SESSIONE ORDINARIA 2007
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Seconda parte
ATTI
della tredicesima seduta
Martedì 17 aprile 2007-ore 15
DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO
INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL COMITATO DEI MINISTRI, ONOREVOLE STOLFI
( Doc. 11241)
Signor Presidente, Signor Segretario generale, Signore e Signori membri dell’Assemblea parlamentare.
Sono molto lieti di ritrovarmi oggi per illustrare l’andamento dei lavori del Comitato dei Ministri dalla sessione di gennaio. Sono strascorsi solo tre mesi da allora durante i quali abbiamo compiuto progressi a volte significativi su numerose questioni. Presenterò ognuna di queste riprendendo l’ordine che avevo seguito nel mio intervento di gennaio.
Inizierò con il seguito delle decisione adottate al Vertice di Varsavia, che costituisce tuttora la più alta priorità del Comitato dei Ministri. In tale contesto, come sapete, la nostra Presidenza ha deciso di prestare un’attenzione particolare al mantenimento dell’efficacia del sistema, senz’uguali, di tutela dei diritti dell’uomo stabilito nella Convenzione europea dei diritti umani.
Il colloquio che abbiamo organizzato a San Marino il 22 e 23 marzo scorsi sui “Futuri sviluppi della Corte europea dei Diritti Umani alla luce del Rapporto dei Saggi” ha permesso di mettere a confronto le opinioni di numerosi partecipanti che rappresentavano nello stesso tempo le diverse istituzioni interessate del Consiglio d’Europa, fra cui la vostra Assemblea e anche della società civile.
Gli scambi proficui intervenuti durante il colloquio hanno suscitato riflessioni e suggerimenti molto utili per i lavori preparatori della Sessione Ministeriale dell’11 maggio 2007, nella quale il Comitato dei Ministri prenderà le sue prime decisioni relativamente al seguito da dare al Rapporto dei Saggi.
Una scadenza molto importante sottolineata durante il colloquio rimane certamente l’entrata in vigore, nei tempi più brevi, del protocollo n. 14 della Convenzione. So quanto questo argomento prema sia alla vostra Assemblea che al Comitato dei Ministri. Mi riferisco in particolare alla visita che il Presidente della vostra Commissione Affari legali e Diritti umani, il Signor Marty ha effettuato a Mosca il 2 e 3 aprile scorsi. Da parte mia non posso che ribadire l’appello in tal senso lanciato a gennaio ai nostri amici russi.
Un’altra questione molto importante resta quella dei rapporti tra il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea. Per quanto riguarda il progetto di Memorandum d’Intesa fra le due istituzioni, la nostra Presidenza non ha risparmiato i suoi sforzi per fare avanzare questa proposta cercando di tenere conto il più possibile delle aspettative e dei vincoli di entrambe le istituzioni. Grazie alla flessibilità manifestata da tutte le parti interessate, siamo arrivati oggi ad un testo che costituisce, secondo me, il migliore compromesso possibile.
Tale testo sottoposto al parere della vostra Assemblea, è il risultato di un delicato equilibrio ma rimane certamente ancora aperto ad aggiustamenti. Sarebbe tuttavia pericoloso, a questo stadio dei negoziati, rimettere in discussione i progressi già realizzati. Riaprire il dibattito in merito a punti negoziati con difficoltà per due anni significherebbe prendersi la grande responsabilità politica di rischiare di non concludere il Memorandum.
So di poter contare in tal senso sull’appoggio della vostra Assemblea. Va da sé che seguiremo con grande attenzione il dibattito che terrete giovedì sul progetto di Memorandum d’Intesa e studieremo accuratamente il parere che la vostra Assemblea adotterà al termine del dibattito.
Infine, il nostro obiettivo è di giungere alla firma del Memorandum d’Intesa in occasione della sessione ministeriale dell’11 maggio. Conformemente ci felicitiamo a questo riguardo del fatto che alla riunione quadripartita Consiglio d’Europa e Unione europea, tenutasi a Bruxelles il 13 febbraio scorso, la Presidente dell’Unione europea abbia espresso la stessa volontà.
Con riferimento al seguito da dare al rapporto Junker, è in corso un’intensa riflessione in seno al CM-Suivi3 al quale la vostra Assemblea partecipa. Il nostro obiettivo è di presentare in merito un rapporto interinale in occasione della Sessione Ministeriale di maggio pur sapendo che alcune raccomandazioni del rapporto Junker potranno tradursi nei fatti solo a lungo termine mentre altri potranno essere attuate a più breve termine.
In merito a queste ultime raccomandazioni, mi auguro vivamente che la Sessione Ministeriale sarà in grado di prendere alcune prime decisioni concrete. Il gruppo di controllo di alto livello,tenuto a redigere questo rapporto per la Sessione Ministeriale, si riunirà il 10 maggio alle ore 17.00 a livello ministeriale. L’Assemblea parlamentare sarà invitata a parteciparvi nella Sua persona, Signor Presidente.
Non voglio concludere questa panoramica sui rapporti con l’Unione europea senza ricordare quelli tra il Consiglio d’Europa e la nuova Agenzia dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Tale questione, particolarmente importante per il futuro della nostra organizzazione, è seguita molto da vicino dal Comitato dei ministri. A tale riguardo, la settimana scorsa, in seno alla riunione dei Delegati dei ministri si è discusso approfonditamente della bozza di accordo di cooperazione, attualmente oggetto di trattativa con la Commissione europea. Saremo molto attenti al contenuto finale di tale bozza di accordo quando sarà sottoposta al Comitato dei Ministri.
Saremo altrettanto attenti al modo in cui tale accordo sarà attuato nella pratica, affinché l’obiettivo di complementarità e di valore aggiunto dell’Agenzia, stabilito nel suo regolamento istitutivo, sia effettivamente conseguito. A questo riguardo, la personalità indipendente che il Consiglio d'Europa designerà per prendere parte agli organi dell’Agenzia sarà investita di un ruolo ben preciso.
Signor Presidente, ho già preso nota dei nomi che Lei mi ha proposto come possibili candidati a questa funzione. E’ importante infatti, come aveva già indicato a gennaio, che sia preservato il ruolo di primo piano del Consiglio d’Europa in materia di tutela dei diritti umani. Il dibattito che questa Assemblea terrà domani sulla questione dei diritti umani e della democrazia in Europa, è un’ulteriore dimostrazione del ruolo senz’uguali della nostra organizzazione, e desidero oggi rendere particolare omaggio a questa iniziativa e alla qualità dei rapporti preparati per l’occasione dalle vostre diverse commissioni.
L’Unione Europea non è l’unica istituzione su cui si concentra la nostra attenzione. In gennaio, vi avevo comunicato l’importanza che attribuiamo anche alla cooperazione con le altre organizzazioni internazionali, in particolare le Nazioni Unite e l’OSCE. Per quanto riguarda le Nazioni Unite, sono lieti che i Delegati dei Ministri abbiano votato a marzo una serie di decisioni volte a rafforzare le sinergie nell’ambito dei diritti umani, in primo luogo con il Consiglio dei diritti umani a Ginevra. Ritengo che si tratti di una questione molto importante alla quale il Comitato dei Ministri dovrà continuare a prestare attenzione. Si tratta infatti di far sì che tutti gli Stati membri della nostra organizzazione si esprimano con una sola voce in seno alle Nazioni Unite, secondo i valori e le norme sancite negli strumenti del Consiglio d’Europa.
Quanto all’OSCE, dobbiamo rallegrarci del fatto che il numero delle attività organizzate congiuntamente sia in aumento. Penso per esempio alla conferenza intitolata “Terrorismo, perché?” che sarà organizzata a Strasburgo il 25 e 26 aprile prossimi. In questo senso occorre proseguire gli sforzi intrapresi.
La nostra Presidenza auspica inoltre che sia accettata la proposta di istituire un nuovo corrispondente delle due organizzazioni sul dialogo interculturale e interreligioso, al fine di migliorare la cooperazione tra il Consiglio d’Europa e l’OSCE in un settore che riteniamo di importanza fondamentale per le nostre società.
Un’occasione molto significativa per il rafforzamento di questi rapporti sarà il 3 maggio prossimo, la riunione di alto livello tra la presidenza sammarinese del Consiglio d’Europa e la Presidenza spagnola dell’OSCE, che avrà lo scopo di esaminare congiuntamente temi su cui si svilupperà ulteriormente la cooperazione tra le due organizzazioni.
Un’altra priorità della nostra Presidenza è, come sapete, la promozione del dialogo interculturale. Siamo lieti che il processo di consultazione che consentirà di preparare il Libro Bianco sul dialogo interculturale sia stato avviato con il coinvolgimento di tutti coloro cui è stato inoltrato l’apposito questionario, cioè i Governi, le delegazioni parlamentari rappresentate in questa Assemblea, le delegazioni delle Autorità locali e regionali presso il CPLRE e le comunità religiose. Ci auguriamo che questo processo aperto e omnicomprensivo raccolga contributi sostanziali sulla base dei quali il Libro Bianco potrà offrire al Consiglio d’Europa una visione strategica concreta ed esaustiva nello stesso tempo, sui mezzi per promuovere il dialogo interculturale all’interno dei nostri Stati membri.
Quanto alla dimensione religiosa del dialogo interculturale, sono davvero lieto che i Delegati dei Ministri abbiano recentemente espresso il loro accordo di principio sulla proposta di incontri annuali del Consiglio d’Europa sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale scaturito dall’apposito “Gruppo di Riflessione”dei Delegati dei Ministri che ha iniziato ad operare nel dicembre scorso.
Tale progetto prevede che già dal 2008 si tenga un primo incontro tra i rappresentanti delle religioni tradizionalmente presenti in Europa e i rappresentanti di ONG attive in questo settore, nonché i rappresentanti del mondo universitario e dei media sui temi inerenti ai valori fondamentali del Consiglio d’Europa. Tale incontro sarà presentato e alimenterà il dibattito durante la Conferenza europea sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale in procinto di svolgersi a San Marino il 23 e 24 aprile prossimi, conferenza alla quale sarà rappresentata anche l’Assemblea parlamentare.
Ci auguriamo che la conferenza di San Marino segnerà una tappa importante nell’istituzione di un dialogo aperto e trasparente nel Consiglio d’Europa con i rappresentanti delle religioni tradizionalmente presenti in Europa, della società civile e del mondo accademico e porterà un contributo al processo di consultazione del Libro Bianco sul dialogo interculturale con questi stessi interlocutori.
Prima di concludere vorrei sottolineare alcuni argomenti a carattere politico che richiamano l’attenzione del Comitato dei Ministri e anche della vostra Assemblea. Il primo riguarda il Montenegro, la cui domanda di adesione è stata esaminata dalla vostra Assemblea questa mattina. Il parere emesso dalla vostra Assemblea sarà esaminato attentamente dal Comitato dei Ministri nelle prossime settimane considerato l’obiettivo che il Montenegro aderisca alla nostra organizzazione in occasione della Sessione Ministeriale dell’11 maggio.
Ciò comporta naturalmente che le autorità del Montenegro assumano l’impegno di conformarsi ai valori e alle norme del Consiglio d’Europa nel campo dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto, conformemente a quanto il Comitato dei Ministri richiederà.
A sua volta, il Comitato dei Ministri avrà cura di predisporre un programma di assistenza volto ad aiutare il Montenegro a soddisfare queste richieste.
Un’altra regione che continua a catalizzare l’attenzione del Comitato dei Ministri nonché della vostra Assemblea è il Caucaso del sud. Per quello che riguarda l’Armenia, il Comitato dei Ministri seguirà con attenzione le elezioni parlamentari che avranno luogo il prossimo 12 maggio, nella speranza che si svolgano nel rispetto più rigoroso delle pertinenti norme internazionali.
La valutazione dello svolgimento delle elezioni da parte della Missione di osservazione della vostra Assemblea rappresenterà per il Comitato dei Ministri un elemento importante. Quanto all’Azerbaigan, i cui impegni sono stati rivisti ieri dalla vostra Assemblea, il Comitato dei Ministri terrà ugualmente conto della vostra valutazione nell’ambito della sua procedura di controllo.
Vorrei infine accennare all'attuale situazione politica in Ucraina. Le tensioni che sono ivi emerse in queste ultime settimane, sono state fonte di preoccupazione per il Comitato dei Ministri. Come è stato evidenziato dal Ministro degli affari esteri dell’Ucraina Iatseniouk nell’incontro con i delegati dei Ministri della settimana scorsa e confermato dal Primo Ministro Yanukovic stamani, abbiamo fiducia nella maturità politica della popolazione ucraina e nel senso di responsabilità dei suoi leader affinché questa crisi trovi una soluzione pacifica rispettosa della democrazia e dello Stato di diritto. Al riguardo desidero ribadire che il Comitato dei Ministri è pronto ad esaminare ogni richiesta di assistenza che le autorità ucraine vorranno fargli pervenire.
Sono questi, Signor Presidente, Signor Segretario generale, Signore e Signori parlamentari, i principali argomenti di cui volevo parlarvi oggi. E’ evidente che numerose questioni rimarranno all’ordine del giorno del Comitato dei Ministri al termine della nostra Presidenza. Ecco perché siamo determinati a portare avanti le questioni più importanti nelle poche settimane che precedono la Sessione Ministeriale in occasione della quale passeremo il testimone ai nostri amici della Serbia.
Desidero cogliere l’occasione per ringraziarLa, Signor Presidente, per il sostegno che Lei stesso e tutta l’Assemblea parlamentare avete dato alla nostra presidenza. I miei ringraziamenti vanno anche al Segretario Generale e ai rappresentanti dei governi dei nostri Stati membri senza il cui sostegno non sarebbe stato possibile raggiungere alcuni dei nostri traguardi. Non mancheremo di seguire il loro esempio quando avremo ceduto la Presidenza del Comitato dei Ministri. Il nostro comune obiettivo di promuovere nell’Europa i valori insostituibili del Consiglio d’Europa fornisce continuo stimolo per promuovere il massimo impegno. Grazie per la Vostra attenzione.
RISPOSTE DELL’ONOREVOLE STOLFI ALLE DOMANDE DEI PARLAMENTARI
Risposta alla domanda dell’on. Cilevičs
In risposta alla domanda postami dall’onorevole parlamentare desidererei ricordare che il Comitato dei Ministri segue con attenzione la questione della situazione dei ROM in Grecia. Come sottolineato dal Commissario dei diritti dell'uomo in una lettera indirizzata al Ministro degli interni della Grecia, le espulsioni forzate non devono avere luogo se non in circostanze eccezionali e in maniera ragionevole. Le persone interessate devono poter contestare la misura di espulsione dinanzi alle giurisdizioni competenti.
Nella risposta del febbraio 2007, alla quale l’onorevole parlamentare fa riferimento, il Comitato dei Ministri ha preso nota delle misure introdotte dalle autorità greche per porre rimedio alla situazione denunciata dal Comitato europeo dei diritti sociali. Esso ha incoraggiato le autorità greche a proseguire nei loro sforzi e a riferire al Comitato europeo dei diritti sociali in merito ai progressi compiuti nell’attuazione delle misure volte a risolvere la suddetta situazione.
Come Presidente del Comitato dei Ministri non posso che rallegrarmi di tali informazioni. Spero che la Grecia esaminerà con attenzione le osservazioni formulate dal Commissario e dal Comitato europeo dei diritti sociali, e continuerà ad attuare tutte le misure necessarie per migliorare le condizioni di vita dei ROM. Vorrei altresì sottolineare che il Consiglio d’Europa, come certamente il governo greco, ritiene inaccettabile ogni affermazione razzista o xenofoba. Presumo dunque che le autorità greche esamineranno con un’attenzione del tutto particolare queste dichiarazioni.
Posso assicurare l’onorevole Parlamentare che il Comitato dei Ministri appoggerà sicuramente il lavoro degli organi del Consiglio d’Europa.
Risposta alla domanda dell’on. Korobeynikov
Il Comitato dei Ministri riconosce che è importante vigilare sullo sviluppo equilibrato dei fanciulli nell’insieme delle scuole degli Stati membri e ha di conseguenza esaminato con grande interesse il rapporto cui fa riferimento l’onorevole parlamentare e ha consultato i comitati specializzati in materia. Su questa base ha risposto in modo esauriente il 18 gennaio 2007 alla relativa raccomandazione 1750, ed invita l’onorevole parlamentare a prendere conoscenza di questa risposta.
Il Comitato dei Ministri preconizza al riguardo un approccio attivo e globale, ossia che la trasmissione del sapere e della conoscenza deve accompagnarsi ad una organizzazione appropriata ed equilibrata del quadro di vita nelle scuole, delle attività educative e delle azioni di prevenzione, ma anche ad una formazione adeguata del personale insegnante.
Riconosce egualmente l’interesse dell’educazione fisica e sportiva, in particolare per inculcare valori importanti quali la tolleranza e lo spirito sportivo, l’esperienza della vittoria e della sconfitta, la coesione sociale, il rispetto dell’ambiente e la cittadinanza democratica. Ringrazia l’Assemblea per le proposte di misure estremamente interessanti che ha presentato nella sua raccomandazione. Tali misure potrebbero certo essere l’oggetto, su una base ad hoc, di studi in cooperazione con l’UNICEF, l’OMS e altre organizzazioni internazionali. Il Comitato dei Ministri tuttavia non può accordarvi un carattere prioritario tale da giustificare la loro iscrizione nel programma di attività dei comitati intergovernativi competenti.
Pur non ritenendo di dover inserire questo aspetto tra le priorità, credo che comunque c’è una considerazione importante di attenzione nei confronti di questo tema e si potranno sicuramente trovare delle modalità di approfondimento tale che consentiranno di seguire sempre con attenzione questa tematica che, anch’io riconosco, ha un valore importante per le future generazioni.
Risposta alla domanda dell’on. Iwiński
Il Consiglio d’Europa resta molto attento agli ultimi sviluppi della situazione politica in Ucraina. Il Ministro degli affari esteri ucraino Iatseniouk ha reso visita al Consiglio d’Europa l’11 aprile 2007 così come il Primo Ministro che è intervenuto stamani davanti a questa Assemblea, proprio per discutere della situazione politica attuale in Ucraina con il Comitato dei Ministri e il Segretario generale.
Nel corso dei colloqui è emerso un ampio consenso sulla necessità di risolvere la situazione attuale attraverso il dialogo politico e della legalità. Inoltre, il Consiglio d'Europa tanto a livello del comitato dei Ministri che attraverso il Segretario generale, ha offerto alle autorità ucraine, qualora le stesse lo desiderino, un’assistenza particolare nel settore della legislazione costituzionale come obiettivo di cooperazione a medio termine.
Se vi sono le condizioni necessarie, il Consiglio d’Europa potrebbe ugualmente fornire un’assistenza alle autorità ucraine in campo elettorale. Ciò potrebbe comprendere la fornitura di una consulenza legislativa, un’assistenza alla commissione centrale elettorale e un’azione nel settore dei mezzi di comunicazione di massa.
Il Consiglio d’Europa continuerà a mettere in atto il suo piano d’azione per l’Ucraina concentrando l’attività sulle riforme chiave del paese. La prossima nomina del rappresentante del Segretario Generale in Ucraina dovrebbe aiutare a definire più precisamente con le autorità ucraine, il campo dei programmi di cooperazione in particolare in vista di un’assistenza elettorale.
Concordo con l’onorevole parlamentare sul fatto che si debba dedicare un’attenzione sempre crescente alle problematiche dell’Ucraina, considerato che, anche alla luce dell’intervento del Primo Ministro di stamani, la situazione appare senz’altro complessa e che vada quindi seguita con la massima attenzione. Credo che gli elementi che ho elencato nella risposta possano consentire di far sì che il Consiglio d'Europa rivolga un'attenzione ulteriormente approfondita su questo tema e che possa essere il preludio dell'adozione anche di interventi anche più specifici e più mirati.
Risposta alla domanda dell’on. Bender
L’impegno a migliorare la qualità di vita dei cittadini europei e proteggere l’ambiente figura tra i grandi progetti d’azione enunciati dal terzo Vertice dei capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa e rispecchiati nel piano d’azione. La base di tale azione consiste nello sviluppo di politiche integrate, in particolare nei campi dell’ambiente nonché della prevenzione e gestione delle catastrofi naturali, basandosi sugli strumenti pertinenti esistenti.
Detto questo e considerati i limiti di bilancio e la tecnicità del problema sollevato, ritengo sia difficile che il Consiglio d’Europa possa affrontare tale questione in maniera appropriata. Tuttavia tengo a sottolineare l'azione portata avanti dall'accordo europeo e mediterraneo sui rischi maggiori, EUR-OPA, che sviluppa la cooperazione fra gli Stati membri in un contesto multidisciplinare, al fine di migliorare la prevenzione, la protezione e i soccorsi in caso di catastrofe naturale e tecnologica.
Concordo pienamente sul fatto che su questi temi il Consiglio d’Europa debba sicuramente dedicare il massimo dell’attenzione perché indubbiamente sono temi che coinvolgono da vicino molti popoli di Paesi che fanno parte della nostra organizzazione. Quindi credo che negli obiettivi futuri del Consiglio d’Europa, sicuramente questo tema dovrà trovare delle forme per essere affrontato nel modo migliore.
Risposta alla domanda dell’on. Van Thijn
Desidererei innanzitutto sottolineare che rispondendo alla raccomandazione 1755, il Comitato dei Ministri ha segnalato che la carta sociale europea non contiene disposizioni che si applicano specificamente agli immigrati irregolari La questione dell’applicazione della carta agli immigrati irregolari è legata alla restrizione della sua portata per quanto concerne le persone protette e risulta dall’allegato della carta stessa.
Secondo l’allegato, le disposizioni riguardano gli stranieri solamente nella misura in cui essi sono cittadini di altre parti contraenti, che risiedono legalmente o lavorano regolarmente sul territorio della parte contraente interessata. Nella sua decisione sulla fondatezza del ricorso collettivo, la Federazione internazionale delle leghe e dei diritti dell’uomo contro Francia, n. 14 del 2003, il Comitato europeo dei diritti sociali ha interpretato l’allegato alla carta rilevando che, se in linea di principio la carta non si applica agli immigrati irregolari, essa potrebbe tuttavia applicarsi in circostanze rigorosamente definite in cui la dignità umana o la vita stessa sono in pericolo.
Certamente è difficile considerare come gli Stati potrebbero negare taluni diritti fondamentali a degli immigrati irregolari in tali circostanze. Occorre tenere altresì conto del fatto che la Convenzione europea dei diritti dell’uomo si applica a tutte le persone che rientrano nella giurisdizione di una parte contraente.
Vorrei aggiungere a quanto ho detto prima e per rispondere all’ulteriore questione, che occorre notare che, come ricordato e poi ripreso dal Comitato dei diritti sociali, le parti della carta possono estendere il campo di applicazione della carta oltre il livello minimo previsto dall’allegato. Pertanto, le parti possono garantire agli stranieri non coperti dalla carta, diritti identici a quelli che la carta garantisce ai cittadini e agli stranieri che rientrano nel suo campo di applicazione.
A tutt’oggi, il Comitato dei Ministri non ha ritenuto necessario estendere il campo di applicazione della carta al gruppo specifico degli immigrati in situazione irregolare. Tuttavia, potrebbe rivelarsi pertinente in futuro emendare la carta finché tale gruppo venga preso in considerazione.
Risposta alla domanda dell’on. Signora Pashayeva
In occasione della loro adesione, l’Armenia e l’Azerbaigan si sono impegnati a risolvere il conflitto del Nagorno-Karabakh attraverso la via pacifica. Il comitato dei Ministri è pertanto attento al processo di negoziato portato avanti a tale riguardo sotto l’egida del gruppo di Minsk dell’OSCE.
La presidenza del Comitato dei Ministri spera vivamente che lo spirito costruttivo che ha caratterizzato l’ultima riunione tenutasi a Ginevra il 14 marzo 2007 tra i Ministri degli affari esteri dei due paesi, sotto gli auspici del gruppo di Minsk, permetterà di ridurre le differenze di posizione ancora oggi esistenti. In tale prospettiva, il mantenimento di un dialogo tra le due parti è della massima importanza. Una soluzione fattibile al conflitto sarà possibile solo sulla base di un negoziato politico.
Come già indicato in occasione di una dichiarazione sul referendum istituzionale tenutosi nel Nagorno-Karabakh il 10 dicembre 2006, la presidenza del comitato dei Ministri ritiene che ogni misura unilaterale come l’organizzazione di elezioni presidenziali che pregiudicherebbe il futuro stato del Nagorno-Karabakh, e che non verrebbe riconosciuta dalla comunità internazionale, non può fungere da base solida per la soluzione del conflitto e rischia di complicare il processo di negoziato.
Credo che indubbiamente i problemi di questo genere debbano essere seguiti dal Consiglio d’Europa che deve anche tenere conto delle attività degli altri organismi internazionali che seguono questa tematica. Per cui credo che ci sia la possibilità sicuramente di fare sempre di più ma sempre tenendo conto di relazionarsi anche con le attività che vengono svolte da altri organismi internazionali, come per esempio al gruppo di Minsk e dell’OSCE cui ho fatto riferimento.
Risposta alla domanda dell’on. Huseynov
Innanzitutto come Ministro degli esteri della Repubblica di San Marino, vorrei esprimere l’auspicio che quanto paventato dall’onorevole parlamentare non si realizzi mai.
Il Comitato dei Ministri apprezza l’importanza della conservazione del patrimonio culturale mondiale. Detto questo, la conservazione del patrimonio in Iran è chiaramente al di fuori della portata del Consiglio d’Europa il cui mandato è limitato all’Europa. Questa materia rientra piuttosto nell’ambito di un’altra organizzazione internazionale come l’UNESCO che ha l’appropriata competenza in materia.
Risposta alla domanda dell’on. Baronessa Hooper
Senza dubbio, ci sono sicuramente problemi in questo senso. Crediamo che l’appuntamento di San Marino, e ce lo auguriamo, sia, come ho già detto, non un punto di arrivo ma un punto di partenza e che su questa linea possano svilupparsi altre iniziative. Sicuramente la presidenza serba che ci seguirà potrà far buon tesoro della nostra esperienza di questi sei mesi.
- Risposta alla domanda dell’on. Van den Brande
In parte ho già risposto alla domanda del Signor Van den Brande nella mia presentazione scritta e nel mio discorso. Il Signor Van den Brande che ha assistito personalmente a diverse riunioni del CM-Suivi3, prima sotto la presidenza rumena e poi sotto la presidenza russa, ed ora sotto la nostra presidenza, ha conoscenza di quanto sia stata lunga e difficile la negoziazione di questo Memorandum d’Intesa con l’Unione europea.
Per quanto mi riguarda, è venuto il momento di concludere o di prendere atto di un fallimento. Credo che siamo giunti ad un delicato equilibrio che la presidenza sammarinese auspica modificare il meno possibile. E' vero che nel corso dell'ultima riunione, prima della diffusione del testo in seno al CM-Suivi3, sono state fatte diverse proposte di modifica.
Tuttavia, a nome della presidenza, desidero lanciare un appello alla prudenza e al compromesso. Un indebolimento del testo non mi sembra concepibile poiché rischia di compromettere l’intero esercizio. In effetti, se al termine di due anni di negoziazione, giungessimo ad un testo al di sotto delle linee direttrici adottate dai nostri Capi di Stato e di Governo a Varsavia, incorreremmo in un problema di credibilità.
Certamente considereremo con la più grande attenzione le proposte dell’Assemblea che ci dispiace poter consultare in uno spazio di tempo così limitato. Tuttavia, i rappresentanti dell’Assemblea hanno assistito a tutte le discussioni in seno al CM-Suivi3 e conseguentemente, il testo sottoposto non è per voi una sorpresa. Le vostre proposte saranno discusse in seno al CM-Suivi3 in vostra presenza.
Un modo possibile di tenere conto delle osservazioni dell’Assemblea è quello di aprire una sorta di colloquio diretto con il Presidente della vostra Assemblea parlamentare. In questo senso quindi potrei rendermi disponibile e fare in modo che in questa fase ci sia un collegamento diretto per seguire passo dopo passo, la valutazione delle proposte dell’Assemblea.
Risposta alla domanda dell’on. Jurgens
Conformemente al suo mandato, il Consiglio consultivo dei giudici europei è competente a considerare questioni specifiche relative allo status dei giudici negli Stati membri. Pertanto, se il Comitato dei Ministri ritiene che una bozza di legge elaborata all’interno di uno Stato membro corre il rischio di violare un principio previsto da uno strumento previsto dal Consiglio d’Europa, esso non mancherà di consultare il Consiglio consultivo dei giudici europei in merito alla questione.
L’onorevole parlamentare comprenderà che non posso rispondere nel dettaglio con gli elementi che abbiamo a disposizione. Mi limiterò ad osservare che se le paure espresse dovessero concretizzarsi, tale situazione sarebbe in contrasto con i progressi che recentemente abbiamo accolto con favore in Turchia e che sono stati il risultato di riforme legislative e costituzionali; non da ultimo nel campo dell’indipendenza giudiziaria.
MANZELLA
(Doc. 11210)
Signor Presidente, io condivido la proposta centrale della relazione Van der Brande che è quella di affidare alla Commissione di Venezia la redazione di un codice di buona condotta dei partiti politici. Oui, mais... Sì, però! Io spero che il codice sia anche un testo unificato e semplificato che comprenda i tre testi in tema di partiti politici che già la Commissione di Venezia ha prodotto tra il 1999 e il 2006.
Dobbiamo infatti evitare su questo tema sia la proliferazione dei testi sia la frammentazione dei principi guida. Le critiche che abbiamo ascoltato dai colleghi britannici, sono significative e non devono cadere nel vuoto. Il Consiglio d’Europa deve offrire i sistemi giuridici e politici nazionali ai cittadini, parametri di riferimento certi e quindi giustiziabili davanti alle corti costituzionali interne e internazionali per le eventuali deviazioni.
Abbiamo sentito oggi il Primo Ministro dell’Ucraina: le corti costituzionali hanno dei compiti sempre più pregnanti anche dal punto di vista politico e quindi non possiamo credere che tutto vada bene nelle democrazie europee. Infatti, la pluralità dei testi e l'accavallamento dei suggerimenti comportano infatti lo stesso rischio di oscurità e di scappatoie per i cittadini e per la pratica democratica. Insomma, a volte pluralismo e frammentazione hanno gli stessi difetti del silenzio.
Non sono invece d’accordo sulla proposta di affidare alla Conferenza delle organizzazioni non governative un codice della partecipazione civica. Perché è ormai convinzione diffusa, non solo in Europa, che la democrazia di partecipazione non è solo un’aggiunta necessaria al diritto dei partiti. La partecipazione è, infatti, nella stessa logica, evoluzione storica della struttura giuridica e politica dei partiti.
Insomma, non si può oggi parlare di un aggiornamento della vita dei partiti, della loro buona condotta senza parlare di tecniche, procedimenti e garanzie della partecipazione cittadina. Spero dunque che la Commissione di Venezia si occupi anche di questo essenziale aspetto.
E infine e soprattutto, Signor presidente, è essenziale e necessario per la stessa idea di garanzia esterna e per la corretta condotta democratica dei partiti, che essi abbiano ben chiara l’idea della necessità di una auto-limitazione:un’auto-limitazione di fronte alla necessaria indipendenza, non solo dei giudici, chiaramente, ma anche della pubblica amministrazione al servizio dei cittadini.
Sempre più nei nostri sistemi politici è evidente la necessità di zone neutre dove l’influenza dei partiti deve arrestarsi, zone di authorities indipendenti. In quelle zone deve essere estranea l’idea di una contrapposizione di interessi di partiti. La modernizzazione dei partiti politici, direi che si dimostra anche e soprattutto nel riconoscimento di queste loro auto-limitazioni rispetto ad interessi che non possono essere partigiani. Grazie.