IT10CR31

AS (2010) CR 31

 

DVD edition

SESSIONE ORDINARIA 2010

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(Quarta parte)

ATTI

della trentunesima seduta

Martedì 5 ottobre 2010, ore 15.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

VOLONTE ( Doc. 12358)

Voglio ringraziare due persone innanzitutto: il collega Peter Omtzigt che è stato il promotore di questa mozione per risoluzione, presentata nel mese di giugno, e la collega Rupprecht che ha steso una risoluzione molto interessante che noi abbiamo condiviso e abbiamo condiviso anche nell’apposizione di qualche emendamento approvato all’unanimità dalla Commissione in questi giorni.

La mia dissenting opinion che è stata poi evocata, è servita, ed è stata così interpretata da tutti i componenti della Commissione degli Affari Sociali , come l’occasione per allargare l’orizzonte. Rispetto non alle opinioni personali, cari Signori, ma rispetto a dei dati scientificamente approvati da organismi internazionali laici: il rapporto e lo studio della violenza contro i bambini del Segretario Generale dell’ONU del 2006, la ricerca dell’Organizzazione Internazionale della salute del 2002, il rapporto sugli abusi sessuali in Europa del Consiglio d’Europa pubblicato nel 2003. Se parliamo di dati, come è compito dell’organizzazione di cui ci onoriamo di far parte, possiamo discutere assiduamente e dare un grande contributo non solo alla nostra discussione, non solo al lavoro svolto dalla Commissione Affari Sociali e dalla Signora Rupprecht, ma anche alla campagna per approvare e spingere l’approvazione della convenzione.

Se vogliamo trascinarci in polemiche senza senso, potete farlo, ma non pensiate che io venga qua a rispondere quando i dati della realtà sono completamente diversi dalle polemiche che vengono sollevate qua. Abbiamo voluto e abbiamo lavorato anche in commissione, anche con opinioni diverse rispetto al memorandum, per allargare la grande questione che stiamo per affrontare. Io sono stato e sono completamente d’accordo con le affermazioni fatte dal Premier della Repubblica Federale Tedesca Angela Merkel: se ci illudiamo di restringere il campo delle nostre polemiche a fatti che emergono gravissimi, non lo dico io, lo dice il Santo Padre, il capo della Chiesa cattolica, vuol dire che troviamo un capro espiatorio per non affrontare il tema. E questi dati internazionali ci dicono purtroppo quale è la realtà. La realtà è di una devastazione totale, generalizzata, di una violenza generalizzata nei confronti di bambini in ogni ambito e in gran parte delle istituzioni del nostro continente.

Contro questo, per superare questo problema, abbiamo lavorato per una soluzione condivisa. Per superare questo problema chiediamo tutti noi di spingere i propri paesi a ratificare e inserire i dettati della convenzione all’interno delle proprie legislazioni. Su tanti punti i nostri paesi a parole vogliono combattere questo fenomeno, su molti altri punti le parole si fermano il giorno del dibattito. E poi non diventano riforme amministrative. E poi non diventano riforme legislative e poi non diventano modifiche del codice penale. Per cui abbiamo contraddizioni tra cui vediamo chiese che hanno la prescrizione di vent’anni dopo il compimento del diciottesimo anno della vittima e paesi, che qua siedono con grande dignità e con grande rispetto per me, che hanno una prescrizione della pena di due anni, tre anni, cinque anni dal compimento del diciottesimo anno.

Il problema è molto più grave di quello che vogliamo trascinare nelle polemiche. E le polemiche non ci interessano. Ci interessa tutelare i bambini, tutelarli dalla violenza, tutelarli dagli effetti di questa violenza e ve lo dico con il cuore in mano: mi occupo di questo tema da quindici anni. Abbiamo fatto una buona legge in Italia, una legge bipartisan per modificare e aggravare le pene, l’abbiamo fatta con gli amici socialisti e abbiamo lavorato con lo stesso spirito con madame Rupprecht sulla risoluzione e con lo stesso spirito abbiamo voluto allargare i dati dei quali tutti noi siamo in possesso anche con questa dissenting opinion per poter lavorare con serenità, con obiettività e con determinazione per sconfiggere questa piaga che purtroppo tocca tutti i paesi europei indistintamente.

STOLFI ( Doc. 12272)

L’argomento in discussione è sicuramente importante e delicato direi per il Consiglio d’Europa in quanto tocca uno degli elementi sicuramente più importanti della nostra attività e quindi ci tocca in un aspetto sicuramente preponderante e che ci pone delle riflessioni.

San Marino non è membro dell’Unione europea, almeno non ancora, e quindi fa e facciamo fatica a capire come l’Unione europea abbia potuto andare su questa strada di fare un doppione di quella che è l’attività del Consiglio d’Europa e quindi ci nascono e sono nati sin dall’inizio degli interrogativi. Tra l’altro è proprio con la Presidenza del Comitato dei Ministri di San Marino che è stato siglato il memorandum d’intesa con l’Unione Europea che metteva proprio l’accento su questa necessità di non invadere i campi l’uno dell’altro.

Però le cose vanno avanti e l’Unione Europea ha attivato l’agenzia, la sta finanziando abbondantemente e credo che il Consiglio d’Europa non possa assistere in maniera passiva o considerando come ineluttabile il fatto che ci sia un allargamento di campo da parte dell’agenzia dell’Unione europea. Quindi non ci deve essere solo, e qui condivido le parole del relatore Cilevičs, un atteggiamento difensivo, non dobbiamo essere solo gelosi dell’attività che svolgono altri nel campo del Consiglio d’Europa nell’ambito dei diritti umani ma dobbiamo reagire cercando di fare ancora e meglio il nostro lavoro.

E’ questa la sfida che dal mio punto di vista compete al Consiglio d’Europa e credo che non avremo difficoltà a vincerla. E’ chiaro che bisogna lavorare di più e meglio e anche farsi sentire perché crediamo comunque che le competenze sono sicuramente diverse e credo che quindi bisogna anche vigilare, non solo lavorare a testa bassa e cercare di compiere al meglio il nostro compito ma anche di vedere da vicino. E quindi è giusto e condivido il fatto che nel documento si inviti l’Unione europea a diventare membro del Consiglio d’Europa per quello che riguarda la protezione dei diritti umani e fare in modo che tutte le raccomandazioni e le prescrizioni previste dal documento possano essere portate avanti. Grazie.