Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2006
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Prima parte

ATTI

della terza seduta

Martedì 24 gennaio 2006-ore 15

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


ZACCHERA

Signor Presidente, ho avuto modo di occuparmi a lungo dei problemi della Georgia poiché alla fine del 2004 fui relatore alla UEO proprio di un rapporto sulla situazione della Georgia e anche come Presidente dell’Associazione parlamentare Italia – Georgia, ho avuto modo di visitare negli anni successivi questo paese. Credo che il documento che abbiamo oggi in discussione sia molto equilibrato e sicuramente apprezzabile.

Infatti, è indubbio secondo me, proprio in considerazione delle varie fasi che ha attraversato questo paese, che la situazione in Georgia sia progressivamente in via di miglioramento anche se sussistono sicuramente molti problemi. Mi sembra però doveroso sottolineare proprio le difficoltà nelle quali si trovano ad operare i dirigenti della Georgia, prima il Presidente Shevarnadze ma soprattutto ora, il Presidente Saakachvili, perché la Georgia si trova in una situazione d’estrema difficoltà.

Ci sono degli elementi che possono spiegare molte cose. Se visitate il Ministero della Difesa georgiano, ebbene, sappiate che oltre un muro di mattoni alto due metri c’è una base militare russa: questo dice molto sulla possibilità dei georgiani di fare quello che vogliono. Rimasi molto sorpreso, parlando della Abkhazia del Sud, di scoprire che Mosca può anche dire cose bellissime, ma in realtà i generali russi, che controllano il passaggio dei camion in quella regione, possono stabilire di aumentare o diminuire la tensione: basta chiudere un giorno il confine e quindi la linea dei camion diretti addirittura in altri paesi del Caucaso, perché quella è praticamente l’unica strada che si può usare. Capirete bene quanti punti di pressione si possono esercitare.

Anche in questi giorni abbiamo visto come la Georgia dipenda in tutto e per tutto dalla Russia per quanto riguarda gli approvvigionamenti energetici e non soltanto per il gas ma anche per l’energia elettrica. Ricordate tra l’altro che l’Armenia a sua volta dipende da che cosa passa attraverso la Georgia e quindi dipende sempre dagli approvvigionamenti russi.

Ritengo quindi che il documento sia equilibrato ma che si debbano mettere anche in luce queste difficoltà. Parte del territorio della Georgia in pratica non dico che sia occupato, perché sarebbe scorretto dire che è occupato da forze armate russe, ma certo si tratta di zone in cui i russi possono esercitare moltissime pressioni.

Non tutte le cose promesse dal nuovo Presidente Saakachvili sono state attuate e parlando con l’opposizione l’ho trovata molto debole non soltanto come numero di seggi in Parlamento ma anche debole come qualità delle persone espresse. Quindi il suggerimento che viene fatto di abbassare la soglia per permettere una maggiore presenza dell’opposizione in Parlamento è giusto, certo, ma forse dovremmo puntare piuttosto a creare delle confederazioni di diversi partiti dell’opposizione perché altrimenti si rischia una polverizzazione dei partiti senza che abbiano poi un vero seguito popolare.

Anche perché ad oggi la situazione dell’informazione in Georgia non è ottimale come non lo è quella della giustizia, qui dobbiamo invece chiedere all’autorità georgiana una forte attenzione anche su questo.

In definitiva non possiamo e non dobbiamo abbandonare la Georgia. Oggi gli Stati Uniti d’America concedono grossi prestiti e fanno grossi investimenti ma i georgiani ci tengono a dire che si sentono europei e lo dimostrano ovunque: davanti al Parlamento di Tbilisi non troverete soltanto la bandiera della Georgia ma anche la bandiera europea anche se loro non fanno parte dell’Unione Europea.

Da un punto di vista prettamente strategico dobbiamo tenere presente questa volontà del popolo georgiano: non soltanto non dobbiamo abbandonarlo ma credo che dobbiamo aiutarlo. In questo senso il documento è appunto un documento equilibrato e quindi ritengo da approvare, proprio anche per evitare che dal punto di vista geopolitico la Georgia o si allontani dall’Europa o si senta abbandonata dall’Europa. Il Caucaso ha una posizione chiave nella strategia dell’Est dell’Europa, dei confini ad Est dell’Europa. Non possiamo abbandonare, non dobbiamo abbandonare tutto il Caucaso e nella fattispecie la Georgia.

La ringrazio, Presidente.