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AS (2012) CR 05 |
Versione provvisoria |
SESSIONE ORDINARIA 2012
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(Prima parte)
ATTI
dell’ottava seduta
Giovedì 26 gennaio 2011, ore 15.30
DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI
BERGAMINI Deborah (Italia, PPE/DC / EPP/CD)
(Doc. 12812, Doc 12810)
Questo rapporto ha una grande valenza politica. Perché viene discusso qui a Strasburgo, nel cuore di un’Europa, dunque di un Occidente, che deve constatare un’amara realtà.
La progressione del processo verso un’uguaglianza di genere, uno dei cardini della nostra identità europea, progressione che sembrava essere un punto fermo alla conferenza di Pechino del 1995, rischia in realtà di trovarsi a un punto morto oggi nel mondo. Essa rimane in gran parte un’aspirazione, nel migliore dei casi un impegno, ma certo non una realtà acquisita. Anzi, prendendo atto del fallimento della globalizzazione, intravediamo all’orizzonte l’arrivo di ineguaglianze nuove, che riguardano tutti i paesi, quelli più avanzati economicamente, con una crisi di risorse che rischia di pesare soprattutto sulle spalle delle donne, e quelli che si trovano nel pieno di una transizione verso la democrazia, (molti paesi fanno parte del nostro vicinato) con mille incognite, non ultima quella di dover affrontare in tempi brevi il tema della discriminazione delle donne e della loro partecipazione alla vita politica, culturale e sociale.
Col risultato che ancora oggi, anno 2012, nella più parte del mondo, assistiamo a un destino per le donne già deciso.
È quindi necessario oggi più che mai che da qui, dal cuore dell’Europa, si moltiplichino gli sforzi per combattere la discriminazione e la violenza contro le donne, per affermare la parità di accesso a ogni segmento della vita di un paese, che essi a cascata si irradino verso le assemblee parlamentari di tutti i paesi membri, verso tutti quei decisori che possono, devono fare in modo che questo torni ad essere un punto primario dell’agenda politica di ciascun governo, senza se e senza ma. E che dietro all’urgenza delle tante questioni che scuotono l’Europa non si celi il pericolo che il processo di uguaglianza, nonostante le tante parole spese, rimanga appunto un’aspirazione.
CARLINO Giuliana (Italia, ADLE / ALDE)
(Doc. 12812, Doc 12810)
Intervengo oggi con molto interesse: la tutela delle donne e in particolare la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne sono infatti argomenti di cui mi occupo dall’inizio della mia attività parlamentare in modo assiduo e costante.
Sembra quasi strano trovarsi ancora oggi, nel 2012, a parlare della necessità di intervenire in modo efficace per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne e per eliminare ogni forma di discriminazione nei loro confronti tuttora presente.
È vero che in realtà capita che anche gli uomini siano vittime di forme di violenza, ma è noto a tutti come la maggior parte delle vittime sia costituita da donne.
Nonostante i forti sviluppi della politica, del diritto e della società in generale la problematica della violenza sulle donne continua, infatti, ad affliggere ogni Stato membro del Consiglio d’Europa e a tutti i livelli sociali.
I dati in materia sono e restano allarmanti: in ogni paese circa un quarto delle donne è stata vittima di violenze fisiche almeno una volta nella vita e oltre una su dieci ha subito violenze sessuali.
Si calcola inoltre che circa il 14% delle donne intorno ai sedici anni abbia vissuto qualche esperienza di violenza domestica.
Emerge quindi – e dico purtroppo – come la violenza sulle donne rappresenti ancora una grave piaga del mondo!
Si tratta di un reato gravissimo, una forma di discriminazione e soprattutto una violazione dei diritti umani!
Anche l’Italia sta cercando di combattere questo grave fenomeno.
Sono state infatti recentemente approvate alcune mozioni che impegnano il Governo ad adottare iniziative utili a contrastare la violenza sulle donne, nonché, nell’attuale legislatura sono state introdotte nel codice penale e in quello di procedura penale nuove norme contro la violenza sessuale, tra le quali spicca il reato di stalking.
Segnalo inoltre che sono in corso di esame parlamentare molti disegni di legge in materia.
La Convenzione sulla prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, costituisce sicuramente il più completo degli strumenti esistenti diretto a prevenire la violenza sulle donne, a proteggere le vittime e a perseguire i colpevoli!
Promuovere la Convenzione affinché venga firmata e ratificata da un numero di Stati membri sufficiente a consentirne l’entrata in vigore è una priorità che renderà possibile applicarla effettivamente, così salvando le vite di milioni di vittime e dando un contributo forte al miglioramento del rispetto dei diritti umani nel mondo.
So che non basteranno norme giuridiche per cambiare radicalmente nella società una mentalità che da troppo, per motivi di natura culturale o storica o religiosa, si caratterizza per pregiudizi basati sulla cosiddetta "inferiorità della donna" che giustificano comportamenti gravemente discriminatori e violenti, ma credo sinceramente che la Convenzione rappresenti un messaggio politico forte e uno strumento utile per prevenire, fermare e sanzionare la violenza sulle donne.
Per questi motivi non posso che esprimere il mio favore al provvedimento in esame.
Grazie!