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AS (2009) CR 35
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2009

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(Quarta parte)

ATTI

della trentacinquesima seduta

Venerdì 02 Ottobre 2009, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

 

FARINA ( Doc. 12011)

Ringrazio per la eccellente relazione e il Partito Popolare Europeo guarda con grande speranza e grande favore ai cambiamenti che ci sono stati in Moldavia in questo ultimo periodo. Anche il nome scelto dalla coalizione che in questo momento si è raggruppata per dare un governo al paese, è interessante perché contiene in sé il nome Europa.

Noi che siamo stati osservatori alle ultime elezione in Moldavia, abbiamo visto come la parola Europa, il nome Europa e anche solo l’evocazione di questo nome, susciti una speranza: la speranza di un cambiamento, di un cammino sia di libertà, sia di prosperità. Restano delle ombre e le ombre, come ha detto il relatore, si riferiscono al passato, a ciò che ha significato l’eredità di un comunismo colonizzatore in queste terre. La presenza al governo, fino a poco tempo fa, del partito comunista, ha avuto dei riflessi molto seri sulla democrazia, cosa che si riflette oltre che nella repressione violenta dell’aprile scorso che è stata denunciata dal Consiglio d’Europa ed è stata ricordata pochi minuti fa, ma anche in una stampa spesso asservita alle logiche di potere dell’oramai ex-Presidente Voronin.

Vorrei però dire questo: non è possibile separare i problemi della forma democratica che deve essere migliorata per consentire una più facile governabilità del paese, con i problemi di sostanza di questa democrazia. Il problema di forma, credo che sarà superato. Giungono notizie dalla Moldavia in questi ultimi giorni che diversi esponenti del partito comunista sembrino intenzionati a raggiungere il Signor Lupu che ha cambiato partito e ha consentito uno spostamento dell’asse politico in questo paese. Almeno queste sono le informazioni che ho, possono essere sbagliate ma di certo, il processo di cambiamento è in atto. Bisogna anche dire che il presidente Voronin è un uomo di fantasia e può essere che accetti una trattativa, stretto specialmente dalla simpatia internazionale, simpatia dell’Europa verso questi cambiamenti democratici del paese. E’ importantissimo mostrare attenzione e simpatia. Credo che questo popolo lo meriti.

Resta una grande questione che non è citata nella risoluzione ma che è decisiva: è quella della Trasnistria. Non è possibile che sia tollerata una situazione non dico dal punto di vista solo giuridico, di questo paese completamente anomalo e completamente fuorilegge, ma proprio dal punto di vista dei diritti umani. Ci sono stati negli ultimi anni arresti senza controllo, esiste una questione gravissima lì, tanto più che questo paese è di fatto base del contrabbando internazionale delle armi. Non sfugge a nessuno che la Moldavia vive spesso al di fuori delle sue possibilità e con prodotti strani, ad esempio c’è una diffusione enorme di banane e la Trasnistria risulta essere il paese maggiore importatore di carne del mondo, proprio perché oltre al contrabbando, questa è una forma di pagamento che certi paesi usano in cambio delle armi. Sembra ridicolo ma è così.

Non dimentico, essendo stato in Trasnistria, che davanti alla sede principale del partito esistono queste incredibili gigantografie: da una parte Che Guevara e dall’altra Putin, a significare questa mescolanza stranissima di dittatura personale e di riferimento costante alla Russia. Adesso, il nuovo Primo Ministro Vlad Filat ha chiesto che si sostituiscano l’esercito russo che è presente e che di fatto controlla la Trasnistria, con osservatori internazionali non militari e c’è una prima risposta positiva da parte del portavoce del Ministro degli esteri russo. Ciò denota una buona volontà e credo che tutto questo dica che la Moldavia si sta avviando a passi non rapidi ma comunque decisi, verso la democrazia e verso un sistema di vita più accettabile e più vicino agli standard dei diritti umani sottoscritti da questo paese aderendo al Consiglio d’Europa. Grazie.

BADEA ( Doc. 12011)

La situazione delle Repubblica moldava è ancora complicata. L’hanno detto anche i nostri colleghi. In questo contesto, porgo i miei complimenti alla commissione che ha scritto la raccomandazione, perché si è subito resa conto, inmodo molto oggettivo, di quello che sta succedendo in Moldavia. Il principale rischio viene rappresentato dalla mancata capacità della Nuova Alleanza di fornire i servizi base, stipendi per gli impiegati pubblici e le pensioni, danso ai comunisti, le opportunità elettorali per usare questa situazione come uno strumento di propaganda.

Nel caso dello stesso scenario, il partito comunista avrà la posssibilità di riprendere il potere nella Repubblica moldava, compromettendo l’idea di democrazia e l’immagine dei partiti occidentali del paese . una situazione simile nel 2001 quando i comunisti hanno vinto le elezioni in Belarus, Ucraina e Giorgia, un risultato che ha avuto un forte impatto negativo per quanto riguarda la sicurezza e la satbilià nella regione.

Un altro rischio è rappresentato dalla scarsa esperienza dell’Alleanza per costruire le riforme, in breve periodo, nel settore della televisione pubblica, della radiodiffusione, della giustizia, dell’ufficio del procuratore, del Ministero degli Interni e del Servizio statale di informazioni. Tutte queste istituzioni che appoggiavano il governo dei comunisti prima delle elezioni del 29 luglio 2009 accetteranno le riforme con grande difficoltà. In questo contesto l’intervento dell’APCE e l’implementazione della Risoluzione 1666 è fondamentale e dovrebbe essere sostenuta a tutti i livelli dalle nuove autorità di Chisinau. Il nuovo Parlamento dovrebbe elaborare e adottare, con celerità, unpiano di azione con misure concrete e scadenze per l’implementazione delle raccomandazioni dell’ Assemblea contenute nella stessa Risoluzione, nonché degli impegni presi in base alla Risoluzione 1572 del 2007 per l’osservanza degli impegni e gli obblighi per la Repubblica moldava.

Desidero, di conseguenza, ricordarvi che l’uno dei più importanti aspetti della Risoluzione 1666 è stato il seguente: “ l’Assemblea chiede che sia avviata un’inchiesta completa e indipendente per verificare tutte le affermazioni di uso della violenza, e quelli colpevoli per aver generato le violenze siano processati. In questo contesto, si chiede una piena collaborazione tra le istituzioni del Consiglio d’Europa, in specila modo del Commissario per i diritti dell’uomo e il Comitato europeo per la prevenzione delle tortura e dei trattamenti inumani o degradanti”. In conclusione, le autirità democratiche di Chisinau richiedono a breve, medio e lungo termine, un forte supporto politico, finanziario e tecnico da parte dei paesi europei.

Il supporto politico è l’incoraggiamento alla nuova élite politica ed assicurare ai cittadini della Repubblica moldava che l’attegiamento dell’occidente verso il nuovo governo è positivo e permette alle autorità di mantenere le promesse per quanto riguarda l’implementazione delle riforme economiche, della lotta contro la corruzione, la promozione della democarzia, dell’indipendenza della giustizia e dei media. Per quanto riguarda il supporto finanziario, dobbiamo ricordare che la Repubblica moldava registra un forte deficit del budget per il 2009 dovuto al ribasso dei redditi. Il vecchio governo ha già disposto l’abbassamento degli stipendi del 20/30% per alcuni impiegati pubblici. Questa tendenza potrà continuare nel fututo se non ci saranno aiuti finanziari dall’estero. Il supporto tecnico è necessario in vari settori e presso diverse istituzioni, cioè il Parlamento, il Governo, i media, i quali devono essere assistiti nell’implementazione delle riforme.

Questi sono passi importanti per il sostegno dell’Assemblea al governo della Repubblica moldava. Nello stesso tempo, l’Assemblea dovrebbe continuare a concedere la sua attenzione alla situazione della Repubblica moldav ed esaminare il progresso registrato dalle autorità moldava.

BADEA (Doc. 12011, emendamento II)

L’ emendamento due ha solo un carattere tecnico. La seconda parte del comma deve essere modificata. Un’inchiesta imparziale e trasparente degli abusi commessi dopo le elezioni del 5 aprile, secondo noi, è assolutamente necessaria per avere una vera riconciliazione. Ricordiamo che in quei giorni sono state arrestate e aggredite in modo non giustificato tante persone. Ricordiamo anche che tre persone sono state uccise in circostanze mai chiarite. Grazie.

BADEA (Doc. 12011, emendamento I)

Il primo emedamento ha un carattere tecnico e la seconda parte del paragrafo andrebbe modificata.

BADEA (Doc. 12011, emendamento XI)

Appoggio l’opinione dell’on. Gross, non possono essere esclusi eventuali emendamenti alla costituzione per evitare blocchi istituzionali così come quelli apparsi negli ultimi mesi. Secondo me il testo del relatore è flessibile dove permette una decisione nel caso di una mancata intesa politica. Ricordo a tutti che nella riunione della Cimmisione di monitoraggio di Parigi dell’otto settembre questa formula è stata accettata sia dau rappresentati dell’opposizione che da quelli del governo Chisinau.

VOLONTE’ ( Doc. 12004)

Ringrazio anch’io il relatore e anche l’Onorevole Mignon che mi ha tolto alcuni pensieri che avrei voluto affermare qui a partire dal mare nostrum della tradizione occidentale oltre che romana.Il mio intervento si concentrerà specificamente sul tema del bacino del mediterraneo, ha detto bene il mio collega Marquet: non basta affermare un diritto all’acqua se non c’è contemporaneamente un dovere per rendere efficace questo diritto. E questi doveri li troviamo in qualche modo accennati per quello che è possibile fare attraverso i lavori importanti della nostra Assemblea e in questa intelligente ed efficace risoluzione.

Bisogna rendere esigibile questo diritto: ci sono doveri da parte dei nostri paesi, da parte dei nostri governi, ci sono doveri anche all’interno delle stesse comunità che soffrono questa carenza, doveri di organizzazione internazionale, di difesa dei diritti umani, di non spreco, permettetemi di dirlo con grande sincerità, di molti aiuti internazionali che invece vanno a gonfiare non i bisogni e l’accesso all’acqua per i propri concittadini ma forse l’abbellimento dei beni patrimoniali dei potenti di turno in questi paesi del Terzo mondo, doveri anche delle organizzazioni internazionali e delle ONG.

Ci sono cioè dei doveri che noi dobbiamo affermare contemporaneamente alla giusta richiesta che venga sempre più riconosciuto questo diritto umano all’accesso all’acqua. Mi sembra importante tutto questo non solo perché è ben riportato in questo straordinario rapporto ma anche perché risponde alla denuncia e al grido d’allarme che era venuto dal Segretario Generale della FAO solo un anno fa, quando aveva ricordato al mondo intero che la mancanza d’acqua avrebbe potuto creare tensioni nei prossimi anni. Pensiamo a cosa ci dirà il Segretario Generale della FAO tra qualche mese. Perché oltre alle tensioni provocate dalla mancanza di acqua si stanno aggiungendo – questo anche se non lo dice lui lo hanno detto qui qualche giorno fa il segretario Generale Generale dell’OCDE e il Presidente del Fondo Monetario internazionale qualche settimana fa – si stanno aggiungendo conflitti e crisi dovuti alla speculazione sui prezzi dei prodotti alimentari, a quella crisi economica che è esplosa appunto in quest’ultimo anno in maniera ancora più particolare anche se veniva dal passato.

E’ molto importante quindi questo rapporto: è molto importante perché definisce anche bene quali sono questi compiti e definisce i soggetti che devono sui quali agire questi compiti. Ha fatto bene l’onorevole Marquet a mettere in evidenza al punto 15 che è vero, in particolare che di questo tema si devono occupare i paesi del Mediterraneo ma quell’in particolare ci sta a significare che tutti i paesi del Consiglio d’Europa devono occuparsene, non solo quelli del Mediterraneo. Infatti il problema dell’accesso all’acqua in tutti i paesi e anche e soprattutto diremmo noi, nella riva sud del Mediterraneo, è un problema che interessa tutto il contesto di paesi del Consiglio d’Europa perché questa trasmigrazione di popoli è una trasmigrazione di popoli che nasce dalla carestia, nasce dai conflitti, e nasce da una richiesta di diritto d’asilo ma nasce molto spesso dalla difficoltà di accedere al bene primario, il bene della vita che, come l’ha ben ricordato l’onorevole Mignon, è appunto quello dell’acqua e di un’acqua che possa servire non solo al bene della persona ma anche alla propria impresa, alla ricerca della possibilità dello sviluppo.

E’ quindi importante che noi riaffermiamo l’impegno di riassicurare il bisogno di ciascuno di accedere alla risorsa idrica, all’acqua e in questo mi sono permesso di proporre un emendamento, evidentemente poi ne parleremo, e cioè di riconoscere dopo l’incontro di Istanbul un piccolo flebile passo in avanti non secondario, anche per la presenza dei capi di stato del G8 ma anche di coloro che rappresentavano appunto il mondo più in difficoltà, è stato fatto appunto nel G8 dell’Aquila.

E’ importante riaffermare che sia urgente la cooperazione interregionale e interfrontaliera perché è urgente la risposta che dobbiamo dare, perché l’urgenza non ci viene data da una teoria, ci viene data da questa trasmigrazione che è già in atto da parte delle popolazioni ed è importante riaffermare che l’impegno, questo dovere che noi abbiamo nei confronti dei paesi della riva del sud Mediterraneo è quello di impegnarsi a fornire tecnologie affinché lì si possa ritrovare quella forza di acqua, forza strategica e necessaria dell’accesso all’acqua di cui sono portatori grazie al nostro aiuto. Grazie.