IT13CR05

AS (2013) CR 05

 

Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2013

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(Prima parte)

ATTI

della quinta seduta

Mercoledì 23 gennaio 2013, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083)

Desidero anch’io, Signor Presidente, aggiungere molti motivi di soddisfazione per il momento che stiamo vivendo: quello di portare in aula un rapporto che è in piedi più o meno da quattro anni e desidero anche sottolineare che la collega ACKETOFT ha preso il testimone da un precedente relatore e ha saputo pazientemente tessere la sua tela, ricostruire molte cose che erano andate distrutte. La novella Penelope del Consiglio d’Europa ha portato finalmente in aula questo rapporto.

Desidero anch’io ringraziare, come ha fatto il nostro Presidente, le delegazioni della Russia e della Georgia per il contributo appassionato che hanno dato al dibattito sia in commissione sia in aula, spesso molto appassionato. Ma, come avete visto, alla vostra passione e anche al pericolo di provocare nuovi intoppi al dialogo, noi abbiamo contrapposto – se mi consentite una battuta ironica perché vedo che il collega MAKHMUTOV già sorride – abbiamo contrapposto la corrazzata ACKETOFT che ha saputo superare ogni difficoltà e, nonostante la mancata visita, oggi ci porta in aula una proposta più che condivisibile.

Il nostro obiettivo, lo ricordo, era e rimane quello di evidenziare e di sottolineare le conseguenze umanitarie della guerra fra la Georgia e la Russia. Non c’era nessuna intenzione di andare a riesplorare i motivi che l’hanno determinata, dibattito che appartiene ad altro momento e ad altra sede.

Quindi vorrei dire al Signor MAKHMUTOV e KALASHNIKOV che apprezzo anche il loro contributo finale più moderato rispetto a quelli che ci avevate regalato in commissione e che apre, credo, la strada a una possibile approvazione di questo rapporto.

Certo, ogni guerra lascia sul campo morte e miseria, segni ancora più pesanti su una regione come quella di cui ci stiamo occupando, già difficile per condizioni ambientali ma anche, soprattutto, povera come regione per livello di sviluppo.

A complicare la vita alla gente e al ruolo della politica vi sono inoltre divisioni di carattere etnico, minoranze linguistiche, ecc., che sicuramente non aprono la strada a un dialogo facile. Infine, il nostro lavoro quindi, con la risoluzione che vi proponiamo, vuol essere una mappa politica e umana per recuperare in questa regione il percorso del dialogo, come ha detto il Presidente MIGNON, ma anche della riconciliazione e naturalmente della ricostruzione che dev’essere umana, politica, democratica e materiale.

Il nostro mandato qui al Consiglio d’Europa non ci assegna purtroppo altre risorse se non quelle morali e politiche, ma auguriamoci che questa risoluzione risvegli anche altre istituzioni che hanno quelle risorse altrettanto importanti di carattere economico per consentire alla gente che vive in quella regione di recuperare non solo i danni della guerra, ma condizioni umane di vita e non solo di sopravvivenza.

Grazie a tutti.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, Subemendamento all’emendamento 5)

Abbiamo discusso su questo emendamento. È stato emendato oralmente e la Commissione è favorevole se viene votato così come è stato emendato.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, Subemendamento all’emendamento 6)

Questo subemendamento in effetti modifica il testo in senso migliorativo per quanto riguarda le condizioni del ritorno, per la dignità e per la sicurezza di coloro che rientrano nei loro territori. Quindi la Commissione si è espressa all’unanimità a favore di questo subemendamento.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, Subemendamento all’emendamento 8)

Per precisare meglio i termini del consenso della comunità internazionale, a proposito di quanto è stato ricordato dalla collega, c’è un’aggiunta molto semplice e molto breve: “…è vista dalla Georgia e dalla maggior parte della comunità internazionale”. Non si dà per scontato che la globalità della comunità internazionale sia d’accordo su questo tema. Con questo emendamento orale la Commissione l’ha approvato e si dichiara favorevole anche in aula.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, Emendamento 11)

Presidente, ho visto che lei ha rinunciato a pronunciare il nome della collega della Georgia. Mi permetto di darle un consiglio perché io ho impiegato tutto il pomeriggio, ieri in commissione, per impararlo. Basta fare una pausa a metà del lungo cognome. Si chiama TAKTAKISHVILI e la Commissione, nonostante la sua simpatia, è contro.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, Subemendamento all’emendamento 12)

L’avviso è più complesso per questo subemendamento perché in realtà c’erano due cose da cambiare, una formale e una sostanziale. La cosa formale era che l’emendamento comprendeva la parola co-rapporteur. È evidente che abbiamo un solo rapporteur, che è la Signora ACKETOFT e quindi il prefisso “co” va cancellato. La seconda, sostanziale, è la parola “Georgia” che intendevano mantenere, viene proposto, ma che la nostra relatrice aveva rifiutato. Quindi, con questa modificazione (rapporteur e non co-rapporteur) e Ossezia del Sud punto, l’emendamento orale viene proposto all’approvazione.

La Commissione non è favorevole se viene mantenuta la parola “Georgia”.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, subemendamento all’emendamento 14)

In effetti, nel clima di dialogo che abbiamo più volte ispirato ed evocato anche in aula, noi abbiamo proposto ai presentatori di fermare il subemendamento alla parola “droit international” per quanto riguarda il testo francese. Vale a dire cancellare le ultime due righe, in francese: “et à inverser le processus d’épuration ethnique des Géorgiens”. Questa frase noi proponiamo che venga tolta per rispettare l’invito al dialogo e alla cooperazione che abbiamo più volte fatto.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, Emendamento orale)

A questo emendamento orale non ci sono opposizioni perché in effetti noi tentiamo anche di guardare avanti e di porre accanto ai rimedi immediati di sopravvivenza anche le prospettive per la vita futura, a cominciare dalla garanzia delle cure mediche. Questo è lo spirito e quindi lo proponiamo per l’approvazione.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, Subemendamento all’emendamento 20)

Qui siamo in presenza di quel fragile confine che abbiamo ricordato nel dibattito fra il nostro mandato umanitario e un dibattito politico sulla guerra e sulle ragioni della guerra. Noi proponiamo l’emendamento orale in questo senso: mettere un punto dopo “l’Union européenne”. Lo posso dire anche in francese: “à mettre pleinement en œuvre l’accord de cessez-le-feu négocié grâce aux bons offices de l’Union européenne”, punto. La frase che segue tocca un aspetto puramente politico e non più umanitario. Per questo proponiamo questo emendamento orale.

Giacomo SANTINI (Italia, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13083, Subemendamento orale all’emendamento 2)

Come lei ha capito Presidente, siamo in un passaggio imprevisto in quanto questo emendamento orale non è stato presentato in commissione, non lo abbiamo dibattuto, quindi noi non possiamo, come Commissione, prendere una posizione precisa. Ma siamo in presenza di un fatto auspicato: questo emendamento ha addirittura due paternità fino a ieri contrapposte, quella della Russia e quella della Georgia. E in questa sede entrambi rivendicano e lo vogliono sostenere. Come fa la Commissione a essere contraria? Però formalmente la Commissione non si può esprimere. Chiaramente, l’orientamento è positivo se questo è il clima.