IT15CR31ADD2

AS (2015) CR 31
Addendum 2

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2015

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(Quarta parte)

ATTI

Della trentunesima seduta

Marted́ 29 settembre 2015, ore 15.30

DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI

Milena SANTERINI  (Italia, SOC / SOC)
(Doc. 13866)

Ci sono momenti in cui la storia ci supera. Credo sia successo in questi ultimi mesi, quando la pressione dei profughi ha obbligato l’Europa a fare i conti con le sue politiche, i suoi valori e i suoi ideali. Sì, in questi mesi nel Mediterraneo e nei Balcani è stata messa alla prova l'idea stessa di Europa.

In alcuni paesi si alzano muri della vergogna ma in altri si aprono porte. Alcuni governi hanno risposto a una sfida storica, altri hanno scelto una chiusura che li porta indietro nella storia. Abbiamo fatto anche un’esperienza: l’ondata di solidarietà popolare verso queste famiglie in fuga mostra che i cittadini sono migliori dei gruppi populisti che li aizzano all’odio.

È il momento anche per il Consiglio d’Europa di alzare la voce e chiedere di agire adottando una politica comune, dando uno status di asilo valido per tutta l'Europa. Occorre creare standard comuni per dare un'accoglienza dignitosa. Credo che non si dovrebbe più parlare di asylum shopping davanti alle immagini che abbiamo visto in questi giorni. Non vogliono fare shopping, vogliono ottenere asilo. Per realizzare questo è necessario rivedere il trattato di Dublino, com’è stato chiesto nella risoluzione di Michele Nicoletti, prendendo atto che il sistema, a causa dei rapidi cambiamenti nella situazione politica, non ha garantito gli stessi diritti in tutti i paesi, anzi finisce per violarli. 
Tutti gli Stati sono tenuti a cooperare e a tenere fede agli impegni assunti per una ripartizione equa dei richiedenti asilo che, va ricordato, spesso subiscono anche le conseguenze dei fallimenti della politica internazionale. Il trattato di Dublino dovrà essere applicato cercando di garantire i diritti al ricongiungimento familiare e il rispetto dell’interesse superiore dei minori.

Occorre ricordare che i respingimenti collettivi sono vietati, perché tutti hanno diritto a vedere esaminata la loro domanda individualmente. Inoltre, i profughi non possono essere trattenuti in un territorio se vogliono raggiungerne un altro dove presentare la domanda.  

È chiaro che una strategia forte per far cessare i conflitti come quello siriano dovrebbe essere il primo passo per arginare questa migrazione di massa. Insieme, dobbiamo tornare a un forte impegno nella cooperazione e nella lotta alle cause che la provocano.

Ma parallelamente possiamo credere che l’accoglienza è possibile in attesa che una maggiore giustizia mondiale e una pace stabile non obblighi più a lasciare il proprio paese.

L’omogeneità etnica che alcuni paesi vorrebbero mantenere è un’illusione e una mistificazione. Non è mai esistita, e quando si sono creati gruppi separati in uno stesso territorio è stato a prezzo di pulizia etnica o di sofferenze della popolazione. Una società multiculturale è difficile ma possibile; se non l’abbiamo creata è a causa di poco impegno, non di troppa apertura.