IT13CR26

AS (2013) CR 26

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2013

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(Terza parte)

ATTI

della ventiseiesima seduta

Giovedì 26 giugno 2013, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Luca VOLONTÈ (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223)

Presidente, Eccellenza il Signor Ministro,

Con grande rispetto, la ringrazio di aver partecipato.

Non posso dire, come altri colleghi, di condividere il suo punto di vista, ma il bello di questa Assemblea parlamentare è che ognuno di noi rispetta i punti di vista, seppur diversi, con grande attenzione.

Ha ragione quando dice che bisogna fare avanzare il Consiglio d’Europa. Mi chiedo, al di là dell’impegno dimostrato dal nostro relatore e della passione che ha messo in questo rapporto, se questo rapporto ci faccia veramente avanzare. Evidenzio alcuni aspetti che hanno molto preoccupato me e anche, in una recente riflessione, il Gruppo del Partito Popolare Europeo. Per questa ragione abbiamo presentato degli emendamenti e per questa ragione, come sa il relatore, se questi emendamenti non venissero approvati daremo un voto contrario. Tra l’altro, alcuni di questi emendamenti erano stati approvati nella relazione del collega GROSS, quindi fanno parte di una mediazione già vissuta.

Voglio evidenziare questo, per esempio: com’è possibile affermare, caro relatore, che nel giro di due anni da qualche milione di casi siamo arrivati a dieci milioni? Eppure lei stesso ha detto che la legislazione a protezione delle discriminazioni è aumentata nei paesi europei. Dieci milioni di casi contro qualche milione di casi nella relazione di GROSS. Sembra strano.

Ci dice poi, nel paragrafo 4, che dobbiamo essere particolarmente preoccupati per le dichiarazioni di omofobia. Se mi fa la cortesia di definire cosa significa omofobia io sarei felice, perché omofobia è quando un pope, un sacerdote, un rabbi o un credente in una di queste religioni dice che nella Bibbia ci sono brani che definiscono i rapporti omossessuali come un peccato? Come lei sa, in Svezia, un pastore è stato incriminato per averlo detto pubblicamente. Se questa è omofobia… Oppure mi dica lei qual è la sua definizione.

Questa risoluzione mi pone ancora qualche altro problema. Una definizione assolutamente introvabile nei documenti, nelle dichiarazioni universali e nelle convenzioni, generalmente e internazionalmente definita di “identità di genere”. Fumosa, dove ci si può mettere di tutto e di più. Lei ha scritto di casi di criminalità, com’è stato detto prima, è stato citato il caso di Volgograd. I casi di criminalità devono essere puniti per tutti non solo contro gli omossessuali, ma anche contro gli eterosessuali, quindi c’è anche un problema di discriminazione, come quando lei parla di particolari attenzioni contro il bullismo nelle scuole a causa dell’approccio sessuale. Il bullismo contro i bambini che invece non hanno questo approccio sessuale non è invece da discriminare? Non è da sistemare in maniera diversa? Quando ci parla dell’eccezione. Non vuole nessuna eccezione per la libertà e la propria autonomia dell’organizzazione delle comunità religiose. Questo mi sembra che sia contro l’articolo della Convenzione che parla dell’autonomia delle comunità religiose. Se non mi sbaglio, signor Presidente, abbiamo un articolo di questa Convenzione, non me lo sono inventato io.

Quando ci dice che bisogna introdurre dei controlli legislativi in tutta la sfera della vita delle persone, penso che ci sia una sfera della vita che sia la privacy e grazie al cielo non dobbiamo desiderare di avere uno Stato o delle leggi che vengano a guardare in tutte le sfere della nostra vita privata, perché un minimo di vita privata l’articolo uno della Convenzione lo lascia per tutti.

Insomma, oltre alla prima domanda - e concludo ringraziando il relatore per il suo impegno -, la seconda domanda è questa: può definirci anche cosa significa intersexual? La “I” di LGTBI come può essere definita?

Grazie.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 12)

Grazie Presidente.

Come ho detto nel mio intervento principale, questo emendamento riguarda una cifra. Decine di milioni mi sembra sproporzionato rispetto a quello che avevamo scritto solo due anni fa con solo un milione di persone. Una cifra esageratamente sproporzionata che non è basata su nessun dato nella relazione.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 13)

Come ho chiesto prima, non essendoci una definizione di “dichiarazioni omofobiche”, perché non c’è una definizione giuridica, ognuno si può sentire offeso anche se, come ho fatto l’esempio prima, un sacerdote, un religioso o chiunque creda in un Dio, che non chiede la discriminazione ma che afferma nelle sue lettere alcune cose, potrebbe essere accusato di omofobia. Io penso che questa definizione debba essere cambiata. Per questo chiedo di cambiarla.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 14)

Scusi Presidente, anche in questo caso ci troviamo di fronte a un emendamento che lascia spazio ad alcune criticità. Per esempio l’uso inappropriato, non completamente bandito da questo emendamento, di immagini sessuali e pornografiche nell’educazione dei bambini. Non dico che sia completamente sbagliato ma questa nostra definizione è più appropriata e più precisa.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 15)

Presidente, torniamo alla questione di prima: non c’è nessuna definizione a livello internazionale di “identità di genere”. Io posso avere la mia, i principi di Yogyakarta che prevedono ogni tipo di sensazione sessuale, compresa quella con i minori hanno la loro. Questo termine è stato citato, come giustamente è stato detto, in alcuni documenti del Consiglio d’Europa ma non c’è nessuna definizione. Quindi perché continuare a ripetere una cosa che non è definita?

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 18)

Ripeto quello che ho detto prima, Presidente. Probabilmente verrà respinto, ma solo per chiarire al nostro collega che è un grande esperto, ovviamente, di questa materia forse come me o più di me, che i principi di Yogyakarta non sono stati scritti da esperti dell’ONU, ma da trenta professori che si sono trovati in Indonesia. Questo è tutto, perché l’ONU non ha nessuna dichiarazione internazionalmente riconosciuta, o convenzione o dichiarazione universale, che preveda questa definizione.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 11)

Presidente, non posso che ripetere quello che ho detto fino a questo momento. Quindi affermare continuamente che esiste una definizione quando non esiste. Chi ha questa definizione nel Consiglio d’Europa, per favore ce lo faccia sapere. In questo caso addirittura si vuole dire un voto contrario alle eccezioni per le comunità religiose e le istituzioni religiose, che è stato anche questo affermato - questa volta sì, cari colleghi - in una risoluzione che è quella del collega GROSS.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Subemendamento 1 all’emendamento 11)

Presidente, penso che la definizione che abbiamo citato sia quella originale. Se il collega vuole ridefinirla lo può fare. Però è come dire “votiamo contro la definizione che abbiamo approvato due anni fa”. Benissimo. Io sono contrario. Grazie.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 19)

Come ho detto nella mia introduzione, Presidente, questo paragrafo dovrebbe essere cancellato perché prevede l’intrusione da parte delle legislazioni dello Stato in tutta la sfera privata della vita delle persone. Io tengo, come tutte le persone eterosessuali o LGTB, alla mia sfera privata. Spero che questa forma di rispetto della privacy, che è parte dei diritti umani, venga rispettata da tutti, anche dall’Assemblea.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 22)

Presidente, il numero 22, come il numero 24, riguarda sempre una definizione che stiamo aspettando dall’inizio di questo dibattito e che non ci è ancora stata data. Sono stati citati dei documenti che citano le parole, ma non citano il contenuto. E sarebbe preoccupante che il contenuto che noi pensiamo di citare con queste parole siano i principi di Yogyakarta per quello che ho detto prima. Quindi mi aspetto che in questa occasione o nella prossima, finalmente l’Assemblea sarà edotta di cosa vuole definire il relatore, a prescindere dal fatto che io possa essere d’accordo o meno. Vorrei sapere che cosa definisce il relatore con gender identity perché non lo so e non c’è in nessuna dichiarazione universale e in nessuna convenzione universale internazionalmente riconosciuta. Vorrei avere il piacere, prima di lasciare quest’Assemblea, di conoscere una nuova definizione internazionale che non conosco. Quindi dichiaro la mia ignoranza.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 24)

Io ho dei problemi, sì, caro Avvocato BIEDRON. Ho dei problemi perché forse lei non sa che la Convenzione europea per molti paesi è stata ratificata e la definizione di genere è stata aggiunta nella ratifica o nella ratifica parlamentare dicendo quello che vuol dire per molti paesi: uomo e donna. Lei non mi ha ancora detto quello che vuol dire per lei gender identity. Quindi cerchiamo di parlare di argomenti comunemente conosciuti, senza fare battute. Se non c’è questa definizione io comunque voto contro però rimane un problema per voi.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 26)

C’è qualche mormorio perché non si può parlare in quest’aula? Preferirei, oltre ad avere questa risposta che non c’è, caro Presidente, che a queste parole, oltre alle consultazioni che i vari governi devono continuamente fare nel valutare legislazioni antidiscriminatorie, oltre alle associazioni LGTB e dei diritti umani, si prendessero in considerazione anche le organizzazioni religiose, prendendo spunto da quello che ha detto anche il nostro Avvocato BIEDRON e cioè che non c’è nessuna religione in cui ci sia un Dio che odia le persone che abbiano attitudini sessuali diverse.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 16)

Presidente, chiedo l’abrogazione dell’emendamento 16 che pur avendo un’intenzione positiva - perché io ho sempre apprezzato nel mio rispetto, come si vede dai miei interventi, l’impegno del relatore - ha il rischio di introdurre una legislazione che possa prevedere anche azioni criminali nei confronti di coloro che hanno o dicono o affermano dei cosiddetti hate crimes o hate speech. Questo essendo poco definito anche dalla legislazione interna, non solo internazionale, lascia aperta una porta molto pericolosa.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 17)

Cari colleghi, Signor Presidente.

Volevamo fare un’osservazione più chiara, nel senso che invece di mettere quello che c’è nel progetto di risoluzione, sostituire il paragrafo 6.1.8 con il paragrafo evidenziato nei nostri documenti, nel senso di introdurre delle linee direttrici per le forze dell’ordine per garantire che ogni accusa per motivi di odio relativa a un’infrazione può essere effettivamente oggetto di un’inchiesta. Grazie.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 20)

Grazie Signor Presidente. Volevo fare un’osservazione alla signora onorevole: nel mio paese non succedono queste cose. Parlando dell’emendamento 20, volevo fare un cambiamento: mettere il paragrafo incitazione alla molestia o alla violenza motivata per l’orientamento sessuale. Grazie.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Subemendamento orale a nome della Commissione)

Non c’è bisogno di spiegare ulteriormente le mie ragioni. Sono contrario per quella ragione e aspetto ancora di saperlo da loro. Grazie

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Subemendamento orale a nome della Commissione)

Contrario.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 21)

Presidente, vogliamo sostituire quello che appare nel progetto di risoluzione al paragrafo 6.2.1 le parole “homophobes et transphobes” con le parole “di questo tipo”.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 23)

Io presento l’emendamento, Signor Presidente. Il subemendamento non lo conosco. L’emendamento è quello di cambiare le parole “transphobie et homophobie”, quando qui parliamo di possibili sanzioni legali, con “ogni tipo di violenza e malversazione”, che legalmente è sostenibili piuttosto di definizioni che, come detto prima non sono definite.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Subemendamento orale all’emendamento 23)

Sono l’autore dell’emendamento. Io sono contrario a questa definizione e come ho detto prima è inutile che lo ripeta altrimenti i colleghi, dai più amici ai più dissenzienti, si stancano. Scriviamo quello che vogliamo, collega BIEDRON. Dal punto di vista legale, non essendo definito possiamo scrivere anche che il sole domani mattina invece di nascere si spegne, però deve darci una definizione.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 23 subemendato)

Solo per far notare che, ovviamente, il mio parere è contrario. Grazie

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 25)

Presidente, qui si vuole concentrare particolare attenzione ai progetti contro il bullismo che si possano definire omofobici o transfobici. Noi vorremmo che questa lotta contro il bullismo valesse nei confronti di tutti e non solo dentro questi due nomi - senza offesa ovviamente - indefiniti.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 27)

Non ripeto le ragioni Presidente. Speravo che l’esperto giurista BIEDRON potesse darmi una mano ma lo vedo poco collaborativo su questa definizione quindi non posso che dire che il nostro emendamento vuole dare una definizione legalmente più efficiente di cosa siano questi reati o crimini sul piano legale dicendo appunto che sono tutte quelli che sono violenza e incitamento alla violenza.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 29)

Presidente, già nella definizione della collega che io, come lei sa, stimo moltissimo, dire che bisogna formare dei professori affinché “sappiano che queste cose accadono” quando io mi sono permesso dall’inizio di questa seduta di chiedere se queste “cose” - che non si vogliono intendere “violenza e incitamento alla violenza” come le intendo io con i miei emendamenti, ma con la parola “cosa” - si possano definire. Spero che si definiscano. Dire ai professori “cercate di intervenire contro delle cose” è un po’ problematico.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 28)

Citare solo alcune specifiche sentenze della Corte di Giustizia dei Diritti Umani e chiederne l’implementazione mi sembra francamente, sul piano legale con il quale abbiamo lavorato in questi tre anni, dentro una risoluzione altrettanto specifica, fuori luogo. Non che quelle sentenze non debbano essere applicate da quei singoli paesi, ma estrapolarne alcune e metterle a caso dentro questo rapporto mi sembra fuori da ogni normativa su cui si è lavorato. Grazie.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 30)

Presidente, anche qui tutto il paragrafo 7, ed è la ragione per cui io chiedo che venga depennato, parla di alcuni doveri a cui si dovrebbero invitare anche i parlamentari nella pienezza del loro mandato. Vogliamo chiedere ai parlamentari di pensarla tutti allo stesso modo sul tema dell’omofobia o sul tema dell’identità di genere che non abbiamo definito oggi?

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 31)

Non voglio ripetere gli argomenti che abbiamo usato quando abbiamo parlato della risoluzione, questo emendamento ne riprende molti. Penso che queste parole siano molto più serie da introdurre che lasciare le parole originali del rapporto. Grazie.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 32)

Anche qui ho già parlato delle ragioni che mi inducono a chiedere che vengano modificate alcune affermazioni, di cancellare in questo caso quello che segue alla parola LGTB. Non voglio continuare a soffermarmi su questo.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 33)

Presidente, anche qua voglio dire: prima non si è voluto includere le associazioni religiose nel confronto per introdurre nuove misure per lottare contro la violenza nei confronti delle attitudini sessuali. E qui invece si vuole che le associazioni religiose siano in qualche modo impegnate fortemente, obbligatoriamente, a introdurre al loro interno un mainstreaming sull’orientamento sessuale e di genere. Francamente, non riesco più a orientarmi in questo dibattito, Presidente.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 34)

Sempre dal punto di vista di una razionalità legale del testo, al di là dei contenuti che abbiamo discusso prima, perché non cambiare con le parole “incitamento alla violenza nei confronti di chi ha orientamenti sessuali” e lasciare invece questo insieme di parole, “lavorare contro”, che è così generico che può comprendere qualsiasi interpretazione. Capisco che in un testo così, in cui non c’è una definizione, più si è generici, meglio è. Però forse, sul piano legale, dovremmo rispettare il modo in cui ha sempre lavorato l’Assemblea. Grazie.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Subemendamento 1 all’Emendamento 34)

Per ragioni già dette sono contro all’Avvocato BIEDRON.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 35)

Come ho già detto prima, Presidente, stiamo parlando in termini talmente generici e talmente indefiniti, usando alcuni termini, che…non so, non ho più argomenti. Nessuno mi risponde, nessuno mi dà delle definizioni. Io capisco che questa è una battaglia nominalistica per molti di voi. Sappiate che una risoluzione o una raccomandazione che non definisce esattamente di cosa stiamo parlando sarà anche una battaglia che vincerà in quest’aula per 50,20 / 50,25, ma nessun paese potrà definire legalmente cosa volete dire.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 36)

Presidente, come prima, è meglio essere precisi sul piano legale, per poter avere un effetto giuridico permanente all’interno dei nostri paesi.

Luca VOLONTÈ (Italia PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13223, Emendamento 10)

Ultimo emendamento, Presidente. Anche qua quello che chiediamo è che venga cancellato perché noi riteniamo opportuno quello che sta facendo l’Agenzia europea dei diritti umani, ma citarla qua come un punto di riferimento indispensabile per il Consiglio d’Europa che ha un suo responsabile dei diritti umani mi sembra eccessivo. Poi se vogliamo discutere di come lavora l’Agenzia dei diritti umani a Vienna… Mi sono ridotto in questi ultimi mesi a leggere anche le statistiche. Sono pronto a discutere con voi, fuori ovviamente.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13227)

Caro Presidente, cari colleghi,

Innanzitutto tengo a congratularmi con il Signor WALTER per questo rapporto completo che esamina in profondità il modo in cui la Macedonia porta a termine gli impegni e gli obblighi assunti nei confronti del Consiglio d’Europa.

I problemi per la cooperazione regionale dell’Europa dell’est rappresentano un motore importante per la promozione dei desideri, per l’integrazione europea degli Stati dei Balcani occidentali. Dopo quindici anni di collaborazione parlamentare nell’Europa dell’sud-est, i presidenti dei parlamenti degli Stati partecipanti al processo di cooperazione dell’Europa sudorientale hanno deciso qualche settimana fa a Ohrid durante la permanenza della Presidenza macedone di questo formato per la cooperazione regionale, di mettere in pratica l’Assemblea parlamentare del Processo di cooperazione nell’Europa del Sud-Est, un’iniziativa che si propone di promuovere una stretta collaborazione tra i componenti legiferanti tra i dodici Stati membri per assicurare uno scambio soddisfacente di buone pratiche in materia di armonizzazione delle legislazioni nazionali con l’accordo dell’Unione europea.

Spettabili Colleghi, è arrivato il momento di porre fine ai confini di demarcazione dell’Europa perché dobbiamo assicurare alla nuova generazione dei giovani dei Balcani occidentali un futuro europeo. Sta nelle nostre mani ma anche nelle mani degli attori decisori della regione di agire con decisione in favore del consolidamento dei valori democratici dello Stato di diritto, condizione sin qua non per creare un medio favorevole agli investimenti che portano con sé nuovi posti di lavoro e contenenti al contempo un grado di benessere almeno ragionevole per i cittadini di questa regione.

Ci auguriamo che questa parte d’Europa sia animata da uno spirito di collaborazione e comprensione in cui i diritti delle minoranze nazionali siano pienamente rispettati, specialmente il diritto di ogni cittadino di conservare la sua identità nazionale tramite l’accesso all’istruzione e alla giustizia nella lingua madre tramite il pieno esercizio della libertà religiosa.

Spettabili Colleghi, come membro della delegazione rumena, vorrei trasmettere il mio messaggio di sostegno per gli sforzi computi dalla Macedonia per allinearsi agli standard del Consiglio d’Europa in materia dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello stato di diritto, come anche per l’obiettivo maggiore dell’autorità di Skopje di aumentare il dialogo con l’Unione europea.

Grazie.