IT09CR09ADD1 | AS (2009) CR 09 |
Addendum 1 |
Versione provvisoria
SESSIONE ORDINARIA 2009
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(Prima parte)
ATTI
della nona seduta
Veneredì 30 Gennaio 2009, ore 10.00
DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI
SANTINI (Doc. 11785)
L’ottima relazione delle collega Acketoft trova riscontro quotidiano negli eventi di carattere ambientalistico-naturale. Tra le conseguenze di queste catastrofi come tsunami, alluvioni, terremoti, c’é anche la fuga delle popolazioni della zone sinistrate. E’opprtuno che il Consiglio d’Europa si preoccupi die flussi migartori causati da questi eventi straordinari naturali, però sarebbe riduttivo limitarsi a simili casi eccezionali.
C’é una migazione ambientale che coinvolge milioni di persone almeno per latri due ordini di motivi. Il primo è legato a cause imputabili all’uomo ed è la migrazione causata da mutate condizioni ambientali per livelli insostenibili di inquinamento atmosferico, per lo sciolglimento die ghiacci a causa dell’antropizzazione di zone periferiche, per l’abbattimento delle foreste o l’inquinamento delle fonti idriche.
Una sezcond categoria di migranti per cause ambientali è quella die popoli in fuga dalle zone di origine, rese invivibili da cause ataviche, come la carenza di cibo, di acqua, di possibilità di sviluppo, aggravate da eventi ormai endemici come le guerre continue, i genocidi e gli stermini etnici.
E’ il grande popolo die deserti africani, delle savane e delle periferie degradate delle grandi città che si riversano sulle coste del Mediterraneo per cercare migliori condizioni di vita. E’ il“boat-people“ che sbarca tutti i giorni sulle coste dell’Italia e della Spagna per sfuggire alla fame, sete, all’AIDS, alla mancanza totale di assistenza medica, casa, lavoro, prospettive. Anche questa categoria di migranti va considerata tra le cause ambientali, per giunta endemiche e croniche.
Nel dispositivo della risoluzione, al punto 6.1, si invitano opportunamente gli stati europei ad interrogarsi su quello che possono e devono fare. Poi; al punto 6.5 e 6.6 si allarga l’appello agli organismi dell’ONU. Infine el punto 6.8 si invita la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa a sostenere le politiche ambientali. Io suggerisco che si sostengano anche le vittime del degrado ambientale, sia quelle causate dalle catastrofi naturali straordinarie, sia quelle popolazioni che nascono in zone di endemica invivibilità: il popolo die senza pace, senza speranza e senza futuro.