SESSIONE ORDINARIA 2004

(Seconda parte)

ATTI

della dodicesima seduta

Mercoledí 28 aprile 2004 - ore 10

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


de ZULUETA

La nostra premessa è chiara. Questa Assemblea sostiene le Nazioni Unite quale pilastro del sistema multilaterale nel quale ci riconosciamo. L’anno 2003 però, e anche i primi mesi di quest’anno, sono stati difficili per le Nazioni Unite. Alla luce della guerra in Iraq e della crisi che n’è seguita, l’obiettivo di rafforzare le Nazioni Unite, di aumentare la sua efficienza in termini di prevenzione e di risoluzione dei conflitti dovrebbe diventare una priorità assoluta. Siamo dunque, come dice il Segretario Generale Kofi Annan - che chiede e spinge per un progetto di riforma forte - nel mezzo di quello che potrebbe essere un passaggio cruciale.

Vorrei che abbia un esito positivo. Sappiamo che si parla di riforma delle Nazioni Unite da tanto, anche troppo tempo, quest’Assemblea se n’è occupata ripetutamente.

Partiamo da quelle proposte che ribadiamo. La proposta alla vostra attenzione oggi parte dalla constatazione dell’esigenza di un profondo riesame dei rischi e delle sfide attuali alla sicurezza globale. Questa è anche la base del mandato dato al High Level Panel on Global Threats, Challenges and Change, costituito dal Segretario Generale e con il quale una delegazione dell’Assemblea guidata dal Presidente Schieder ha avuto un incontro molto interessante nel febbraio di quest’anno.

Sono tre le principali segnalazioni raccolte in quell’occasione. In primo luogo la constatazione da parte dei panelists del sud del mondo di una forse eccessiva attenzione alle cosiddette sfide dure: il terrorismo, le armi di distruzione di massa a spese delle cosiddette sfide morbide quali la povertà, i disastri ambientali o le malattie endemiche, che provocano più morti e hanno effetti più destabilizzanti.

Per quanto riguarda l’attuazione di un quadro di diritto internazionale, i partecipanti hanno espresso grande interesse nei meccanismi di monitoraggio di cui si è dotato il Consiglio d’Europa. Siccome siamo molto coscienti delle difficoltà cui va incontro qualsiasi proposta di riforma, in primo luogo del Consiglio di Sicurezza, abbiamo fatto una proposta che procede per gradi.

Riteniamo che sia importante restituire all’Assemblea Generale la sua funzione originale quale principale organo decisionale politico delle Nazioni Unite. Ma una vera rivitalizzazione dell’Assemblea deve comprendere una dimensione parlamentare. A questo fine propongo di accogliere la proposta del Parlamento Europeo di varare insieme all’Assemblea parlamentare, regionale e mondiale, una rete di parlamentari che si riunirebbero nella sede delle Nazioni Unite e in collegamento con l’Assemblea generale.

Tale rete però dovrebbe considerarsi un primo passo verso la creazione di quella seconda camera parlamentare dell’Assemblea, così come già proposto da quest’Assemblea. Ritengo però che la sua costituzione non potrà prescindere da meccanismi di verifica delle procedure di elezione dei suoi membri. Il progetto di risoluzione appoggia anche le proposte volte a creare all’interno delle Nazioni Unite un consiglio di sicurezza economico e sociale, che funga da piattaforma politicamente  legittimata a discutere i problemi economici e mondiali del mondo.  Infine, la parte più difficile della nostra proposta. La riforma del Consiglio di Sicurezza. Non si potrà rinviare a lungo: ne va della credibilità oltre che della capacità di buon funzionamento dell’organo che sta al cuore del sistema di sicurezza collettiva delle Nazioni Unite. L’allargamento del Consiglio per migliorare la sua rappresentatività è un primo passo che consentirebbe di migliorare la sua legittimità agli occhi di molti paesi membri.

L’attuale sistema di veto dovrà anche essere modificato. Propongo pertanto di appoggiare la proposta del Parlamento Europeo di sostituire tale sistema con il doppio veto, valido soltanto se fatto da due membri e solamente nei casi del capitolo 7 della Carta.

Signore e Signori, Colleghi, solo una vera coalizione trasversale potrà smuovere il meccanismo bloccato di riforma dell’ONU. Possiamo da subito far partire i primi passi necessari per il suo rafforzamento. Un primo esempio sarebbe uno sforzo vero, in particolare da parte dei paesi ricchi per onorare gli obiettivi di sviluppo del millennio.

So bene che le Nazioni Unite avranno sempre e soltanto la forza che i suoi Stati membri vorranno dare loro ma un segnale forte da parte dei loro parlamenti oggi più che mai sarebbe importante. Grazie.

GUBERT

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi;

Il documento che abbiamo all’esame mette all’attenzione dell’Assemblea la necessità di un rafforzamento dell’ONU. Esprimo, in nome del gruppo popolare-democratico cristiano, il pieno consenso a tale richiesta, che corrisponde a quanto espresso da tempo dal pensiero sociale cristiano, al quale il gruppo PPE/DC s’inspira.

Esiste un bene comune da perseguire a livello globale, dell’intera umanità? E’ sempre esistito, ma il progresso tecnico nelle comunicazioni e nei trasporti ha reso le popolazioni della terra assai più interdipendenti di un tempo e quindi il bene comune a livello globale  assai più denso e rilevante.

Laddove c’è un bene comune da curare, dal livello più modesto dell’aggregato d’abitazioni fino al modello più ampio continentale o subcontinentale, la società umana si è data un’organizzazione politica per perseguirlo. Non si è mai giudicato sufficiente l’affidare il suo perseguimento al libero gioco dell’incontro-scontro degli interessi. Perché allora, a livello globale ci si dovrebbe rassegnare al libero incontro - scontro degli interessi, ad un livello d’organizzazione globale occasionalmente determinato, del tutto fluido, privo di stabili istituzioni capaci di assumere ed eseguire decisioni assicurandone il rispetto.?

L’organizzazione delle Nazioni Unite è stata dopo la Società delle Nazioni, l’espressione del desiderio di perseguire il bene comune a livello mondiale, almeno nel settore della sicurezza contro le aggressioni e della correzione di squilibri così evidenti nella dotazione di risorse tali da ledere il diritto di tutti a soddisfare i loro bisogni fondamentali.

Tuttavia, gli attori internazionali più potenti non hanno ritenuto di dotare l’ONU di poteri e risorse adeguati. Dapprima il conflitto e la competizione fra gli USA e l’URSS ha strutturato il sistema globale in parti fra loro contrapposte, lasciando poco spazio alla cura del bene comune.

La vittoria degli USA e con essi dei paesi democratici nella competizione ha eliminato il dualismo. Ma gli USA non si sono configurati come principale attore nella creazione di una organizzazione politica globale attraverso la riforma e potenziamento dell’ONU bensì hanno assunto in proprio il compito di riorganizzare il mondo in modo che corrisponda ai propri valori, pur ampiamente condivisi anche da noi, e ai propri interessi.

E’ importante  che l’Assemblea Parlamentare, che rappresenta i parlamentari degli Stati europei, si pronunci in modo diverso, tra la strada dell’accettazione delle tendenze unilateraliste ricercando un posto nelle coalizioni che di volta in volta vengono create per cooperare al raggiungimento di determinati obiettivi, lasciando all’ONU sostanzialmente compiti umanitari, e la strada del rafforzamento dell’ONU quale strumento democratico per il perseguimento del bene comune globale.

L’Assemblea dei rappresentanti dei Parlamenti europei conferma oggi la scelta prioritaria di questa seconda strada, quella più coerente con i propri valori e i propri principi politici.

E allora ben vengano i suggerimenti per procedere gradualmente in tale direzione anche prevedendo un’Assemblea Parlamentare dell’ONU e il Consiglio di sicurezza economica e sociale, ben sapendo che è comunque necessario che l’unica superpotenza muti i suoi orientamenti dato che il suo potere economico e militare è decisivo, ma sapendo anche che un’unica superpotenza non ha il potere di controllare la società globale senza un largo consenso dei popoli e che tale consenso si indirizza verso forme democratiche o quanto meno multilaterali di organizzazione politica e globale che solo l’ONU può sviluppare.

Grazie Presidente.