IT09CR23      

AS (2009) CR 23
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2009

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(Terza parte)

ATTI

della ventitreesima seduta

Mercoledì 24 Giugno 2009, ore 15.00

 

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

MARCENARO( Doc. 11941)

Potrei cominciare dicendo: “Eppur si muove”. Il rapporto presentato dall’onorevole Holovaty a nome della Commissione di monitoraggio costituisce di per sé un fatto politico. Per usare un linguaggio copiato dal mondo della finanza e degli affari, possiamo dire che insieme alla Corte, insieme al Commissario per i diritti umani, stiamo discutendo del core business del Consiglio d’Europa.

In giorni come questi nei quali guardiamo con tanta preoccupazione al tempo stesso e con tanta ammirazione alla lotta e alla mobilitazione dei ragazzi e delle ragazze, degli uomini e delle donne di Teheran, noi dobbiamo sapere che la nostra credibilità, la forza della nostra parola, del nostro messaggio dipende dal fatto se quei diritti e quelle libertà che rivendichiamo per gli altri paesi e per gli altri popoli del mondo, siamo in grado di assicurare che siano rispettati e applicati in tutti i quarantasette paesi che aderiscono al Consiglio d’Europa e che all’atto della loro adesione hanno assunto l’impegno di rispettare i diritti umani, a costruire e a difendere la democrazia e a garantire quella divisione dei poteri che è alla base dello stato dei diritti.

Non c’è forse al mondo nemico peggiore dei diritti umani, della cultura e della pratica del double standard, soprattutto quando il double standard è praticato e silenziosamente tollerato in casa propria. Anche per questo è importante che oltre agli undici paesi sottoposti alla procedura di monitoraggio e ai tre paesi impegnati nel dialogo post-monitoring, il rapporto contenga l’allegato con il secondo ciclo del rapporto periodico riguardante un primo gruppo di undici stati che non sono oggetto di una procedura di monitoraggio né impegnati in un dialogo post-monitoraggio, compresi alcuni dei paesi più importanti tra i fondatori del Consiglio d’Europa.

Il rapporto descrive una realtà che conosciamo e nella quale la lotta per i diritti umani, per la democrazia, per lo stato di diritto è ben lontana dall’essere conclusa. Ritornano in evidenza i principali problemi che abbiamo dovuto affrontare in questo ultimo anno: le conseguenze della guerra tra due stati membri, la Georgia e la Russia, con il drammatico problema dei profughi e dei rifugiati, e con l’effetto di rendere più angusti e più difficili gli spazi della democrazia, più autoritari i governi, più dura la repressione del dissenso. Ma neppure hanno trovato ancora una soluzione accettabile i problemi nati in Armenia dopo le elezioni del marzo 2008 e in Moldova, dopo le elezioni dell’aprile 2009.

Il rapporto chiede che in tutti questi paesi e anche nell’Azerbadjan, tutti i prigionieri politici siano rilasciati e che i responsabili delle violenze che hanno provocato vittime innocenti, siano perseguiti e puniti secondo giustizia. L’Assembla deve sottolineare questa richiesta. Mancanza di autonomia del sistema giudiziario, repressione del dissenso, uso eccessivo della forza, impunità, mancanza di libertà e pluralismo dell’informazione, discriminazione delle minoranze, sono questi i grandi temi che si possono leggere in controluce nel rapporto dell’onorevole Holovaty. Ma il quadro parla anche dei risultati ottenuti, dei progressi e dei passi avanti compiuti, che indicano come ci sia bisogno di saldi principi, di serietà e di coerenza, ma anche che si possa avere fiducia che il lavoro, l’impegno di un’istituzione come il Consiglio d’Europa possono dare dei risultati importanti. Grazie.