IT11CR32      

AS (2011) CR 32
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2011

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(Quarta parte)

ATTI

della trentaduesima seduta

Mercoledì 5 ottobre 2011, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

 

Giacomo SANTINI

(Doc. 12683)

Desidero, Signor Presidente, ringraziare anch’io l’OCDE per questa relazione che di tanto in tanto interviene nei nostri lavori come un richiamo alla realtà e alla concretezza, ma soprattutto come un’occasione per indicarci obiettivi condivisi a livello globale per inseguire il sogno di una crescita che deve e non può che essere di tutti. Non possiamo però dimenticare che questa importante cartina di tornasole deve fare i conti con una realtà che è fondata ed è basata sulla politica e sul rapporto che essa ha con i cittadini e con le grandi istituzioni economiche.

Ecco, oggi c’è un braccio di ferro evidente tra l’economia che tenta di prendere possesso anche degli indirizzi politici, e la politica che attraverso forme di democrazia spesso è un po’ polverose, sicuramente non più attuali, cerca di resistere a questo assalto della politica. Assistiamo tutti i giorni a episodi evidenti di discrasia nel tentativo di applicare il principio dell’economia attraverso i vecchi modelli della politica. E allora ci sono anche prevaricazioni, sostituzioni, episodi sgradevoli in cui per esempio agenzie di rating, fra l’altro assolutamente non infallibili, tentano quotidianamente di sostituirsi ai governi di determinati paesi, inevitabilmente i più deboli, con i loro giudizi e con le loro valutazioni fatte di tanti simboli misteriosi, che sfuggono al cittadino comune ma che mettono in angoscia i sistemi finanziari di questi paesi.

Le agenzie come Standards & Poor’s e Moody’s che anche oggi declassano ulteriormente il mio paese, l’Italia, come hanno fatto con altri paesi alle prese con grandi difficoltà, non sono certo utili al fine comune di tentare di recuperare i ritardi di sviluppo e i divari che esistono fra i vari paesi, ma inseguono esclusivamente un loro primato che è il primato dell’economia virtuale, astratta, a confronto con l’impegno concreto che viceversa, chi fa politica, attraverso l’economia deve porre quotidianamente per inseguire quelli che sono i reali veri obiettivi che un governo serio, più o meno democratico, con i diversi livelli di democrazia che esistono in Europa e nel mondo, deve perseguire gli obiettivi: sono soprattutto la crescita e il benessere dei cittadini.

Tutto questo si ottiene non con la teoria delle agenzie di rating ma con serie programmazioni sul piano per esempio degli incentivi alle imprese. Si esce dalla crisi solo con la crescita: questo è lo slogan più condiviso in questo momento, ma la crescita viene se abbiamo fiducia negli imprenditori, soprattutto nelle piccole e medie imprese, nelle imprese familiari, perché sono essere che sanno unire alle regole gli obiettivi dell’economia anche con lo spirito sociale di crescita collettiva che non possiamo dimenticare.

L’OCDE ci dà una cornice ma il quadro lo dobbiamo costruire noi. Grazie.