SESSIONE ORDINARIA 2004

(Seconda parte)

ATTI

della quattordicesima seduta

Giovedì 29 aprile 2004-ore 09.30

ADDENDUM I

DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI


GUBERT

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi.

La situazione del Kossovo dimostra come sia difficile per forze internazionali sostituirsi alle forze locali nel creare un quadro di convivenza civile quando queste non sono convinte, quando il quadro politico entro il quale la convivenza civile dovrebbe svolgersi non è condiviso dalla maggior parte della popolazione locale.

La popolazione attuale del Kossovo, a seguito anche di processi d’immigrazione, è per gran parte d’etnia albanese, nonostante che il Kossovo storicamente sia stato uno dei punti centrali della civiltà serba, con testimonianze, chiese, monasteri di altissimo valore. Il conflitto fra popolazione albanese e popolazione serba è solo esploso dopo la fine dell’esperienza dello stato jugoslavo, ma covava da tempo anche prima.

Come si può pensare che, dopo l’esplosione del conflitto, in forme d’estrema violenza, si possa in breve tempo superare i conflitti?

La comunità internazionale insiste per creare le condizioni per una convivenza interetnica in un Kossovo unito, con ampia autonomia, ma posto sotto la sovranità serba.

Ma da un lato la popolazione albanese è convinta di dover diventare uno stato indipendente e d’altro lato quest’aspettativa è solo formalmente non accettata dalle organizzazioni internazionali; queste nulla fanno per dare sostanza alla sovranità serba ( la moneta, ad esempio, è l’euro) ma nello stesso tempo non procedono neppure verso una revisione degli accordi, preparando per il Kossovo l’indipendenza.

Il controllo della criminalità e lo stesso ordine pubblico non sono adeguatamente garantiti. Sono esplose aggressioni verso la minoranza serba, con distruzioni anche di preziosi beni culturali, preziosi non solo per la Serbia, ma per l’ intera Europa. Serve allora cambiare modo di operare.

L’esperienza politica umana ha trovato un modo per attenuare i conflitti fra popolazioni: la creazione di confini controllati. Laddove la civile convivenza fra etnie non è voluta da una di esse, si può certo agire per cambiare gli atteggiamenti, le relazioni ma se tale azione non raggiunge i suoi fini, è preferibile ricorrere all’istituzionalizzazione di confini che riducano le occasioni di conflitto.

Non è facile ripartire il territorio del Kossovo in un’area d’etnia albanese e un’area d’etnia serba. Vi sono mescolanze, presenze a macchia di leopardo. Tuttavia si possono forse individuare modi di ripartizione del territorio che minimizzino la presenza di gruppi d’etnia diversa, garantendo comunque loro piena tutela.

Il modo con il quale questi territori si rapportano con la Serbia può essere diverso da quello che preveda un’autonomia elevata a quello che preveda l’indipendenza per la parte d’etnia albanese. Forse quest’ultimo è più realista.

In ogni caso un programma europeo di rivitalizzazione dell’ economia kossovara e la prospettiva di tutti i Balcani di far parte dell’Unione Europea possono attenuare la portata dei sacrifici che le parti in gioco devono fare.