IT14CR17

AS (2014) CR 17
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2014

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(Seconda parte)

ATTI

Della diciassettesima seduta

Giovedì 10 aprile 2014, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Nunzia CATALFO (Italia, NI/NR)

(Doc. 13456)

Grazie Presidente.

Colleghi, da circa nove mesi ho l’onore di fare parte de Consiglio d’Europa, la casa del diritto. In questi mesi ho sentito parlare di lotta alla tratta delle donne, di combattere la povertà dei bambini, di democrazia, di rispetto dei diritti delle minoranze, di partecipazione dei cittadini alla vita politica e sociale dei propri paesi e dell’Europa. Tutti temi altissimi e degni dell’attenzione dei parlamentari presenti in questa Assemblea. Temi strettamente collegati alla crisi economica globale e alla carenza di lavoro dignitoso per tutti.

La Carta sociale europea, la Convenzione europea sui diritti dell’uomo, l’Organizzazione mondiale del lavoro ribadiscono il lavoro e l’esistenza dignitosa al fine di garantire la libertà e l’uguaglianza degli individui.

Purtroppo le misure di austerità economica applicate negli ultimi anni si sono concretizzate in un aumento delle famiglie a rischio di esclusione sociale e povertà rendendo sempre attuale e necessaria l’introduzione di misure sul salario minimo nei paesi che ne sono sprovvisti.

Il dubbio è: quanti governi hanno recepito e applicheranno le risoluzioni del Consiglio d’Europa? I parlamentari parte dell’Assemblea si faranno carico e lotteranno anche all’interno dei loro paesi per i principi condivisi nel corso dei nostri incontri e le risoluzioni approvate dall’Assemblea?

A questo proposito, a malincuore, in quanto parlerò del mio paese, già citato negativamente nel rapporto, voglio informarvi di quanto avviene in questo momento in Italia ad opera dell’attuale Governo a nome del Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e dell’attuale ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Il governo italiano ha appena varato un decreto cosiddetto “lavoro” che rappresenta l’ennesima demolizione dei diritti dei lavoratori. Il decreto consente che il contratto a tempo determinato possa essere stipulato evitando l’apposizione della causale, ovvero del motivo per il quale lo si stipula, e che possa essere ripetuto per ben 8 volte in 36 mesi. In breve si rende flessibile un contratto che non è flessibile.

Il medesimo decreto elimina per il contratto di apprendistato l’obbligo di sottoscrizione da parte del datore di lavoro del piano formativo, snaturando così la stessa essenza del contratto che deve essere stipulato come contratto di formazione e lavoro.

Tutto questo viene messo in atto dal governo, violando la Direttiva europea 70 del 1999 che impone l’apposizione della causale nel contratto a tempo determinato, violando la Costituzione italiana, violando la Carta dei diritti dell’uomo e violando i diritti sanciti nella Carta sociale europea. La stessa presidente della Commissione europea per gli Affari sociali, Pervenche BERES, nel corso di un’audizione presso il Parlamento italiano ha affermato che la flessibilità deve essere vista con occhio critico e prevedendo un disfacimento a ribasso di questo modello.

L’Italia cosa si accinge a fare? Mentre in Europa si discute di tutele dei lavoratori e ripristino dei diritti del lavoratore, l’Italia va a ribasso.

Nel riconoscere l’autorevolezza di questa Assemblea affermo che porterò nel mio paese, con consapevolezza e senso di responsabilità, quanto da noi oggi approvato e invito tutti i miei colleghi italiani a fare lo stesso.

 

Roel DESEYN (Belgio, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13456)

Sig.ra CATALFO, in effetti l’Italia è citata nel rapporto. Lei ha detto “negativamente”, ma il contributo non è negativo perché ci sono pochi rapporti sul lavoro fatto da giovani o da bambini. Ma lei ha citato una cosa molto positiva: il contratto tra il governo e i giovani penso sia un esempio che noi tutti dovremmo seguire.