IT12CR14
AS (2012) CR 14
Versione provvisoria
SESSIONE ORDINARIA 2012
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(Seconda parte)
ATTI
della quattordicesima seduta
Mercoledì 25 aprile 2012, ore 10.00
DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO
Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)
(Doc. 12889 e Allegato, doc. 12891)
Signor Presidente, cari Colleghi,
La buona governance dello sport e l’etica applicata alla pratica sportiva vengono associate in questa giornata parlamentare all’impegno per la lotta alla corruzione e contro i risultati truccati nelle partite di calcio. È un accostamento indubbiamente indovinato perché le frodi nello sport costituiscono prima di tutto violazioni ai valori etici e morali e solo per le ripercussioni materiali rientrano poi nella sfera di competenza dell’autorità giudiziaria. È giusto che ce ne occupiamo in questa sede, al Consiglio d’Europa che ha come riferimento la Carta dei diritti dell’uomo nella quale questi valori sono considerati fondamentali e irrinunciabili soprattutto per l’educazione dei giovani.
La lealtà sportiva, il fair play nelle competizioni, il rispetto dell’avversario, il rifiuto di qualsiasi pratica di doping, la repulsione per la corruzione che falsa i risultati tecnici, costituiscono da sessantadue anni – e mi piace segnalarlo -, lo statuto e l’impegno di un’organizzazione mondiale che si chiama Panathlon Club International, che di tutto questo ha fatto la propria bandiera piantandola in tre continenti, ventiquattro nazioni, dove operano 260 club service con queste finalità.
Tra le molteplici attività del Panathlon c’è un Osservatorio sull’etica dello sport giovanile che fu fondato ad Anversa nel novembre 2007 e che ha dato corpo e vita alla dichiarazione del Panathlon sull’etica che era stata scritta a Gand in Belgio nel settembre 2004, frutto del lavoro di ricerca di due università. Essa rappresenta l’impegno di fondo per il Panathlon e per tutti i suoi aderenti per garantire diritti e tutele ai giovani e non a caso, queste linee sono state adottate ufficialmente dal Comitato Olimpico Internazionale, da molte federazioni sportive, da scuole, università e pubbliche amministrazioni.
Ne sono risultate linee di azione, piani di integrità, che propongono a ciascun attore la capacità di saper scegliere senza incertezze le proprie linee. Alla base di tutto questo c’è una romantica Carta dei diritti del ragazzo che fu scritta alle origini e nella quale, fra l’altro, oltre al diritto di praticare lo sport, divertirsi, giocare, avere la giusta misura, si scrive che ha anche il diritto di farlo senza avere l’impegno di diventare un campione a tutti i costi. Ecco, da questa base nasce il lavoro capillare da parte di questo Club che ha il merito, la grande azione di essere in tutto il mondo e di coinvolgere migliaia di persone.
Infine, la lotta alle partite truccate bene si associa e tra le molte proposte che i relatori hanno ricordato, una su tutte mi ha colpito e la condivido: quella di attribuire, di configurare la frode sportiva come reato penale. Nel mio Paese c’è già, ma nel mio Paese, come si sa purtroppo, in questo tipo di problema siamo all’avanguardia.
Patrizia BUGNANO (Italia, ADLE / ALDE)
(Doc. 12889 e Allegato, doc. 12891)
Grazie Presidente.
Ringrazio i relatori per il loro lavoro. Credo che nessuno in quest’aula possa mettere in dubbio che lo sport svolge un ruolo importantissimo nella società, in quanto strumento di veicolazione di valori e modelli importanti, soprattutto per le giovani generazioni. Certamente, fra questi vi sono l’etica e il rispetto delle regole. Purtroppo anche il mondo dello sport sta attraversando un momento difficile, un po’ in tutti i paesi, dovuto all’ingresso, soprattutto in alcune pratiche sportive - mi riferisco al calcio - di interessi meramente economici che nulla hanno a che vedere con i valori che ho ricordato e che sviluppano fenomeni di corruttela e inducono a messaggi sbagliati, soprattutto per i nostri giovani.
Che cosa fare? Le istituzioni nazionali ed europee se ne devono interessare o meno? Io credo di sì. Se ne devono anche interessare fortemente e questa è l’importanza del dibattito di oggi. Questo ovviamente non vuol dire ingerirsi nel mondo dello sport, ma semplicemente sollecitare una moralizzazione del sistema. Per questo, se le parole del Presidente Blatter che sono state riportate sono vere sarebbero gravissime. Sostanzialmente, il Presidente della Fifa raccomanda alle istituzioni politiche europee di non interferire nelle questioni interne alla Fifa medesima. Credo che la posizione di Blatter sia inaccettabile perché l’azione delle istituzioni europee è semplicemente finalizzata a che si abbia maggiore trasparenza nell’operatività degli organismi internazionali di governo dello sport e si combattano i fenomeni di corruttela, a iniziare proprio dalla Fifa che deve avere il coraggio di portare avanti, e non solo affermarle, politiche di trasparenza. La Fifa è al servizio dello sport e questa è la sua unica mission.
D’altra parte non è di ora l’attenzione delle istituzioni europee allo sport e ai fenomeni che lo riguardano. La buona governance nello sport è quindi un requisito fondamentale per garantire l’autonomia e l’autoregolamentazione delle organizzazioni sportive, ma nel rispetto dei principi della trasparenza, della responsabilità, della democrazia e pone l’accento sulla necessità di una politica di tolleranza zero nei confronti della corruzione dello sport e per questo credo che noi oggi siamo chiamati a impegnarci.
Grazie.
Renato FARINA (Italia, PPE/DC / EPP/CD)
(Doc. 12889 e Allegato, doc. 12891)
Grazie Presidente.
Ringrazio i relatori. Comincio confessando una grande fortuna: nella Camera dei Deputati italiana ho una compagna di banco che è stata la più grande sportiva italiana: Manuela Di Centa che ha vinto numerose medaglie d’oro nello sci di fondo ed è anche stata la prima donna italiana, dopo, ad aver scalato l’Everest. E lì capisco che cosa vuol dire lo sport e anche lo sport praticato ad altissimi livelli quando esso sia autentico, cioè non sia qualche cosa che appartiene anche strutturalmente alla corruzione anche intima.
Esiste la possibilità di un grande sport e di campioni che siano capaci di trascinare i giovani verso il bene. Parto dall’etimologia della parola sport, che viene da deporte e vuol dire “uscire dal porto”, “andare verso l’infinito”. Per questo la corruzione in questo ambito è ancora più grave perché tocca qualcosa di essenziale. Gli antichi parlavano di panem et circenses, pane e divertimento. Ma queste due parole non sono due parole separate ma sono un’endiadi, cioè descrivono la vita quotidiana dell’uomo che è fatta di questi due elementi. Per questo lo sport non va disgiunto da un’analisi del fattore dell’economia.
Oggi abbiamo una criminalità dell’economia e della finanza che non è perseguita e non è perseguibile e si riferisce alla pratica dei derivati che hanno inquinato l’intero mondo. Noi ci battiamo giustamente contro la criminalità palese mentre occorre insistere su quel punto. Allo stesso modo io credo che nello sport esista una criminalità evidente che è quella delle frodi sportive, delle scommesse disoneste o praticate sui ragazzi, sugli sport giovanili, ma esiste una delinquenza strutturale che è proprio la disobbedienza rispetto al fair trade finanziario perché introduce nello sport un elemento che non c’entra con le buone regole della vita. Ed è un elemento anche completamente diseducativo rispetto ai giovani.
Questa cosa si riflette ad esempio in una cosa che è bene denunciata nei rapporti e che è il commercio degli schiavi bambini con le catene d’oro, che sono i bambini implicati nello sport. Questo è, credo, il punto oggi decisivo ed è una cosa che è praticata anche dai grandissimi club che fanno selezioni sia nei paesi del terzo mondo sia portandoli nei propri paesi generando poi una serie di frustrazioni terribili che sono identiche a quelle del commercio per altri tipi di lavoratori. Quindi io credo che questi rapporti e queste enunciazioni vadano effettivamente implementate, ma soprattutto lo sport non va più considerato come un settore a parte. È centro della nostra vita e della nostra società.
Grazie.