SESSIONE ORDINARIA 2003

(Terza parte)

ATTI

della diciannovesima seduta

Martedì 24 giugno 2003 - ore 15

ADDENDUM 1

DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI


NESSA

Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo la parola per esprimere la mia condivisione nei confronti dell’impostazione di base data a questo rapporto dall’onorevole Wilkinson. In primo luogo è da accogliere senza riserve l’auspicio formulato nel punto quattro de l’exposé des motifs: le due organizzazioni, il Consiglio d’Europa e l’OIM sono praticamente condannate a cooperare e a coordinare proficuamente i loro lavori, in quanto ambedue hanno interesse a che i flussi migratori si svolgano regolarmente, in ordine e nel rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni migrante.  Ma ciò su cui occorre maggiormente plaudire del documento al nostro esame è laddove si sottolinea l’esigenza che l’intera comunità internazionale rafforzi la sua capacità di gestione degli immani flussi migratori  che si verificano oggi nel mondo.

Gestione efficace delle migrazioni, questa è, onorevoli colleghi, la parola chiave e non è un mero slogan, su cui occorre concentrare l’attenzione dei legislatori e dei decisori politici. Gestione dei flussi, infatti, sta a significare che i paesi membri sia del Consiglio d’Europa che dell’OIM devono poter garantire l’accoglimento delle correnti migratorie illegali, favorite da bande criminali organizzate che hanno il solo movente di lucrare sul traffico di esseri umani disperati e senza speranza.

Si tratta di una distinzione fondamentale che va tenuta presente a priori, in quanto permette di discernere sulle politiche da adottare successivamente, soprattutto nei confronti di tutti i migranti che arrivano regolarmente nei nostri paesi, i quali devono essere aiutati a integrarsi con successo nella società che li ospita e devono poter svolgere un lavoro dignitoso.

In seguito alle recenti tragedie occorse nel Canale di Sicilia, sta finalmente prevalendo in tutta l’Unione Europea la consapevolezza che l’obiettivo principale non sia quello di fermare le “carrette del mare”, cariche di disperati e pilotate da trafficanti di morte, ma soprattutto quello di impedire che gli immigrati lascino il loro paese. Per questo, al vertice di Salonicco, il pianeta immigrazione diventa uno dei primi argomenti all’ordine del giorno, mentre la Commissione Europea mette a disposizione cento quaranta milioni di euro per il controllo delle frontiere esterne e duecento cinquanta milioni per la cooperazione esterna.

Tra i cinque punti di priorità individuati per il semestre di Presidenza italiana, vi è quello di uno “spazio di sicurezza e giustizia”, nel quale sono specificatamente indicati: la ricerca di meccanismi efficaci di gestione comune delle frontiere (con particolare attenzione a quelle marittime), l’intensificazione dei rapporti con i paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori, una stretta cooperazione nella politica dei visti, il recupero delle ulteriori risorse.

Tutto questo dimostra che ormai i poteri decisionali delle Istituzioni europee tendono a consolidarsi sempre di più per affrontare il problema con una soluzione unitaria. Ciò viene anche confermato da un recente sondaggio, commissionato dall’UE, secondo cui sette cittadini su dieci si aspettano dai Governi europei una posizione unica in materia di immigrazione e di asilo.

Ritengo di poter affermare, Signor Presidente, che l’Italia cerca di fare del suo meglio proprio in linea con quanto sostenuto dal documento dell’onorevole Wilkinson e attuato, in via di fatto, dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: ovvero favorire l’arrivo di tutti quei rifugiati e migranti che hanno una chance concreta di lavoro regolare e, quindi, la possibilità effettiva di integrarsi nel tessuto della nostra società civile. Grazie per l’attenzione.