IT06CR25

AS (2006) CR25

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2006

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Quarta parte

ATTI

della venticinquesima seduta

Martedì 03 ottobre 2006-ore 10

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


MARCENARO

( Doc. 11050)

Signor Presidente, Presidente Berisha e Terzić, cari Colleghi, care Colleghe.

Il Gruppo socialista approva il progetto di risoluzione e di raccomandazione proposto dal relatore. Voglio sottolineare il carattere strategico che ha per l’Europa il futuro dei Balcani e nello stesso tempo ribadire l’importanza che ha per i Balcani la prospettiva europea.

Solo l’Europa può costituire il contesto nel quale il moltiplicarsi delle identità e delle domande di autonomia che caratterizzano quella regione, può essere governato in pace e in democrazia e non sfociare in conflitti distruttivi. E’ l’Europa il quadro di una duratura prospettiva di pace e di cooperazione nei Balcani.

I Balcani ci hanno ricordato e ci ricordano, specie alla nostra generazione, quale illusione sia considerare la pace come un risultato definitivo, un dato naturale e non un bene che ogni giorno deve essere ricostruito. Molto spesso noi pensiamo ai Balcani come se fossero il nostro passato. Sono per certi aspetti il nostro futuro. Nei Balcani è l’intera Europa che è sfidata a misurarsi con i difficili problemi di convivenza delle differenze e di governo dei conflitti che già sono e ancora più saranno le sfide di tutte le democrazie moderne.

Del resto, con il fenomeno dell’immigrazione già oggi, in molti paesi, albanesi, serbi, croati, montenegrini, macedoni non sono per noi solo abitanti di paesi lontani ma donne e uomini che incontriamo ogni giorno nelle nostre strade e nelle nostre città. In passato quando finì la vecchia Repubblica Federale di Jugoslavia, l’Europa è stata nei Balcani occasione di divisione. Oggi al contrario, può e deve essere via di unità e di cooperazione. Per questo è importante che l’Unione Europea abbia una vera e propria strategia regionale.

La relazione giustamente sottolinea la specificità dei singoli paesi, dei singoli Stati, delle singole democrazie che devono essere conosciute e rispettate. Ma nel contempo è necessaria una strategia d’insieme, una linea unitaria che come afferma il sottoparagrafo 14 punto 7 della risoluzione, definisca un calendario preciso per l’integrazione nell’Unione Europea.

L’allargamento dell’Unione Europea ha comportato e comporta indubbiamente problemi molto seri. Ma l’allargamento dell’Europa è stato la più grand’esperienza di esportazione pacifica della democrazia. E’ stato nel mondo l’unica alternativa all’idea fanatica dell’esportazione armata della democrazia. La situazione nei Balcani dimostra quali conseguenze negative avrebbe per il futuro di tutta l’Europa il ritrarsi da quella via e da quegli impegni.

Infine, noi dobbiamo avere fiducia nel fatto che nei Balcani la prospettiva europea non è l’idea di ristrette élite politiche ma un sentimento popolare che legge in questa parola Europa la speranza e la possibilità di un futuro migliore per sé e per i propri figli. E questo sentimento popolare è la migliore garanzia che noi, il resto dell’Europa, possiamo chiedere. Grazie.