IT12CR04

AS (2012) CR 04

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2012

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(Prima parte)

ATTI

della quarta seduta

Martedì 24 gennaio 2012, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Giacomo SANTINI (Italia, ALDE / ADLE)

(Doc. 12811)

Dopo cinque anni arriva in aula questo rapporto, che è nato nel 2007 come un intervento d'urgenza per rispondere ad un interrogativo quasi esistenziale. Si disse allora "la Corte dei diritti dell'Uomo è minacciata da una crisi imminente, occorre un'azione urgente." Evidentemente la crisi non era così grave, altrimenti in cinque anni la Corte sarebbe morta. Anche perché le cause non erano soltanto legate al ruolo della Corte stessa e dei suoi rapporti con i Paesi membri, ma soprattutto al sostegno economico del Consiglio d'Europa che lamentava pesanti incertezze di bilancio.

I soldi, a quanto pare, sono stati trovati e questo rapporto ci fornisce utili indicazioni su come rivitalizzare il sistema di lavoro della Corte, su come dare nuova attualità alla Convenzione e renderla partner importante, non facoltativo, nei processi legislativi nazionali, nelle materie di sua competenza. Non è un mistero per nessuno che le sentenze della Corte vengono considerate come utili opinioni da molte legislazioni nazionali, ma non come verdetti vincolanti.

Molti temi riguardanti i comportamenti dei cittadini vengono infatti considerati di competenza dei Paesi membri, in virtù di un principio di sussidiarietà interpretato, forse, in maniera eccessivamente restrittiva. I molti casi, forse troppi, in cui la Corte dichiara irricevibili i ricorsi dei cittadini, uniti alla lunghezza estenuante dell'iter delle procedure, hanno contribuito a dare un'immagine burocratica di questa istituzione. Per rivitalizzarla occorre rivolgersi agli Stati membri non solo per chiedere un aumento del budget, ma per avere maggiore considerazione da parte dei parlamenti e soprattutto dei sistemi giudiziari. Infine, occorre riscoprire la centralità dell'uomo, rispetto al ruolo degli apparati burocratici. Il modello è quello del grande giurista italiano Antonio Cassese, recentemente scomparso, che proprio oggi è stato ricordato qui fuori, nell'atrio dell'emiciclo. È stato un padre del diritto internazionale e della Corte dei diritti dell'Uomo. I suoi successori hanno detto che era sempre sorridente perché era di carattere ottimista. Per lui il punto di riferimento era il cittadino, non il sistema pubblico, e ha avuto il coraggio di andare anche contro certi sistemi consolidati. Un suo successore ha detto: "Era un Don Chisciotte che non aveva mai avuto paura dei mulini a vento della burocrazia. Anzi li attaccava e spesso li abbatteva con il suo pragmatismo."