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AS (2006) CR24 |
Versione provvisoria |
SESSIONE ORDINARIA 2006
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Quarta parte
ATTI
della ventiquattresima seduta
Lunedì 02 ottobre 2006-ore 15
DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO
FASSINO
(Domanda al Primo Ministro della Croazia On. IVO SANADER)
Ringrazio il Presidente per il suo discorso ispirato da un forte europeismo. La conosco da molti anni e so che Lei è uno dei dirigenti della Croazia che più si è battuto e si batte per ancorare la Croazia, i Balcani e l’Europa sud-orientale all’Unione Europea. Volevo farle due domande, la prima è la seguente: sono passati dieci anni dagli accordi di Dayton, in queste settimane la Bosnia ha conosciuto dei passaggi elettorali importanti, come vede Lei la prospettiva e l’impegno della Croazia per il consolidamento del processo di stabilità e di democrazia in Bosnia. La seconda domanda è: come il suo governo intende favorire l’attività del tribunale Penale Internazionale per la Jugoslavia. Grazie.
IVO SANADER, Primo Ministro della Croazia
Innanzitutto, credo che l’accordo di Dayton sia stato un grande successo, non solo per la Bosnia Erzegovina ma anche per la Comunità Internazionale perché ha messo fine alla guerra. Certo, l’accordo non era ideale, noi tutti sappiamo che la vita non è ideale, ma ha raggiunto il suo scopo. E’ per questa ragione che l’accordo di Dayton deterrà certamente un posto speciale nella storia futura.
Oggi, ben undici anni dopo perché è stato concluso nel 1995, bisogna vedere come funziona. Da diverse parti sento che non funziona più bene. Allora bisogna fare anche delle riforme per quanto riguarda la costituzione, però non si possono accettare riforme che non vengano accettate da tutti i tre popoli che rappresentano la Bosnia Erzegovina e che devono ottenere e mantenere un uguale status.
Credo che prima di tutto, la Comunità Internazionale, il Consiglio d’Europa e anche gli Stati Uniti – che sono stati attivissimi in questi accordi – debbano adoperarsi insieme ai rappresentanti di questi tre popoli per emancipare la politica della Bosnia Erzegovina. Un altro aspetto che non dobbiamo dimenticare è il problema del Kossovo e di come si rapporta alla Bosnia Erzegovina. Ieri ci sono state le elezioni in Bosnia Erzegovina, vedremo i risultati alcuni dei quali sono già noti.
Comunque adesso l’attenzione della Comunità Internazionale è rivolta all’Iraq, all’Afghanistan, al Medio Oriente ma non deve dimenticare questa parte dell’Europa. Siamo vicini della Bosnia Erzegovina come anche della Serbia e vogliamo che tutto vada bene e siamo pronti a contribuire e a collaborare con le attività della Comunità Internazionale per vedere se l’accordo di Dayton è ancora adeguato al presente e al futuro o se bisogna riformarlo.
Credo che il problema di cooperazione con il Tribunale non è solo relativo all’obbligo di un solo paese, per esempio della Croazia, della Bosnia, della Serbia o del Montenegro ma è prima di tutto un obbligo individuale. Infatti, si tratta di un rules of laws perché anche nella legislazione croata esiste questo obbligo. Noi non abbiamo cooperato con l’Aia perché l’Unione Europea lo ha chiesto ma perché esiste una legge in Croazia che dice che tutti coloro che sono stati accusati devono rispondere alle accuse.
Credo che qualsiasi paese in questione, se vuole implementare le proprie leggi, lo deve fare in ogni caso e non solo perché lo chiede l’Unione Europea.
MANZELLA
(Doc. 11017)
Signor Presidente e cari Colleghi, io credo che l’ultima fatica in questa sede del collega Schieder sia un eccellente punto di riferimento e lo sarà a lungo. Noi attendiamo direi dal 1949 che ci sia una riorganizzazione, un ripensamento della nostra organizzazione che è andata un po’ crescendo con la tecnica dell’albero di natale. Adesso invece occorre dare un senso all’organismo che siamo.
Dal punto di vista tecnico-istituzionale, giuridico-istituzionale, direi che le proposte del collega Schieder sono assolutamente da seguire. Dal punto di vista politico-istituzionale, pregherei il collega Schieder di dare un approfondimento, se lo ritiene possibile. L’approfondimento è il seguente: il nostro organismo è un organismo direi di tipo costituzionale. Non abbiamo cioè al vertice del nostro organismo un organo di supremazia. Abbiamo al vertice del nostro organismo la Costituzione, abbiamo la Carta del 1950 e le Convenzioni che ad essa si sono aggiunte.
E’ questo il senso costituzionale dell’equilibrio dei nostri poteri, il che non significa ripartizione di peso tra le varie istituzioni, ma significa come ha detto la nostra Corte e come ha detto il Collega Schieder, un senso di equilibrio dinamico, di equilibrio funzionale.
Qual è questa funzionalità? E’ d’aver chiaro che tutto è nell’attuazione della nostra Costituzione e della Carta di Roma del 1950 e delle successive Convenzioni e che tutto deve essere funzionalizzato a questo. Quindi se c’è una supremazia, è la supremazia della Corte di Giustizia. La nostra Assemblea parlamentare, in un certo senso, deve operare come braccio secolare della Corte di Giustizia.
La nostra Assemblea parlamentare che ha questo grande compito di essere una passerella tra i parlamenti della grande Europa e i parlamenti della piccola Europa, ha un compito anch’esso operativo ma di funzionalità tenendo sempre presente che al vertice c’è la Costituzione.
E’ così per le altre istituzioni che noi abbiamo come il Comitato delle organizzazioni locali. Che cosa significa? Significa che al centro c’è anche il cittadino, il cittadino con i suoi diritti nella comunità di destino, e così per la Conferenza delle organizzazioni non governative, il cittadino della sussidiarietà orizzontale.
Direi che forse il ruolo minore in questa riorganizzazione concettuale spetta proprio al Comitato dei ministri, siano essi ministri o ambasciatori. Ecco, quindi ottima la relazione Schieder.Ma direi che questa visione costituzionale ci permetterebbe di dare più forza alle ottime proposte in essa contenute. Grazie.