IT14CR30      

AS (2014) CR 30
Versione provvisoria

 

SESSIONE ORDINARIA 2014

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(Quarta parte)

ATTI

Della trentesima seduta

Martedì 30 settembre 2014, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

SANTERINI Milena, Italia, RN/NI
(Doc. 13593)

 Grazie, Presidente.

Io ho molto apprezzato l’approccio della relatrice per questo intervento contro il neonazismo e vorrei sottolineare soprattutto la richiesta agli Stati di sviluppare strategie transettoriali, cioè economiche e sociali da un lato, e educative e culturali dall’altro.

È chiaro che il pregiudizio, l’intolleranza e il razzismo nascono a livello individuale e non possiamo nasconderci che la responsabilità è individuale. Ma non è soltanto individuale, perché i comportamenti xenofobi e discriminatori crescono per la responsabilità di queste organizzazioni di cui stiamo parlando, della società stessa e non raramente delle forze politiche. Perché mentre ufficialmente si condanna il razzismo, molti movimenti e rappresentanti politici creano il nemico, contrappongono un gruppo contro l’altro, umiliano le minoranze. Anche nei parlamenti, anche qui, si usa un gruppo contro l’altro, si difendono gli ebrei per attaccare l’Islam o l’Islam per attaccare gli ebrei. E tutti scaricano il disagio delle società complesse sugli immigrati e sui Rom.

Si strumentalizza il discorso sull’odio per colpire il proprio nemico. Noi non dobbiamo esitare nel colpire  l’hate speech a livello politico e nell’appoggiare tutte le misure che colpiscono i cattivi maestri, corresponsabili dell’odio che si sparge in Europa.

Per quanto riguarda i giovani, invece, l’approccio non può essere solo punitivo, ma di prevenzione, di cambiamento culturale o creativo, come propone la relazione. Ogni forma d’intolleranza, di neo-razzismo, sia l’antisemitismo o il razzismo contro i migranti, l’antigitanismo contro i Rom o l’anti-islamismo, è diversa e va affrontata con strategie diverse.

Come sappiamo, il pregiudizio può crescere, assumere forme di violenza più o meno esplicita, arrivare anche a pratiche di genocidio, lo abbiamo tristemente sperimentato in Europa con la Shoah.

Per questo è importante la memoria con cui si ricordano gli esiti a cui può arrivare l’odio. Ma la memoria va contestualizzata: bisogna capire come i giovani rivivono oggi questi eventi, alla luce di quello che succede in Medio Oriente, e quali sono gli effetti delle migrazioni.

Ritengo quindi molto positiva sia la proposta di una giornata per la lotta contro l’odio, sia la promozione dell’Alleanza parlamentare contro l’odio, perché lavoreremo per condannare ogni forma di intolleranza soprattutto a livello politico, ma anche cercheremo di individuare le nuove forme con cui si esprime l’odio tra le giovani generazioni, specie online.

I giovani hanno ereditato un’Europa democratica e tale deve restare.

Grazie.