IT11CR23       AS (2011) CR 23

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2011

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(Terza parte)

ATTI

della ventitreesima seduta

Mercoledì 22 guigno 2011, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

SANTINI (Doc. 12631)

Presidente e Colleghi, se dovessi dare un titolo a questo dibattito, considerate le molte fonti e i molti rapporteur, mi verrebbe questo: Elogio della diversità e del rispetto. Meglio ancora forse: Elogio del rispetto della diversità. Diversità che è tutto il contrario di omologazione. L’omologazione è l’annullamento delle identità e portare tutti allo stesso livello rinunciando quindi alle proprie radici. Non è questa la via per l’integrazione: si integrano cose diverse, non cose già uguali.

E allora, su questo campo mi vengono in mente fra le molte citazioni, la prima che è quella di Jacques Delors, quando si congedò l’ultimo giorno davanti al Parlamento europeo dopo dieci anni di guida straordinaria della Commissione europea. Lasciò questo messaggio, questa eredità: “Ricordatevi, disse, che non ci sarà mai un popolo europeo, ma popoli diversi uniti da un comune destino”.

Io credo sia una buona carta anche per noi, per procedere in questo lavoro. Il comune destino nasce soprattutto dalla coesione e la coesione è l’anticamera dell’accoglienza, l’apertura delle frontiere, l’apertura dei cuori ai diversi, a una società multiculturale, multirazziale, multi-religiosa. E tutto questo parte appunto dal rispetto delle diversità, ma anche dalla conservazione delle identità, sennò appunto, che coesione vi sarebbe? Ci vogliono volontà per il confronto, per l’integrazione. E tutto questo parte da un punto fermo, l’abolizione delle discriminazioni di genere, di razza, di religione, di cultura e di cittadinanza.

Ma ancora è un’apertura questa che potrebbe interessare il nostro cammino comune. Il Consiglio d’Europa, si dice in questo multi-rapporto, è pronto oramai per avere orizzonti più avanzati. Ieri abbiamo aperto al Marocco e alla Tunisia una forma di partenariato. Perché non si dice in questi testi e non pensare anche a qualche paese del centro Asia, a qualche paese del centro e sud dell’Africa. Sono questi, ripeto, i nostri orizzonti.

Per venire a un aspetto importante, la politica, bisogna migliorare il rapporto fra il cittadino e la politica. Diceva il collega Gross che manca la politica. A volte c’è troppa politica ma fatta male con i partiti che mortificano il ruolo del cittadino all’interno del mondo della politica. Occorre sostenere con convinzione le politiche per la famiglia che è la cellula della società intera con attenzione per gli anziani, per i giovani, per le donne. E occorre soprattutto garantire anche un’informazione corretta affinché il rapporto politica e cittadino non abbia delle mediazioni distorte.

Ecco, tutto questo dev’essere il motore di una evoluzione di cui il Consiglio d’Europa deve farsi carico. Lo ha detto poco fa il nostro Segretario generale Jagland: siamo solo all’inizio, quindi buon lavoro a tutti perché nessuno qui è tenuto a immaginare di non poter fare la propria parte.