IT10CR5      

AS (2010) CR 5
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2010

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(Prima parte)

ATTI

della quinta seduta

Mercoledì 27 gennaio 2010, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

 

GALATI (Doc. 12058)

La moralità non è propriamente la dottrina del come renderci felici, ma di come dovremmo diventare degni di possedere la felicità. Queste parole di Kant ci spiegano meglio di ogni altro quello che deve essere l’atteggiamento rispetto alla corruzione di una società. E soprattutto una corruzione giudiziale, quella che mina la regola di legge, permette all’impunità di fiorire, crea soprattutto quello stato di disagio, di disuguaglianza sociale ed economica che portano a una società ad distruggersi.

Oggi l’Europa deve consegnare ai suoi cittadini oltre la piena libertà di viaggiare, di lavorare, quella anche di essere giudicati da un sistema con tutta sicurezza. Perché anche la libertà, senza la sicurezza, è monca e diventa una libertà inattuata.

Proprio l’indipendenza dei cittadini e la loro mobilità in tutto il territorio devono essere protette non solo dalla criminalità internazionale e dal terrorismo e dalle altre forme di illegalità delinquenziali ma anche da un sistema in cui tutti possono essere convinti di accedervi in una condizione di parità e di uguale giudizio.

Riguardo alla situazione specifica dei paesi che viene anche affrontata nella relazione, mi si consenta di fare alcune affermazioni che sono contenute rispetto alla giustizia in Italia probabilmente per una maggiore conoscenza.

Qui si sta facendo una dura lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione anche giudiziale e il sistema prevede una forte indipendenza dalla magistratura che si autogoverna attraverso un suo organismo. Ma non si può negare che in Italia ci sono stati anche alcuni, seppur pochi esponenti della magistratura, che hanno utilizzato in maniera evidente il loro ruolo strumentalmente per iniziare proprio carriere politiche colpendo a tal fine avversari politici. E anche nella relazione un caso di quel magistrato invece è stato poi pesantemente deplorato e sanzionato proprio dal CSM per un’evidente incapacità a gestire con correttezza il suo ruolo.

Quindi, la realtà italiana è complessa: da una parte c’è da intensificare la lotta alla corruzione e dall’altra parte, probabilmente restituire alcune credibilità. Questo credo che sia l’obiettivo fondamentale perché girando liberamente per l’UE è importante che chiunque possa accedere alla giustizia e che nessuno riesca a sottrarsi ad essa.

Mi sembra anche opportuno e interessante l’intensificarsi della cooperazione fra le autorità giudiziarie e nazionali per far sì che ciascuno Stato membro riconosca ed esegua la decisione giudiziaria pronunciata in un altro paese dell’Unione Europea. Questo assume un valore importante in un ambito di collaborazione. Quindi, garantire la sicurezza dei cittadini è una delle priorità assolute di tutto il nostro sistema. Significa servizi e strumenti pratici, impedire che le organizzazioni criminali approfittino delle libertà garantite dall’Unione. Ma alta deve essere l’attenzione del sistema giudiziario da vero baluardo di un sistema democratico.

VITALI ( Doc. 12058)

Devo dare merito al relatore di aver fatto un lavoro veramente impegnativo, una mole di lavoro importante. Nessuno non può non condividere che bisogna lottare tutti quanti insieme contro la corruzione in generale, perché è un cancro della democrazia e soprattutto bisogna combattere contro la corruzione giudiziaria, perché se è grave la prima, è assolutamente intollerabile la seconda.

Però diciamo subito: non ci sono state delle definizioni univoche di che cosa significhi corruzione da parte di organismi internazionali che hanno lavorato su questo problema. Però sicuramente la corruzione sottosta a una dazione di denaro, ad una dazione di un’altra utilità, di un vantaggio, per chi responsabile di una funzione, non la svolge secondo i principi propriamente stabiliti per essa. Quindi è una dazione di qualcosa. Può essere anche il vantaggio di una promozione, può essere il vantaggio di un altro obiettivo e in questo caso può avere un ruolo anche la politica nella corruzione giudiziaria.

Ma nel mio paese, e questo credo che debba essere una indicazione che si debba far seguire a tutti i paesi membri, la nostra magistratura è autonoma e indipendente. Non dipende assolutamente dall’esecutivo e questo quindi esclude la possibilità che l’esecutivo, che la politica possa inquinare la magistratura perché non ci sarebbe nessun vantaggio da parte del magistrato a lasciarsi corrompere dalla politica perché non avrebbe nessun beneficio in quanto, come ha detto il mio collega che mi ha preceduto, nel nostro paese la magistratura si autogoverna da sola con un Consiglio superiore della magistratura che è formato a magistrati. E quindi non c’è la possibilità di interferire da parte della politica.

Invece è possibile il contrario. Ecco perché bisogna stabilire, come nella nostra costituzione del 1948 era stata stabilita, dei pesi e dei contrappesi tra i poteri dello Stato. Noi nel 1993 abbiamo tolto la difesa della politica sopprimendo l’immunità parlamentare e questo purtroppo ha consentito l’invasione di campo da parte di alcuni settori della magistratura nel potere esecutivo. Quindi è vero esattamente il contrario: nel mio paese purtroppo, per la mancanza di questa garanzia che non vuole significare impunità, significa soltanto immunità, sospensione temporanea dei procedimenti in attesa che venga svolta la funzione democraticamente stabilita dagli elettori.

Allora bisogna stabilire un’anagrafe patrimoniale per i magistrati. Bisogna stabilire il principio della responsabilità non soltanto penale ma anche civile dei magistrati. E i magistrati devono rimanere autonomi e indipendenti. Credo che l’esperienza del nostro paese, nel quale si parla di leggi ad personam, che non esistono, esistono delle leggi che vogliono coprire il vulnus dell’eliminazione dell’immunità parlamentare, che vogliono evitare l’aggressione di alcuni settori della magistratura nei confronti del potere politico: anche questo è un aspetto della corruzione che è molto grave perché mira ai principi democratici e fondamentali di una democrazia

FARINA (Doc. 12058)

Sono molto soddisfatto di quello che c’è nella risoluzione del collega che l’ha presentata. Ma vorrei che dentro questo rapporto, dentro questa risoluzione, ci fossero alcuni elementi in più perché in questa relazione eccellente anche per la capacità di analisi che viene sviluppata e per i pericoli che sono indicati essere per lo stato di diritto nella corruzione giudiziaria, bisogna individuare anche un’altra grande questione della corruzione giudiziaria che è la corruzione ideologica. Vale a dire, la corruzione che è insita nella politicizzazione di certa magistratura che usa le inchieste giudiziarie in vista di una propria carriera o di un successo del proprio partito di appartenenza.

Tutto questo nella storia d’Italia di questi anni è abbastanza evidente nel momento in cui si nota e si vede come chi ha condotto le inchieste giudiziarie che hanno demolito i partiti Democrazia Cristiana, Partito Socialista e Partito Liberale, subito dopo aver fatto questo lavoro, ha costruito un suo partito e adesso è in Parlamento italiano.

Così pure c’è il caso ancora più eclatante dell’anno scorso, di quando un magistrato ha messo sotto indagine un ministro del governo di sinistra che era avversario della corrente di sinistra che poi ha candidato questo stesso magistrato al Parlamento Europeo. Dispiace che questa citazione di questo magistrato sia stata vista dal relatore come un attacco a lui mentre in realtà era lui il protagonista di un’azione sconsiderata.

Questo ritengo importante per cui riterrei di sottoporre all’attenzione di questa alta Assemblea una considerazione: cioè che la magistratura, i magistrati, non debbano -dopo aver fatto il magistrato ed essersi candidati in politica, rientrare in politica, magari negli stessi posti da cui provenivano. Perché è una posizione oggettivamente pericolosa per lo stato di diritto. Grazie.

MALGIERI (Doc.12058)

Io non sono molto sicuro che il regolamento preveda atteggiamenti come quelli assunti in quest’aula dal senatore Dick Marty. Se dovesse apparire un pregiudizievole nei confronti di un qualsiasi membro del Consiglio d’Europa dal punto di vista dei comportamenti personali e della trasparenza, così come il senatore Marty ha dichiarato in questa aula, sarebbe un fatto estremamente grave se questo Consiglio non se ne facesse in qualche modo carico. Per questo chiedo se non sia il caso di riunire la Commissione per il regolamento e prendere i provvedimenti del caso. Qui si stava parlando di un emendamento, si parlava di un progetto di risoluzione e non di fatti personali o di contenziosi privati. La ringrazio.

FARINA, emedamento 1

Questo emendamento vuole proporre una definizione di corruzione giudiziaria e mi sembra che vada perfettamente nel senso di quanto detto prima dal relatore. Credo che sia opportuno per evitare che la risoluzione poi sia interpretata da chi la legge come gli pare e piace.

FARINA, emedamento 2

Il secondo emendamento va nella linea del mio intervento precedente e tende a individuare cause della corruzione in ragioni che siano politiche, religiose o legate a pregiudizi di genere. In questo senso per una questione personale debbo dire che secondo l’onorevole Marty io non potrei dire nulla. Io sono qui in quanto rappresentante del popolo e ho diritto a esprimere tutte le opinioni che voglio senza alcun pregiudizio nei miei confronti.

FARINA, emendamento 3

Il terzo emendamento mi sembra molto lineare. Mi piacerebbe che non fosse sostenuto da me per evitare questioni ultronee. Chiede semplicemente che magistrati che si candidino a cariche pubbliche non rientrino poi nella medesima funzione e nel medesimo nel luogo. Quanto alla questione della trasparenza, io le questioni giudiziarie nel mio paese le ho completamente risolte. Le ho risolte con un patteggiamento in un processo in cui testimone d’accusa era Dick Marty.

FARINA, emedamento 4

Questo emendamento sostiene che si debba lottare contro la formazione di correnti caratterizzate politicamente e ideologicamente nel seno della magistratura. Lascio la considerazione a voi. Poi, se c’è bisogno di chiarire in un altro momento il mio contenzioso con il senatore Dick Marty, lo farò volentieri e con serenità.