IT13CR06 |
AS (2013) CR 06 |
Versione provvisoria |
SESSIONE ORDINARIA 2013
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(Prima parte)
ATTI
della sesta seduta
Mercoledì 23 gennaio 2013, ore 15.30
DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO
Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)
(Doc. 13084 e 13079)
Presidente, cari Colleghi.
Abbiamo un dibattito congiunto su due importanti relazioni e il nostro gruppo ha espresso un appoggio totale alla risoluzione della Commissione di monitoraggio e ha lasciato libertà di coscienza sul voto sui prigionieri politici in Azerbaijan.
Sulla prima vicenda, il rapporto di monitoraggio, è ovvio che i nostri due relatori hanno svolto un ottimo lavoro. Mi congratulo con loro come ha fatto la Commissione oggi. Ci sono stati dei progressi ma nello stesso tempo rimangono – ci dicono i relatori – crescenti preoccupazioni su molti aspetti: una mancanza reale d’indipendenza del sistema giudiziario, preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani, libertà d’espressione, assemblea e associazioni, diverse azioni contro la libertà di stampa dei giornalisti, prigionieri e politici e privazioni della libertà per motivi di coscienza, casi di torture e di violenze perpetrate dalla polizia, lotta alla corruzione e al crimine organizzato. Tutte cose che i nostri relatori hanno approfondito pur apprezzando l’esistenza di progressi che hanno messo ottimamente in evidenza nelle loro visite in Azerbaijan e nei loro colloqui anche internazionali su questo tema. Di questo voglio ringraziarli con sincera e unica voce da parte del gruppo dei Popolari europei.
Quanto al secondo rapporto, in merito al quale il nostro gruppo ha lasciato libertà di voto, devo dire che nessuno di noi, né chi è a favore del rapporto STRÄSSER, né chi come me, invece, è contrario, mette in discussione il tema dei prigionieri politici. Taluni di noi che sono a favore ritengono che questo lavoro sia un complemento importante alla riflessione del rapporto di monitoraggio, per molte ragioni e per la puntualità con la quale ha lavorato per molti anni il collega STRÄSSER; altri di noi, come il sottoscritto, ritengono che la risoluzione del monitoraggio, che riprende il tema dei prigionieri politici ed è frutto di diverse visite e diverse azioni fatte dai nostri relatori, sia più attuale e più confacente ai criteri generali.
C’è poi una questione di fondo: condividendo questa preoccupazione che ha espresso anche il collega STRÄSSER nella sua introduzione, quando ci ha invitati tutti a occuparci ancora del tema dei prigionieri politici: è una questione sulla quale, se mi permette, Presidente, mi esprimo questa volta a titolo personale dopo aver illustrato la posizione del mio gruppo parlamentare. Ed è questa: io penso, come il collega STRÄSSER, che bisogna tornare sul tema dei prigionieri politici e che questo tema, dopo che si è approvata una risoluzione che ne definisce il contenuto, debba valere per tutti i quarantasette paesi, in modo da consentire a ogni rapporto di monitoraggio di seguire una specificata e particolare attualità su questo tema in un singolo paese, ma debba abbracciare per il tema e per il valore che ha, il tentativo di liberare ogni prigioniero politico, fosse anche uno in qualsiasi dei nostri quarantasette paesi.
Questo conferirebbe prestigio e onore al lavoro della nostra Assemblea.
Pasquale NESSA (Italia, PPE/DC / EPP/CD)
(Doc. 13084 e 13079)
Grazie. Presidente, cari Colleghi.
Perderò pochissimo tempo per il relatore della Commissione di monitoraggio e per fare i complimenti ai due relatori e per dare il mio convinto voto su tale relazione.
Su quella del collega STRÄSSER ho degli interrogativi e soprattutto delle proposte che lancio a tutti quanti voi. Sono molto preoccupato e non riesco a comprendere alcune dichiarazioni del Signor STRÄSSER, soprattutto tenendo conto degli sviluppi recenti e tristissimi in Mali e in Algeria.
Il relatore definisce le persone appartenenti ai gruppi estremisti e fondamentalisti armati come prigionieri politici ammettendo, nel paragrafo 85, che l’obiettivo di questi gruppi è di realizzare la sharia; omettendo di considerare che ciò potrebbe determinare l’abolizione di tutti i diritti tutelati dalla Convenzione di Ginevra. Il relatore non è forse al corrente che l’articolo 17 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo afferma che ogni Stato ha il diritto di difendere l’ordine costituzionale contro i gruppi che lo vogliono stravolgere? Questo è il primo interrogativo. Peggio ancora: il relatore considera i membri dei gruppi islamici radicali che sono stati condannati per un colpo di stato alla stregua di prigionieri politici e domanda la loro immediata liberazione.
Signor STRÄSSER, può spiegarci perché considera il signor Samadov, il presidente del partito islamico dell’Azerbaijan fortemente voluto dall’Iran che proclama in pubblico la sharia, come prigioniero politico? Lei afferma con chiarezza, al paragrafo 88, che il signor Samadov lancia appelli pubblici tesi a destituire il governo con la violazione e sta per instaurare la sharia. E lei stesso afferma ugualmente nel suo paragrafo 100 che lui e gli altri otto membri del suo partito sono stati trovati in possesso di kalashnikov, granate e munizioni.
Signor STRÄSSER, mi permetta di ricordarle che sono state applicate delle sanzioni contro l’Iran, paese vicino all’Azerbaijan. Non trova pericoloso incoraggiare l’estensione del fondamentalismo in questa complessa regione? Ritiene lei che in tale politica potrebbe veramente stimolare al causa dei diritti dell’uomo in Azerbaijan? Queste opinioni sono fondamentalmente opposte ai principi fondamentali, cari Colleghi, del Consiglio d’Europa e del nostro ruolo che ha come missione di diffondere i valori europei, come la democrazia e la laicità dei paesi membri.
Io sono fortemente contrario alla posizione del relatore su un tema così cruciale, pericoloso e sensibile. E per tale ragione non ho esitazione a votare contro questo rapporto.
Grazie.
Giuseppe VALENTINO (Italia, GDE / EDG)
(Doc. 13084 e 13079)
Onorevoli Colleghi,
Ho apprezzato la relazione della Commissione di monitoraggio che coglie lo sforzo di una giovane democrazia a coniugare il rigore imposto dalle nuove condizioni politiche e un più efficace funzionamento delle regole democratiche. Tutto in un contesto geopolitico denso di tensioni che impongono la certezza del rispetto delle regole anche a costo di adottare comportamenti di particolare fermezza al fine di consentire migliori standard di vita ad una collettività che non è fatta soltanto di minoranze rumorose, ma soprattutto di donne e uomini che condividono i criteri di regolamentazione della vita dello Stato che l’ Azerbaijan si è dato.
Quanto alla relazione STRÄSSER, essa rivela criticità delle quali non si forniscono appaganti motivazioni. Peraltro non vi è stata mai una rigorosa verifica della situazione denunciata e si ha l’impressione che le considerazioni contenute nella relazione siano il frutto di un teorema che può essere così sintetizzato: le difficoltà incontrate nella ricognizione diretta delle ragioni che hanno determinato l’arresto di alcuni presunti dissidenti e l’impossibilità di incontrarli per avere una compiuta percezione delle loro condizioni di vita ha probabilmente determinato il timore che si intendesse occultare qualche violazione dei diritti umani che avrebbe dato adito ad adeguate censure.
La contrapposizione che si è creata, e il relatore ne dà atto, fra il relatore stesso e le autorità azere, certamente deprecabile, non può tradursi nella presunzione di violazione delle regole di civiltà giuridica che si coglie nella relazione STRÄSSER. Né l’elencazione, priva di puntuali e illuminanti indicazioni circa le vicende che hanno dato luogo ad arresti, prova la sussistenza di condotte prevaricatrici da parte dello Stato azero, né in vero di eventuali violazioni dei soggetti poi sottoposti ai rigori della legge.
Il documento è dunque suggestivo, ma privo di elementi che consentano certezze. Per tutte queste ragioni io sono critico nei confronti della relazione STRÄSSER e voterò contro, mentre voterò la relazione della Commissione di monitoraggio.