IT14CR13

AS (2014) CR 13
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2014

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(Seconda parte)

ATTI

Della tredicesima seduta

Martedì 08 aprile 2014, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Vannino CHITI (Italia, SOC / SOC)

(Doc. 13461)

Grazie, Signora Presidente.

Io intervengo soprattutto per esprimere la convinzione dell’importanza dello strumento che il Consiglio d’Europa, la nostra Assemblea parlamentare, ha varato alcuni anni fa, cioè quello del partenariato per la democrazia che consente a noi di lavorare per perseguire gli obiettivi che sono la missione della nostra Assemblea parlamentare, ossia la diffusione della democrazia, il rispetto dei diritti delle libertà fondamentali della persona, il pluralismo e l’uguaglianza di genere.

Questo strumento, questo partenariato per la democrazia sta dimostrando la sua validità. In quest’ottica la concessione dello status di partner per la democrazia al parlamento della repubblica del Kirghizistan – anch’io condivido la sottolineatura che faceva il signor GROSS – costituisce non una medaglia, che non è nostro compito di dare, ma un impegno per noi e un impegno per il parlamento del Kirghizistan. È una sfida per entrambi dopo i partenariati che nel 2011 si sono stabiliti con il parlamento del Marocco e con il Consiglio nazionale palestinese.

È importante che questa che discutiamo sia la prima richiesta che proviene da un paese dell’Asia centrale che ha realizzato alcune riforme significative. Si tratta di un paese che ha adottato un sistema di democrazia parlamentare: nel 2007 ha abolito la pena di morte che è un punto a mio giudizio decisivo e sono state messe in cantiere alcune riforme istituzionali che mirano a rafforzare la democrazia. Certamente ci sono altri aspetti da affrontare, altrettanto importanti che sono stati richiamati anche da interventi: la lotta a una corruzione diffusa, il miglioramento della situazione giudiziaria, il superamento di persistenti tensioni etniche.

Questi sono obiettivi che possiamo portare avanti e, concludendo, voglio dire che l’efficacia di questo strumento che ci siamo dati, del partenariato della democrazia, risiede anche nel fatto che i punti e gli obiettivi che si indicano poi sono sottoposti a verifica. Cioè entro due anni la nostra Assemblea vedrà i progressi che si sono compiuti, gli impegni che siamo riusciti a portare avanti e che ha portato avanti il Kirghizistan e che noi ci siamo adoperati perché siano realizzati. In questo senso esprimo la mia soddisfazione, la mia convinzione e anche gli auguri perché questo impegno sia coronato da successo.

Grazie.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445)

Grazie.

Prima di tutto voglio congratularmi con il relatore per il lavoro fatto, è stato abbastanza difficile. Ci troviamo di fronte a un rapporto più che discusso durante le innumerevoli riunioni della Commissione per l’uguaglianza e contro la discriminazione.

I diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali devono occupare un posto speciale nell’elenco delle emergenze del Consiglio d’Europa. L’affermazione dell’identità culturale, linguistica, etnica, religiosa delle persone appartenenti alle minoranze nazionali è di un’importanza essenziale, così come viene precisato anche nella premessa della convenzione quadro riguardante la protezione delle minoranze nazionali: “L’insediamento di un clima di tolleranza e di dialogo rappresenta una condizione necessaria che permette alla diversità culturale di essere allo stesso momento una fonte e un punto di partenza, non della divisione ma dell’arricchimento di ogni società”. La promozione di una tale politica nazionale, a mio parere, dà alla tolleranza e al dialogo interculturale la vocazione per contribuire in modo decisivo alla prevenzione di eventuali conflitti.

Come senatore rumeno, rappresentante dei cittadini rumeni della diaspora, incoraggio i miei concittadini, specialmente quelli in Italia, Spagna, Germania e Regno Unito, dove le comunità rumene sono presenti in un numero significativo, a imparare la lingua ufficiale del paese dove lavorano, per potersi integrare nella società del paese di adozione.

Se non troviamo un giusto equilibrio tra il bisogno di promuovere i diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali e la necessità che questi cittadini siano parte integrante della società dello Stato in cui vivono, saremo testimoni di un approccio segregazionista.

Il primo commissario per le minoranze nazionali dell’OCSE dichiarava qualche tempo fa che gli Stati dovrebbero avere cura che i privilegi di cui godono certi gruppi non portino ad effetti secessionisti negli Stati in cui vivono. D’altronde questo fatto rivela la preservazione del diritto di identità che dovrebbe mirare  all’armonia con gli altri Stati membri della società. Questo aspetto è cruciale per assicurare la ricchezza, la pace e la sicurezza nazionale, dice il primo commissario.

Le raccomandazioni di Bolzano del 2008 fanno riferimento ad un’idea simile precisando che gli Stati madre dovrebbero assicurarsi che le politiche svolte verso i propri etnici che vivono oltre i confini non frenino l’integrazione delle minoranze negli Stati in cui vivono e non alimentino delle tendenze separatiste.

Si tratta senz’altro di un bisogno di miglioramento continuo della situazione dei diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali, però in seguito ad una valutazione oggettiva del livello di introduzione dei contenuti e degli standard già in atto e dell’impatto che questi comportano sul bisogno della protezione delle persone appartenenti alle minoranze nazionali.

Grazie.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445, Emendamento 22)

Non sosteniamo più l’emendamento 22. Lo ritiriamo.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445, Emendamento 25)

L’emendamento 25 non si sostiene più.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445, Emendamento 28)

Grazie Presidente. Le buone pratiche non sono necessariamente dei modelli universali. Possono essere rilevanti in certe situazioni ma non in tutte. L’idea di imporre certe buone pratiche a tutte le situazioni delle minoranze contravviene al concetto della diversità stessa. Per questo noi chiediamo l’introduzione delle parole “se è il caso” fra le parole “guideline” e “good practice”.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445, Emendamento 29)

Grazie Presidente. In questo emendamento chiediamo la sostituzione delle parole “sostenuto tramite documenti europei rilevanti” con le parole “rispettando i principi generali del diritto internazionale”, perché non ci sono dei documenti europei rilevanti generalmente validi riguardanti gli accordi di autonomia territoriale per le minoranze nazionali. I diritti delle minoranze sono meglio protetti quando si fondano sulle stipulazioni del diritto internazionale e dei trattati internazionali.

Grazie.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445, Emendamento 30)

Grazie Presidente. Anche qui veniamo con un suggerimento per la sostituzione di qualche parola. Vogliamo sostituire le parole “indifferentemente allo” con le parole “in più a”. Voglio chiarire: le condizioni economiche non possono essere trascurate quando si tratta dello sviluppo. L’idea della protezione delle minoranze è di aggiungere degli elementi specifici di ordine economico e di sviluppo che fanno riferimento alle rispettive comunità.

Grazie.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445, Emendamento 32)

Grazie Presidente. In questo caso voglio attirare seriamente l’attenzione, perché di solito votiamo così come dice la commissione. La nostra meta dovrebbe essere non il separatismo ma la certezza della diversità nell’unità. Per questo motivo l’istruzione delle minoranze è dappertutto parte del sistema educativo pubblico e non separata da questo sistema educativo. Per questo noi chiediamo di inserire le parole “accordi nel quadro” tra le parole “specifiche” e “sistemi educativi”.

Grazie.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445, Emendamento 10, contro il sub-emendamento orale)

Io pensavo che siamo nell’Unione europea. Qui si tratta di privatizzazione e di competizione economica. Cosa c’entra la minoranza con la competizione economica? Se sono buoni riescono a fare, se non sono buoni non riescono. Cioè non possiamo impedire una privatizzazione sostenendo dei motivi etnici o minoritari.

Grazie.

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13445, Emendamento 33)

L’emendamento 33 viene ritirato.