IT10CR27       AS (2010) CR 27

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2010

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(Terza parte)

ATTI

della ventisettesima seduta

Venerdì 25 giugno 2010, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Luca VOLONTÉ

(Doc. 12186)

Quando è apparso sulla stampa internazionale l’uso del Mosquito in alcune delle nazioni del Consiglio d’Europa, mi sono fatto una domanda molto personale: come possono arrivare parlamentari di alcuni stati membri, alcuni governi, alcuni responsabili delle amministrazioni locali, alcune persone, a dimenticare la propria giovinezza fino al punto di dimenticare quando loro stessi erano giovani. Perché a ciascuno di noi è accaduto di fare un po’ di baccano. Di stare con i propri amici nel centro di una città, vicino a un negozio, di chiacchierare ad alta voce. Arrivare al punto che ci si dimentichi di come si era fatti qualche anno prima di assumere una responsabilità è la denuncia più grande di una crisi di riflessione non solo personale ma che ha bisogno di u approfondimento dell’intera società in molti paesi europei.

Questo segnale dei Mosquito è un ennesimo segnale di quanto alcune parti delle società europee non vogliono più avere a che fare con i giovani e quindi è meglio spostare. Sono un problema, sono un disturbo. Il nostro futuro è diventato un disturbo per alcune società e dunque si usano degli strumenti per evitare che questo disturbo sia troppo vicino a casa nostra.

Come è possibile immaginare la legittimità di strumenti come quelli del mosquito? Come è possibile immaginare l’invenzione di strumenti che colpiscano le persone, dai più giovani, dai teenager fino ai feti all’interno del ventre della loro madre, perché effetti potrebbero esserci anche in questo caso, come è possibile immaginare strumenti così perfidi da attaccare giovani e bambini, non lo so. E mi chiedo come mai ancora ci siano paesi che consentono l’uso di questi strumenti. Me lo chiedo perché è una domanda drammatica.

Per quello noi abbiamo sostenuto con forza questo rapporto, questo lavoro realizzato dal collega Piotr Wach, e chiediamo con forza che vengano applicate non solo le richieste che questo rapporto prevede nei confronti dei nostri stati membri attraverso l’assemblea, ma anche la verifica puntuale di questi impegni che chiediamo al comitato dei ministri. Non è immaginabile che noi qua ci mettiamo a discutere e discutiamo da anni dei diritti dei fanciulli, della violenza contro i fanciulli, e superficialmente immaginiamo che quello che invece viene fatto sotto casa nostra, dal proprietario di un bar con questo strumento, sia legittimo. Non è immaginabile. Mi sembra una fotografia di una contraddizione nella quale - non voglio accusare singole nazioni - vive però una parte della nostra società. Dobbiamo favorire una riflessione di questo tipo.

La commissione degli affari sociali è fortemente a favore di questo rapporto e propone un emendamento che non sia solo di appoggio e di sostegno al bando di questo strumento, ma che chieda con grande chiarezza alle amministrazioni locali e nazionali di promuovere nello stesso tempo non solo il divieto ma di promuovere anche consultando tutte le associazioni e i forum giovanili della propria nazionale, quei luoghi e quegli strumenti di sviluppo delle attività fisiche o intellettuali, cioè tutti quegli ambienti che possono invece cogliere quella straordinaria vivacità, quella straordinaria voglia di vivere che i giovani, i teenager e non solo, hanno come noi stessi abbiamo avuto. Grazie.

Luca VOLONTÉ

(Doc. 12186)

Risposta in favore dell’emendamento 1

Onorevole Presidente, Colleghi. Ho già parlato di questo emendamento: secondo noi e come è stato anche accolto dalla commissione della cultura, esso aiuta il rapporto a dichiarare non solo che questo strumento “Mosquito” (pensate alla parola!) è da eliminare in tutti i paesi europei ma nel contempo, che le amministrazioni pubbliche locali e nazionali devono preparare e mettere nelle condizioni i giovani di avere dei luoghi dove poter svolgere le loro attività e imparare a educare la propria straordinaria capacità e voglia di vivere.