IT10CR28

AS (2010) CR 28

 

DVD edition

SESSIONE ORDINARIA 2010

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(Quarta parte)

ATTI

della ventottesima seduta

Lunedì 4 ottobre 2010, ore 11.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

SANTINI ( Doc. 12374)

A nome del PPE, devo sottolineare con soddisfazione questo piglio, questo nuovo stile con il quale i due relatori hanno affrontato un passaggio che altrimenti si sarebbe potuto esaurire con qualche frase burocratica o qualche buona proposizione: diciamo sullo stile del conservatorismo che vi è sempre stato in quest’Assemblea.

Invece, questo metodo innovativo più pragmatico conforta chi chiede, come chi parla e come il gruppo che rappresento, a quest’Assemblea di darsi una svegliata e soprattutto dare una spolverata all’immagine un po’ vetusta che ha agli occhi dei cittadini.

Benissimo, per quanto riguarda il primo passo la scelta di temi di attualità in tempo reale, e non una attualità ormai superata dai fatti come accade da molto tempo e come accadeva soprattutto in passato, nei tre filoni fondamentali che quest’Assemblea affronta nel suo impegno parlamentare. La grande attualità degli eventi che caratterizzano la vita dei nostri cittadini, i temi di routine che affrontiamo sulla base del nostro ruolo costituzionale e poi ancora temi tecnici e burocratici che saggiamente i relatori hanno relegato negli annessi, quindi nei documenti collegati.

L’elenco dei temi che possono interessare questa tornata di lavori è sull’ordine del giorno ma su tutti credo sia stato davvero saggio, ed è la dimostrazione di questa novità, d’inserire il problema dei Rom nel dibattito di giovedì. Se fosse stato possibile sarebbe stato ancora più efficace inserirlo nella prima giornata: oggi o la massimo domani proprio per fare capire che il Consiglio d’Europa nonostante i suoi più di sessant’anni di vita è un organismo che intende ringiovanire ed essere puntuale quando c’è da dibattere anche un tema delicato e difficile come quello che non solo la Francia ma anche il mio paese l’Italia e molti altri stanno dibattendo nel loro interno: vale a dire la presenza di popolazioni nomadi che hanno i loro problemi, che rivendicano i loro diritti ma che stentano a comprendere che accanto ad ogni diritto c’è sempre un dovere che corrisponde a quel riconoscimento.

Questo nostro Consiglio d’Europa è un istituzione complessa, lenta, un po’ elefantiaca con un passo sicuro ma che è spesso superato dagli eventi. Non aiuta questo a fare comprendere l’attualità della presenza del Consiglio d’Europa nel momento in cui il Trattato di Lisbona ha data una bella revisionata a tutto il funzionamento delle istituzioni europee e che coinvolge anche l’attività del Consiglio d’Europa. Le maggiori attribuzioni date ai Parlamenti nazionali, soprattutto nella formazione legislativa delle normative europee in fase ascendente, stanno creando qualche momento di conflitto di competenze, ma anche di sovranità tra Parlamento Europeo che rivendica in politica estera e di difesa competenze nuove e i Parlamenti nazionali che a loro volta dicono che visto che il peso finanziario di supporto di queste attività ricade sugli stati membri è giusto che siano i Parlamenti nazionali a essere titolari di questa sovranità.

Sono rapporti che coinvolgono direttamente anche il Consiglio d’Europa quindi ben venga una relazione con un nuovo stile, con una nuova visione del nostro ruolo senza rinnegare nulla del nostro passato, ma consapevoli che oggi più che mai anche il Consiglio d’Europa deva aggiornarsi. Grazie.

BADEA ( Doc. 12379)

Prima di tutto vorrei fare qualche osservazione per quanto riguarda l’intervento dell’ex Presidente della Repubblica moldava il signor Voronin e vorrei ringraziare moltissimo i relatori per la loro relazione sul referendum in Moldavia.

Dal nostro punto di vista questo referendum è stato una prova di democrazia e di rispetto delle regole istituzionali, perché per la prima volta è stato realizzato un referendum e abbiamo osservato che malgrado il suo fallimento, l’organizzazione del territorio è stata davvero esemplare: sia per il territorio della Repubblica moldava sia per i rappresentanti della diaspora della Moldavia.

Una cosa che vorrei sottolineare è che questo referendum ha rappresentato un’evoluzione positiva dal punto di vista democratico delle istituzioni e soprattutto è riuscito a rivelare il rispetto che l’attuale governo della Repubblica moldava ha dato all’opposizione. Non dobbiamo dimenticare che il referendum è stato organizzato dopo otto anni di caos istituzionale e di abusi verso i cittadini e che il governo dell’ Alleanza per l’Integrazione Europea è riuscito dopo solo otto mesi di amministrazione a realizzare un processo democratico come quello referendario.

Quello che ci interessa è osservare la tendenza democratica delle istituzioni moldave. Facciamo anche una raccomandazione per quanto riguarda la flessibilità del dialogo tra le forze politiche: l’avviamento delle negoziazioni tra le forze politiche per poter avere anche alle successive elezioni parlamentari un risultato positivo, un risultato che possa essere accettato da tutte le istituzioni europee. Da un altro punto di vista, ascoltando quello che diceva il signor Kosachev, consideriamo molto, molto pericolosa l’accettazione dei rappresentanti degli stati non riconosciuti, né in Europa né fuori, ai lavori della nostra Assemblea. Vogliamo tirare un campanello d’allarme per quanto riguarda un eventuale opzione in questo senso. Grazie.