SESSIONE ORDINARIA 2003

(Terza parte)

ATTI

della ventiduesima seduta

Giovedì 26 giugno  2003 - ore 10

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


RIGONI

Signor Presidente, la conclusione dei lavori della Convenzione sull’avvenire dell’Europa e la presentazione al Consiglio europeo di Salonicco del progetto di Costituzione europea, consentono di svolgere qualche considerazione meno precaria e interlocutoria sul ruolo del Consiglio d’Europa nel processo in corso. Ciò sarà proseguito in sede di conferenza intergovernativa a Roma, nel mio paese.

In primo luogo, va salutata con favore e considerata in termini estremamente positivi l’incorporazione nel progetto di Costituzione europea della Carta dei diritti fondamentali di Nizza. Il Bill of Rights europeo diventa finalmente tale. Esso esce dall’ambiguità di un catalogo di libertà fondamentali, proclamato ma privo d’esplicita efficacia giuridica, e viene organicamente inserito nel testo basilare dell’Unione.

Si tratta di un motivo di grande soddisfazione per il Consiglio d’Europa, poiché l’idea di un’integrazione realizzata attraverso il riconoscimento di un comune patrimonio di diritti fondamentali è alla base della nascita stessa del Consiglio d’Europa e delle sue istituzioni. Il metodo da sempre propugnato da esso per realizzare un’unione più stretta e un’integrazione crescente fra i suoi membri è quello della democrazia, attraverso il diritto: tale obiettivo può essere realizzato soltanto attraverso una molteplicità di situazioni giuridiche fondamentali, che sono godute in modo sostanzialmente equivalente in ogni luogo dell’Unione, dal più centrale al più periferico, dal più ricco al più povero.

Il Consiglio d’Europa rivendica in modo orgoglioso il fatto di aver posto da sempre a fondamento della propria azione il tema del pacifico ed effettivo godimento dei diritti fondamentali rispetto ad altre prospettive, come quella dell’integrazione economica.

Alla luce di queste premesse, ci si può però aspettare qualcosa di più in sede di elaborazione della bozza definitiva di Costituzione europea: innanzitutto è possibile realizzare un’inequivoca e solenne adesione dell’Unione alla CEDU, superandosi in questo modo le ritrosie e i dubbi del passato. Sotto questo punto di vista, la formulazione adottata dall’articolo I-7, punto due, del progetto di Costituzione appare piuttosto timida e non particolarmente innovativa. L’inevitabile opera di autoconformazione della giurisprudenza comunitaria rispetto a quella della Corte europea dei diritti dell’uomo riesce comunque a realizzare una più efficace integrazione fra sistemi tra loro diversi, ma necessariamente connessi.

Insieme alla redazione della Costituzione europea, si realizza in questi mesi l’allargamento dell’Unione. Si tratta d’un importante successo nella prospettiva della realizzazione di una grande Europa unita, dall’Atlantico agli Urali. L’esperienza maturata in questi anni dal Consiglio d’Europa si presenta come di preziosa utilità per le istituzioni comunitarie. Sarebbe auspicabile pertanto che, anche in questo caso, ci sia nel nuovo testo costituzionale una maggiore valutazione dell’esperienza maturata in seno al Consiglio d’Europa. In particolare, potremmo affidare al Consiglio d’Europa una vera e propria verifica preliminare di compatibilità delle istituzioni politiche e costituzionali e, insieme, del sistema giuridico dei paesi candidati all’ingresso nell’Unione europea, rispetto a standard minimi comuni, con effetti preclusivi in caso di parere negativo rispetto all’adesione all’Unione.

Sarebbe lungimirante, per le istituzioni comunitarie, cercare di far tesoro di tale esperienza al di là della generica formula dell’articolo III-224 del progetto di Costituzione.

Un ultimo punto: in questa prospettiva, deve essere considerato con attenzione il protocollo sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, inserito nel corpo del progetto del trattato, il quale coinvolge i parlamenti nazionali nel meccanismo di verifica del rispetto dei suddetti principi. E’ necessario cogliere l’occasione per realizzare una scelta maggiormente innovativa, forse più coraggiosa, attraverso la valorizzazione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, un’assemblea di natura pienamente parlamentare, in grado di realizzare la necessaria sintesi fra la posizione dei diversi Stati membri.

Signor Presidente, tutto è ancora aperto. Il progetto di Costituzione europea è nelle mani della Conferenza intergovernativa. Facciamo sentire la voce del Consiglio d’Europa. Grazie.

GUBERT

Signor Presidente, il riferimento ai diritti umani è già presente, perché allora segnalarne uno in particolare? Le situazioni d’ineguaglianza e di difficoltà sono tante: menzionarne soltanto una mi sembra un errore.

GUBERT

Signor Presidente, le stesse obiezioni che valevano per il precedente emendamento valgono anche per questo: occorre mantenere l’equilibrio asciutto presente nell’attuale proposta.