IT08CR23

AS (2008) CR23

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2008

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Terza parte

ATTI

della ventitreesima seduta

Mercoledì 25 giugno 2008-ore 10

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO


ZACCHERA

(Doc. 11623)

Signor presidente, questo è un tema che l’opinione pubblica italiana segue con molta attenzione, sia il tema dell’immigarzione sia quello dell’integrazione. Parlo di un tema che in Italia suscita abbastanza polemiche. Ci siamo chiesti perché una parte dell’Europa, negli ultimi mesi, guarda verso l’Italia con diffidenza su questo tema. Credo che alcuni fatti di cronaca non debbano essere confusi con la realtà dell’integrazione dell’immigrazione in Italia. Siamo però in una situazione di emergenza: soltanto questa settimana circa tremila clandestini sono approdati all’isola di Lampedusa. L’autorità militare italiana li ha raccolti in giro per il Mediterraneo spesso con poca collaborazione da parte della Repubblica di Malta e con nessuna collaborazione da altri paesi che stanno sulle sponde del Mediterraneo, a cominciare dalla Spagna che ritengo qualche volta preferisca che questi convogli di disperati arrivino sulle isole italiane che sono più vicine alle coste libiche.

Ne nasce anche un problema internazionale di tratta di schiavitù che il regime libico del colonnello Geddafi favorisce ed ammette nonostante tutte le belle parole e le dichirazioni complessive. Penso che questo consesso anche di questo dovrebbe parlare. In Italia abbiamo circa duemilioni di persone che erano staniere, alcune, molte anzi sono adesso di cittandinanza italiana. Abbiamo circa 2.6milioni di persone straniere che ottengono una faticosa ma progressiva integrazione. Non abbiamo in Italia problemi di carattere religioso, come avviene in altri paesi d’Europa, non abbiamo problemi di carattere scolastico, in Italia i figli di immigrati, anche di quelli clandestini, hanno il diritto di andare a scuola e di essere ammessi nelle scuole materne. Non abbiamo problemi di assistenza sociale che viene comunque concessa, né di assistenza sanitaria che è gratuita per tutti anche per l’immigrato clandestino che ha il diritto di non dare il proprio nome alle autorità sanitarie in caso d’accoglienza in ospedale per motivi urgenti.

Nonostante questo si porta avanti la tesi che in Italia la porta sia chiusa. Ritengo invece che il problema sia della quantità. Si deve entrare da una porta ma uno alla volta e questo è un problema europeo. Se l’Europa continua ad essere sorda ai problemi del Sud dell’Europa, della porta sud dell’Europa, l’Italia non è in grado di garantire un posto a tutti ed è delusa del fatto che spesso a livello europeo non c’è attenzione su questo. Il problema di immigrazione non è soltanto italiano, l’Italia è il ponte verso l’Africa, è il primo passo. L’immigrazione clandestina, a parte quella che viene dall’est europeo, nel fronte sud trova l’Italia in prima linea. Su questi temi, credo che anche questo consesso uscendo sovente dalla genericità dei termini debba entrare con delle risposte concrete impegnando tutti i governi a fare capire che l’integrazione europea dei non-europei è un problema comune, e allora anche l’Italia farà la sua parte. Grazie.

DEL ROIO

(Doc. 11623)

Mi sembra che il mondo politico del governo dell’Europa sia colpito da una grave schizofrenia. Ci troviamo in questa sede per approvare un documento della commissione politica presentato dai relatori Andreas Gross e John Greenway. Questo è il risultato di un lungo lavoro e anche se non sono favorevole a tutti i punti trattati, senza alcun dubbio esso rappresenta un lodevole sforzo per affrontare in modo coraggioso e democratico il fenomeno delle immigrazioni in Europa.

Ma allo stesso tempo non possiamo non ricordare che a poche decine di metri da qui, esattamente una settimane fa, il giorno 18 giugno, il Parlamento dell’Unione europea ha approvato le risoluzioni del Consiglio dei Ministri degli interni sul rimpatrio degli immigrati. E’ una direttiva che io considero abominevole, irresponsabile, non realizzabile.

Abominevole perché trasforma un immigrante irregolare in un fuorilegge. Consentando che subisca una detenzione fino ad un anno e mezzo e senza il diritto al patrocinio di un avvocato gratuito garantito dallo Stato. Abominevole perché legittima la detenzione e deportazione di minori, anche non accompagnati da genitori. Non c’è bisogno di richiamare alla mente quale potrà essere il destino di questi infelici ragazzi e ragazze mandati in paesi distrutti dalla guerre o dalla miseria.

Irresponsabile perché otterrà solamente di gettare un numero considerevole di irregolari nelle mani del ricatto del crimine organizzato o dei trafficanti di schiavi che li usano in lavori massacranti e non legalizzati, sfruttandoli anche fino alla depredazione della vita. E al riguardo sarebbe bene ricordare che, in un atto di “profonda generosità”, la UE ha emanato una direttiva che rende possibile per un lavoratore di potere lavorare sessantadue ore alla settimana. Tutto si lega. Irresponsabile perché scava ancora di più il crescente fossato che esiste fra paesi africani, asiatici e latinoamericani in relazione all’Europa. Facendo riferimento solo a quest’area del pianeta devo sottolineare che appelli come quello contenuto nella bellissima lettera del presidente della Bolivia, Evo Morales, o della madri della Plaza de Maio dell’Argentina sono rimasti senza risposta. In questi giorni profonda repulsione è stata espressa da molte cancellerie latinoamericane a cominciare da Brasilia.

Non è realizzabile, perché solo nei paesi della UE vivono attualmente qualcosa come otto milioni di caldestini. Non vi è possibilità di disporre di centri di detenzione, di servitori dello stato e di denaro per incidere con numeri così significativi da diminuire i caldestini attraverso la strada della repressione. Tutto ciò creerà solo maggiore sofferenza fra i diseredati, aumenterà la violenza nella società e la voracità degli sfruttatori, mentre l’Europa continuerà a dicharare ipocritamente di essere difensore dei diritti umani, ma chi ci crederà? E questa casa, il Consiglio d’Europa, che è la casa delle democrazie e dei diritti umani, che cosa farà? Dovrà lavorare ancora molto. Grazie presidente, grazie cari colleghi.