solo istituzioni presenti nel territorio possono essere in grado di percepire e attivare l’azione necessaria per intervenire con l’adeguata e appropriata e delicata modulazione sulle differenti forme di violenza.

Pertanto, la scuole dell’infanzia pubblica gioca un ruolo importantissimo sul territorio, per questo deve essere sostenuta con le adeguate risorse e con il continuo aggiornamento dei propri operatori. E’ con piacere quindi che anche noi della Sinistra Unita Europea diffonderemo nel nostro paese le sette buone ragioni per costruire un’Europa per e con i bambini. Ma soprattutto ci piace credere che quest’Europa sarà resa più forte, più libera e più giusta perché sarà pensata non solo per i bambini e le bambine, ma sarà costruita con il loro contributo.

I bambini e le bambine di questo progetto non sono solo oggetto di attenzione ma sono riconosciuti come soggetti di proposte in quanto detentori di competenza oltre che di diritti. La loro partecipazione alle formulazioni proposte scelte è parte di un percorso formativo ed educativo che affidiamo in particolare alla scuola, fiduciosi che in un'Europa costruita con il contributo dei bambini e delle bambine sarà un’Europa in cui la qualità della vita sarà certamente migliore per tutti.

MANZELLA

(DOC. 11138)

Signor Presidente, la relazione del collega Gardetto è scritta come di consueto con saggezza e cultura politica e giuridica. Tuttavia, qualche osservazione è necessaria farla. La prima osservazione riguarda l’isolamento in cui questa risoluzione sembra navigare e con essa il programma "Costruire un’Europa per e con l’infanzia”.

Sappiamo tutti in quest’Assemblea, e ne siamo orgogliosi, che il Consiglio d’Europa e la Grande Europa è di quarantasei Stati, ma esiste anche la piccola Europa di ventisette Paesi e cinquecento milioni di abitanti, quando costruiamo la nostra politica per l’infanzia, non possiamo né dobbiamo ignorare che vi è anche in atto dal luglio scorso una energica azione dell’Unione Europea per una strategia per i diritti dell’infanzia. Una strategia che è fatta anche di azioni concrete come per esempio il lancio di un unico numero verde, il 116.000, valido in tutta l’Unione per denunciare la scomparsa di bambini, o come il coinvolgimento del settore bancario nella lotta contro l’uso delle carte di credito su Internet per l’acquisto di materiale pedo-pornografico.

Non possiamo ignorare neppure la prossima costruzione di un Forum europeo di diritti dell’infanzia come spazio permanente di lavoro e di riflessione. Insomma, il Consiglio deve fare la sua parte come ci dice questa relazione, ma non siamo soli nell'universo europeo. E’ necessaria una sinergia, un coordinamento, un mainstreaming perché tutti assieme possiamo agire.

La seconda osservazione riguarda la base giuridica della nostra azione. Vedo citata, giustamente, la relazione della fondamentale convenzione delle Nazioni Unite del 20 novembre 1989. Il 20 novembre, per esempio in Italia, è il giorno proclamato per l’infanzia. Vedo citata la nostra Convenzione per i Diritti dell’uomo, e la citazione, anche se un po’ esile all’articolo 5, è importante perché sostenuta dalla giurisprudenza della nostra Corte.

Non vedo invece citato l’articolo 24 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e questa omissione mi pare francamente notevole perché quella norma segna l’ingresso nell’ordinamento giuridico dell’Unione di concetti essenziali come quello della protezione dell’infanzia e non solo della repressione degli abusi, come il concetto dell’interesse superiore dell’infanzia quale criterio permanente delle politiche pubbliche e delle azioni private e il concetto di ascolto dell’infanzia nel rumore del nostro mondo.

Sono concetti che, a prescindere dallo statuto giuridico della Carta di Nizza, sono già entrati come concetti-principi generali dell’ordinamento giuridico europeo e perciò devono essere compresi per evitare quella sensazione di isolamento.

La terza ed ultima osservazione riguarda la protezione dell’infanzia da se stessa. In questo momento, milioni di giovani e giovanissimi sono in condizioni di videodipendenza per spettacoli televisivi, per console e playstation, per giochi ispirati e incitanti alla violenza. Questo crea problemi molto delicati perché da un lato, vi è la necessità di una legislazione internazionale contro la violenza nel Web, dall’altro lato, crea problemi delicati di censura.

Ebbene, di tutto questo dobbiamo tenere conto: sono problemi di dimensione mondiale. La Principessa Carolina poco fa lo diceva parlando di crimini contro l’umanità e quindi è importante sapere che quello noi vogliamo, il patto tra le generazioni e i generi, deve comprendere anche e soprattutto chi non è in grado di stipulare nessun patto. Grazie.