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AS (2013) CR 05 |
Versione provvisoria |
SESSIONE ORDINARIA 2013
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(Prima parte)
ATTI
della quinta seduta
Mercoledì 23 gennaio 2013, ore 10.00
DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI
Renato FARINA (Italia, PPE/DC / EPP/CD)
(Doc. 13083)
Onorevoli Colleghi,
Il linguaggio che abbiamo udito oggi da parte di russi e georgiani non ha nessun codice di traduzione in una lingua comune. È il linguaggio della politica quando è stata ferita dalla guerra, una guerra che continua con le parole. Non si tratta allora di essere neutrali, perché ciascuno di noi sceglie dentro di sé dove stanno le ragioni e dove i torti. Per questo ho apprezzato moltissimo le parole del Presidente Mignon che ha invitato georgiani e russi a incontrarsi qui, a continuare nel dialogo.
Ma qui occorre cambiare linguaggio, il linguaggio universale che nasce dalla compassione dinanzi al dolore di gente che ha perso tutto. Senza questo linguaggio, anche quello della politica non ha senso e non troverà mai soluzione. Inchinandoci dinanzi all’umanità sofferente (questo è il senso dell’impegno e del diritto umanitario) facciamo il minimo senza cui non si è uomini, ma è anche il massimo oggi possibile per costruire un basamento di vita buona da cui ripartire per ogni dialogo che voglia essere costruttivo. Insomma la politica ha bisogno dell’impegno umanitario, è un cordone che può salvare non solo le persone ma anche la politica, se essa accetta di inchinarsi dinanzi al grido di soccorso.
Per questo ritengo che sia importante il lavoro della relatrice, la quale propone, invece che la presunzione di cha la pancia piena e la testa imbottita di ideologie, la saggezza del possibile!