SESSIONE ORDINARIA 2007
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Seconda parte
ATTI
della quindicesima seduta
Mercoledì 18 aprile 2007-ore 15
DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO
NESSA
(Doc. 11203)
Presidente, onorevoli colleghi, il Consiglio d’Europa ha svolto un ruolo decisivo nel modellare il moderno assetto democratico dell’Europa, dalla sua nascita nel 1949, quando il nostro continente usciva da uno dei momenti più critici di tutta la sua storia e successivamente a partire dalla svolta del 1989 quando, a seguito del crollo del sistema comunista un blocco di paesi si è dovuto reinserire nella comunità di stati democratici dell’Europa occidentale. La forza maggiore del Consiglio d’Europa è quella di trovare gli strumenti adatti ad instaurare un dialogo con le differenti realtà storico-politiche di ciascun paese, convincere quindi i Governi ad impegnarsi seriamente sulla via della democratizzazione ed infine ideare dei meccanismi di verifica e controllo del progresso delle istituzioni democratiche.
Da un lato quindi uno spirito di adattabilità, che tiene conto delle peculiarità delle tradizioni storiche di ogni entità geopolitica, dall’altro una chiara fermezza, ma non una inflessibilità; nel raggiungimento del obiettivi codificati e condivisi in quella che può considerarsi la nostra magna charta: la Convenzione europea dei diritti umani, firmata a Roma nel 1950.
Questo duplice approccio del processo di democratizzazione garantisce un percorso verso una meta prefissata, quella appunto di una generale condivisione e diffusione dei diritti fondamentali dei cittadini che è possibile realizzare secondo modalità differenti, che di volta in volta tengano conto delle difficoltà di ogni singolo paese. La democratizzazione, infatti, non deve essere intesa come un processo forzato, basato sull’imposizione e il ricatto politico bensì come un’opportunità offerta a tutti che valorizza le differenze anziché distruggerle.
Dato che le trasformazioni politiche non sono attuabili con cambiamenti repentini che hanno spesso effetti contrari e devastanti è importante proseguire i nostri obiettivi secondo un principio di gradualità. Vi sono, infatti, realtà sociali aperte a determinati cambiamenti e restie ad altri. Il miglioramento può essere unicamente raggiunto mediante una equilibrata cooptazione tra questi elementi di rinnovamento e di continuità.
Il lavoro del Consiglio d’Europa, e nella fattispecie della nostra Assemblea, non può considerarsi certo concluso. Vi è ancora sicuramente molto da fare nei paesi di nuova democrazia ma anche in quelli di consolidata tradizione democratica, in quanto la democrazia è un sistema continuamente perfettibile, pronto ad accogliere le nuove sfide dei tempi.
In proposito desidero soffermarmi sull’utilità del monitoraggio elettorale, che considero il vero strumento moderno di diffusione delle regole democratiche. In questo modo possiamo garantire ai cittadini una rappresentanza politica che rispecchia equamente e limpidamente la volontà popolare. Malgrado alcuni insuccessi che si sono verificati, non dobbiamo perdere la speranza:pluralismo e libertà saranno i criteri politici fondamentali condivisi non solo in Europa ma in tutto il mondo. Concludo, la democrazia non viene esportata con mezzi violenti e impositivi ma con la pazienza e la perseveranza della nostra persuasione. Grazie.
ZACCHERA
(Doc. 11203 emendamento 1)
Signor presidente, volevo sottoscrivere l’emendamento perché penso che non c’entri nulla il problema del Nord di Cipro con quest’argomento. Grazie.