IT12CR17 |
AS (2012) CR 17 |
Versione provvisoria |
SESSIONE ORDINARIA 2012
________________________
(Seconda parte)
ATTI
della diciassettesima seduta
Giovedì 26 aprile 2012, ore 15.30
DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO
Giacomo SANTINI (in qualità di Presidente della Commissione Immigrazione e Rifugiati)
(Doc. 12882)
Grazie Presidente,
Pe me è un piacere parlare su questo tema ma è anche un dovere, come Presidente della Commissione, ringraziare un po’ tutti, a cominciare dal Signor DENDIAS che ha fatto un lavoro egregio e oggi, purtroppo per lui, non può essere qui, per passare al Collega CHOPE che con tanta rapidità e bravura ha saputo sostituirlo. Ma desidero anche complimentarmi nel nome di un fair play di cui abbiamo discusso in quest’aula non molti giorni fa, con i molti colleghi che si sono confrontati su un tema così delicato con grande stile e con grande passione, ma anche con profondo rispetto.
Noi sappiamo che alcuni di loro vivono quotidianamente all’interno del problema. Sarebbe stato anche facile qui dare luogo a una sorta di derby di buone ragioni e per noi che siamo degli arbitri, non sarebbe stato facile giudicare chi avesse il torto e chi avesse in effetti, più ragione degli altri.
Non c’è stato nessun processo ma io apprezzo molto invece la ricerca corale che c’è stata, di idee nuove, di proposte per migliorare l’attuale situazione. Abbiamo capito: è una situazione di crisi, c’è qualcosa che è stato migliorato, che è stato fatto ma ancora si può fare di più. Abbiamo sentito che la Federazione Russa ha profuso molti sforzi e molto impegno per dare una mano a creare condizioni di vita dignitose ai profughi e agli sfollati, a coloro che fuggono e a coloro che tornano. Ma forse non basta se, come abbiamo letto nella relazione, molti di costoro ancora non sono in grado di condividere, di poter gioire pienamente dei loro diritti fondamentali. Leggiamo ancora che molti incontrano difficoltà anche in questioni pratiche come la ricerca di un alloggio decente, la ricerca di un lavoro che consenta loro di essere autosufficienti, ma ancora l’accesso a documenti ufficiali, agli uffici e, infine, c’è una insicurezza persistente che viene segnalata in questa relazione che potrebbe appunto ostacolare gli ulteriori sforzi.
C’è anche qualcuno che si lamenta che quando sono stati fatti degli espropri, è poi difficile riuscire a rientrare nelle forme di risarcimento come accade da molte altre parti. C’è insomma, in fondo, in questa popolazione una situazione di vulnerabilità latente che è il passo successivo che dobbiamo affrontare.
Quindi, una raccomandazione a tutti coloro che possono fare qualcosa, in modo particolare ancora alla Federazione Russa. Chi di noi è stato a Mosca e in Russia in questi giorni come osservatore alle elezioni, ha visto che la Russia non è più quella di certe favole passate. La Russia è un paese sostanzialmente solido e soprattutto con evidente sviluppo economico. Ecco, allora speriamo che questo sviluppo economico si traduca in un nuovo impegno, nuove possibilità di applicare risorse in questo campo per aiutare coloro che ancora aspettano una sistemazione dignitosa come sfollati, come gente che vuole tornare nelle proprie case o chiede ospitalità e alloggio in una patria che non è ancora sua ma che potrebbe diventarla.
Grazie.