IT13CR13

AS (2013) CR 13

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2013

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(Seconda parte)

ATTI

Della tredicesima seduta

Martedì 23 aprile 2013, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Renato FARINA (Italia, PPE/DC)

Domanda a Didier BURKHALTER

Signor Ministro,

ho due domande brevi di diverso tenore: a che punto è la trattativa fiscale con l’Italia per la tassazione dei capitali italiani esportati illecitamente nelle banche svizzere? Quali condizioni pone la Svizzera?

L’altra domanda concerne la comunità italiana presente in Svizzera che è la più numerosa tra quelle straniere. Come giudica il Governo federale e quali iniziative ha preso contro l’insorgere di una xenofobia antitaliana nei confronti degli italiani definiti come ladri di lavoro o topi che mangiano il formaggio svizzero?

Renato FARINA (Italia, PPE/DC)
(Doc. 13152 e 13152)

Grazie Signor Presidente.      
Ringrazio i colleghi per i loro rapporti che hanno il pregio della drammaticità e insieme della compostezza, ciò che li rende più efficaci. Io vorrei parlare del mio paese, l’Italia. Innanzitutto un fatto obiettivo e di cui sono orgoglioso. L’iniziativa “Uno su cinque” ha preso le mosse in Italia nel 2010 ed ha avuto una spinta decisiva dal ministro italiano Mara Carfagna.

Secondo statistiche accreditate, gli italiani che ogni anno praticano il turismo sessuale che inevitabilmente coinvolge minorenni, sono ottantamila: ottantamila criminali!

Cito alcuni elementi e questo è valido per tutti: la repressione è ridicola. In Italia la legge che punisce duramente il turismo sessuale contro minori anche per fatti commessi all’estero, è del 1998. Ebbene, nei primi dieci anni dall’applicazione, cioè entro il 2007, si è avuta una sola condanna! Un’altra persona è stata condannata in Colombia e una in Cambogia! Tre persone su ottantamila vuol dire impunità!

Io credo che contro il turismo sessuale vada praticata una repressione e un investimento di energie, anche culturali, paragonabile alla lotta contro il terrorismo. Le vittime di questo turismo sessuale sono misurate in milioni, più delle vittime del terrorismo. Perché non c’è questa volontà politica? Io non do colpa solo agli Stati perché gli Stati sono la forma del popolo vivente. Dunque c’è qualcosa che non va dentro di noi che pure proclamiamo questa battaglia con viva voce.

Il secondo dato che riguarda sempre il mio paese, l’Italia, ma che vale per tutti, è che l’età media di coloro che praticano questa infamia sta scendendo. Ormai la fascia che detiene il primato è quella che va dai 18 ai 30 anni. Allora mi domando: dove stiamo sbagliando? Che cosa sta accadendo? Proprio quando le televisioni trasmettono documenti e testimonianze tragiche e dolorosissime sullo sfruttamento sessuale di bambini e di bambine in Thailandia, Cambogia, Santo Domingo, ecc., sono proprio i più giovani che cadono in questo orrore? Perché?

Non è possibile condannare credibilmente il turismo sessuale se intanto si perde il valore dell’altra persona come essere unico e irripetibile. Se intanto si riduce la sessualità a gioco, a piacere puro e semplice, e non la si lega al valore della persona, ad un amore vero e duraturo; se non esiste una certezza su ciò che è bene e ciò che è male, tanto che secondo le inchieste quasi nessuno si rende conto che quello che fa è un male vero e proprio, ci si nasconde dicendo che questo è un costume di quei posti e che si aiutano le famiglie dando un po’ di denaro. Il che significa che non c’è una condanna sociale forte. Questo è il problema.

Non è questione di pedofili malati: quelli che fanno queste cose sono persone che non sono spinte da una malattia psichica ma da qualcosa d’altro che non viene combattuto. Questa è la cosa più grave per cui ripeto: finché non ci sarà una lotta a questa forma di orrore come una lotta contro il terrorismo, tutto quello che diciamo qui, sarà ipocrisia. E i governi diranno delle cose in cui non credono.

Grazie.