IT10CR05ADD I        AS (2010) CR 05

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2010

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(Prima parte)

ATTI

della quinta seduta

Mercoledì 27 gennaio 2010, ore 10.00

DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI


FARINA ( Doc. 12087)

Il progetto del collega Gross, che ringrazio per l’impegno e la volontà di dialogo, è perfetto nell’indicare le persecuzioni cui sono state e sono sottoposte le persone LGST. La discriminazione e la violenza, il pregiudizio e l’odio sono esecrabili. Ed è giusto che il diritto di associazione e di manifestazione sia garantito nella totale serenità. E’ importante anche che siano per legge tutelati i diritti individuali fondamentali, sempre e comunque.

Il problema però è che questo rapporto contro le discriminazioni nell’individuarne le cause e i protagonisti finisce per individuare la causa della violenza in una concezione che fa riferimento al diritto naturale e ad una concezione dell’uomo che ne fa consistere l’identità nel suo orientamento sessuale legato puramente alla soggettività del desiderio. Non è un rapporto culturalmente neutrale, non discende dall’unica lettura possibile dell’evoluzione dei valori di convivenza. Insomma io contesto la concezione antropologica che dà forma a questo rapporto, e quindi alla risoluzione. Questo spiega gli emendamenti che ho presentato, con la schiena diritta, senza alcun bisogno di avere il supporto della Santa Sede, alla quale però riconosco il diritto come ogni soggetto vivo a sostenere quanto ritiene pertinente al bene del genere umano.

Mi spiace che con una certa presunzione intellettuale il Signor Gross,cui riconosco una eccellente predisposizione al dialogo, con una cirlocuzione retorica faccia passare come “stupidi” alcuni non meglio specificati emendamenti. Mi spiace anche che quando opportunamente ritira il paragrafo sull’adozione dei bambini, sostenenga però con una certo sentimento di superiorità morale che “fra trent’anni” sarà riconosciuta l’ovvieta di quanto da lui oggi ritirato. Non è una buona base per confrontarsi tra colleghi con pari dignità. Non esistono, come si sostiene nel rapporto, i “diritti delle persone LGBT”, ma i diritti delle persone in quanto tali, che valgono per tutti, e – sia chiaro – la mia affermazione non indebolisce ma rafforza i diritti di ognuno, qualunque sia la propria idea di se stesso.

Si è contestato il diritto naturale sostenendo che non esista una natura dell’essere umano. In realtà Gross con questo rapporto sostituisce ad un’idea di natura quella per cui esiste il dato biologico dell’essere maschio e femmina, un’altra idea di natura diciamo romantica, dove essa è definita dalla psicologia. Si sostiuisce ad un presunto dogmatismo, un altro dogmatismo. In conclusione: è giusto dire no a qualsiasi discriminazione, a qualsiasi violenza, ma a mio giudizio, è necessario non proporre un nuovo dogmatismo di tipo coloniale, che dai Paesi che si credono evoluti del Nord si vuole espandere verso i Paesi un tempo loro colonie.