IT12CR36

AS (2012) CR 36

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2012

________________________

(Quarta parte)

ATTI

della trentaseiesima seduta

Venerdì 05 ottobre 2012, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Paolo Giarretta (Italia, ALDE/ADLE)

(Doc. 13017)

Grazie Presidente, cari Colleghi.

La grande crisi che ha interessato il mondo occidentale, e tuttora ne limita la crescita, ha tra sue principali cause il malfunzionamento del sistema finanziario. Un eccesso di deregolamentazione sia all’interno degli Stati sia nel mercato globale ha prodotto una crescente instabilità.

La gravità della distorsione è evidente. Alla fine degli anni Ottanta, i prodotti finanziari derivati assommavano al 5% del PIL mondiale. Oggi, c'è un totale rovesciamento del rapporto: la finanza derivata è dieci volte il PIL mondiale. Una realtà che si sottrae a ogni giurisdizione nazionale e sovranazionale, e che con la speculazione di brevissimo periodo può distruggere ricchezza reale, lavoro e condizioni di vita per milioni di cittadini europei.

È in questo contesto che valutiamo quindi iniziative opportune per limitare la volatilità eccessiva dei mercati finanziari e per recare risorse che alleggeriscono il peso della finanza pubblica sul malfunzionamento dei mercati. Vorrei ricordare al collega DAVIES che gli Stati hanno sostenuto oneri ingentissimi per sostenere gli effetti della speculazione finanziaria di banche irresponsabili.

La tassa colpisce i trader ad alta frequenza, i protagonisti delle maggiori distorsioni finanziarie, ma non introduce sensibili aggravi per gli operatori tradizionali, i fondi di pensioni, le compagnie di assicurazione e gli investitori individuali. Perciò molti degli argomenti che si portano contro l’introduzione di questa forma di tassazione non hanno un reale fondamento. Posso osservare che già esistono molte forme di tassazione su specifiche transazioni finanziarie in molti paesi: ad esempio la Stamp Duty Reserve Tax preleva in Gran Bretagna lo 0,50% degli scambi azionari e ciò non impedisce che Londra sia una delle grandi sedi dei mercati finanziari globali.

Un’aliquota bassa rende comunque meno conveniente l’elusione e la concorrenza fiscale. Non ne risentirebbe la liquidità globale del sistema ma si opererebbe nel senso di un maggiore equilibrio. Sarebbero frenate le scommesse a carattere speculativo a vantaggio degli scambi legati all’economia reale.

Come ha ricordato il Premio Nobel per l’economia KRUGMAN, quello che ha trasformato i cattivi investimenti in una catastrofe è stata l’eccessiva dipendenza del sistema finanziario dai soldi a breve termine. Una tassa sulle transazioni finanziarie scoraggiando la dipendenza dai finanziamenti di brevissimo periodo avrebbe reso molto più improbabile il verificarsi di questi eventi.

Perciò l’approvazione della presente risoluzione da parte della nostra Assemblea si aggiunge alle decisioni assunte dal Parlamento europeo e da altri organismi. Mi auguro quindi che possa costituire un definitivo stimolo ai governi per introdurre questo strumento e assumere le necessarie decisioni.

Renato FARINA (Italia, EPP/CD PPE/DC)

(Doc. 13017)

Grazie Signora Presidente.

La relatrice ha lavorato benissimo e ha i miei complimenti. Giustamente, la Signora NAGHDALYAN insiste più sullo scopo di una giustizia sociale da realizzare che sul mezzo, vale a dire la tassa sulle transazioni finanziarie.

Sono d’accordo con questa impostazione. La questione infatti non è la Tobin Tax o qualcosa del genere, ma il fatto che gli Stati e i popoli che danno agli Stati legittimità tornino a esercitare la loro sovranità. Due secoli fa, Tomas Jefferson disse: “Sono convinto sinceramente che le potenze bancarie sono più pericolose degli eserciti in campo”. Oggi è così. È arrivato il tempo - come ha scritto il professor Tremonti, ex ministro italiano - di mettere lo Stato sopra la finanza e la finanza sotto lo Stato. Occorre andare alla radice dell’albero e sradicare l’albero velenoso.

Io temo che la Tobin Tax, nelle sue varie versioni, pur dettata da ragioni di moralità e simbolicamente punitiva, di fatto legittimi ex post proprio quelle operazioni finanziarie che invece dovrebbero essere radicalmente vietate ex ante.

Insomma, promuoviamo pure questo invito alla implementazione della tassa sulle transazioni finanziarie - e io voterò a favore – ma sapendo che è un placebo, una cura palliativa.

Occorre abrogare le leggi vigenti e tornare, nella lettera e nello spirito, alle vecchie e gloriose leggi bancarie modellate sul tipo della legge Glass-Steagal del 1933, scritte per separare l’economia produttiva dall’economia speculativa. Non si tratta di maledire il lavoro finanziario, ma di purificarlo. Si tratta di sconfiggere il mercatismo, che non c’entra con il mercato, ma è la malattia del mercato e rischia di uccidere i veri soggetti del mercato, cioè i popoli, i gruppi intermedi che li compongono.

Per questo è necessario tornare ai valori fondativi. Tornare alla verità della finanza. E siccome non è capace di farlo da sola, occorre trattarla come le armi nucleari, riduzione controllata e multilaterale di quelle bombe distruttive che sono i derivati. La finanza è nata per garantire sicurezza per il futuro. Invece ha capovolto il suo scopo: uccide il futuro. Non possiamo più lasciarla libera di essere il nostro cannibale.

Certo, c’è un deficit della politica. Oggi la finanza che possiede giornali e media tende a rovesciare ogni colpa sulla politica. Occorre ripensare la politica in termini radicali. Si tratta di intensificare il gusto, l’energia, la passione per la famiglia, il condominio, il campanile, il popolo. È una grande sfida. Quasi impossibile. Ma in fondo noi siamo qui per questo.

Grazie.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13009 e Doc. 12964 + Addendum)

La ringrazio Presidente.

Starò nei tre minuti anche perché voglio ringraziare di cuore tutta la Commissione cultura e in particolare il collega FLEGO, oggi eccellentemente sostituito dall’amico che ha parlato, CONNARTY, e il Collega HUSEYNOV. Molte di queste risoluzioni nascono anche per iniziativa mia personale e di molti colleghi qua presenti.

Il lavoro che è stato fatto dalla Commissione ha colto l’intenzione di chi proponeva la mozione, cioè io stesso e tanti altri di voi. Finalmente si ritorna su questi temi particolari: il governo e gli istituti di grande educazione in Europa. Vorrei ricordare, in questa sede per qualche secondo, in che modo questo rapporto 12964, nella risoluzione, sottolinei come l’autonomia, l’avanzamento e l’elevato valore dell’educazione per i cittadini possano dare un contributo straordinario allo sviluppo non solo economico ma anche sociale e democratico e alla stabilità dei paesi, cosa che abbiamo affermato con forza anche nel rapporto sui giovani nel mese di giugno e nell’altro rapporto 13009 e nella risoluzione, ossia come sia importante l’interscambio dell’educazione tra gli studenti e tra gli insegnanti. Nella raccomandazione della risoluzione sono importanti i riconoscimenti che vengono fatti nei confronti dei paesi.

La qualità dell’educazione è una sfida del futuro del continente europeo. L’unica sfida che possiamo vincere non è quella della lotta su quanto riduciamo i nostri salari o il nostro welfare sociale all’interno del nostro continente, ma quanta qualità e innovazione in più diamo e possiamo dare ai prodotti e all’educazione.

Devo dire con rammarico che, come tutti sappiamo, potrebbe nascere uno scontro su alcuni emendamenti di questo rapporto. In proposito vorrei fare una preghiera al vicepresidente CONNARTY e anche ai proponenti: possiamo evitare questo scontro? Sinceramente preferirei evitarlo perché queste due risoluzioni sono ottime e le raccomandazioni pure. Penso anche che sia una questione non ideologica: per esempio io stesso, guardando che si richiama fra questi paesi - con un emendamento della Commissione poi subemendato - alcuni paesi sotto monitoraggio: Turchia, Ucraina. Mi sembra che sulla questione di metodo l’addendum del collega FLEGO - questo è il modo in cui io considero queste cose - potrebbe essere, e anzi sarà, utilissimo per la prosecuzione dei lavori della Commissione di monitoraggio per focalizzare anche questo punto.

Sarebbe una grande innovazione e sarebbe anche più ordinato e forse generosamente potrebbero rifletterci anche i proponenti.

Grazie.