SESSIONE ORDINARIA 2007

_________________________

Seconda parte

ATTI

della quattordicesima seduta

Mercoledì 18 aprile 2007-ore 10

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


RIGONI

(Doc. 11202)

Presidente, colleghi, in un contesto internazionale globalizzato,il concetto di democrazia cessa di essere relegato all’interno dei confini nazionali per divenire un elemento di primo piano nell’interazione politica dell’interazione politica internazionale. La manifestazione più chiara di questa evoluzione assume concretezza nella diffusione, ora per “imitazione” ora per “esportazione", dei meccanismi, delle procedure e delle istituzioni democratiche.

Nel corso degli ultimi tre decenni abbiamo assistito ad un vero e proprio capovolgimento delle proporzioni numeriche tra regimi democratici e regimi autoritari, e oltre due terzi dei Paesi oggi appartengono al primo gruppo, quello delle democrazie.

I mutamenti internazionali dell’ultimo decennio, in particolare, hanno collocato i diritti umani, le libertà fondamentali, e lo stato di diritto al centro delle relazioni internazionali anche se, dal punto di vista qualitativo, non sempre vi è piena corrispondenza tra le regole sulla carta e la loro attuazione. Come si dice: tra il dire e il fare c'è di mezzo sempre il mare.

Nel nostro continente hanno ancora luogo gravi violazioni, quali le sparizioni forzate, le esecuzioni extragiudiziarie, le detenzioni segrete, le torture e i trattamenti disumani, la tratta degli esseri umani e, infine, la violenza domestica, fenomeno che non conosce frontiere.

Appare dunque evidente che lo stato di diritto non è ancora pienamente rispettato e l’impunità degli autori delle violazioni dei diritti umani non è scomparsa.

Penso, colleghi, che sia necessario sottolineare che si tratta di una questione di credibilità all’interno dell’architettura delle istituzioni europee, un modo per riaffermare che l’Europa intende porsi in un’epoca dominata da rischi globali e da minacce fondamentaliste come “Potenza civile”, come il Continente delle libertà e dei diritti dell’uomo. E’ necessario combattere quindi la persistenza delle violazioni.

Io penso che sia necessario dare maggiore sostegno politico alla Corte Europea dei Diritti umani, la pietra miliare della salvaguardia giuridica dei diritti dell’uomo.

La storicità e la peculiarità della Corte di Strasburgo impedisce di confondere il suo operato con quello di altri organismi come la neonata Agenzia europea per i diritti dell’uomo; è molto importante evitare di creare “doppioni”, organismi fotocopia con l’unico scopo di rendere meno efficiente il lavoro della Corte e sperperare ingenti risorse.

Dato il massiccio incremento dei ricorsi presso la Corte di Strasburgo, più di 90mila, essa rischia seriamente di minarne l'efficacia rallentandone oltremodo l'attività. Il Protocollo 14 oggi è possibilmente la soluzione a questi problemi. Auspichiamo che detto Protocollo ossa essere rapidamente ratificato da tutti i Paesi membri quanto prima possibile.

Permettetemi a questo punto un richiamo alla battaglia di civiltà che ha visto l’Italia in prima linea: la promozione di una moratoria internazionale delle esecuzioni capitali.

La richiesta italiana di un dibattito e anche di un voto intende a collegarsi ad un movimento dell’opinione pubblica internazionale, direi quasi un moto della coscienza collettiva, di fronte all’applicazione della pena capitale in alcuni Stati.

L’iniziativa italiana oggi è consapevole del fatto che l’obiettivo dell'abrogazione della pena capitale richiede una riflessione di ampio respiro, e il passaggio dalla moratoria all’abolizione si scontra con molti ostacoli.

Al di là del fatto che nell’area dei Paesi aderenti al Consiglio d’Europa la pena capitale sia de facto bandita, vorrei evidenziare come l’abolizione a livello europeo non possa rappresentare il nostro obiettivo finale bensì l’inizio. Grazie.