IT14CR23      

AS (2014) CR 23
Versione provvisoria

 

SESSIONE ORDINARIA 2014

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(Terza parte)

ATTI

Della ventitreesima seduta

Mercoledì 25 giugno 2014, ore 10.00

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Michele NICOLETTI (Italia, SOC/SOC)

(Doc. 13527)

Grazie Presidente.

Voglio ringraziare il collega Andreas GROSS per questo rapporto di cui ho apprezzato moltissimo la lucidità teorica e l’equilibro nelle proposte politiche. Lo ringrazio anche per aver ricordato nel suo rapporto il contributo di alcuni grandi federalisti italiani come Spinelli e il forte europeismo dei governi italiani. Vuol dire che quest’idea di un’Europa federale non è una bizzarria svizzera ma è invece un qualcosa che sta dentro la nostra storia ed è anche non solo un ideale, ma un chiaro programma politico di alcuni dei nostri paesi.

Ho sentito delle interpretazioni sull’ultimo voto delle elezioni europee che non condivido. In Italia l’idea di una più forte Europa federale è stata un’idea premiata. Vuol dire che i cittadini hanno paura di un’Europa in cui non contano nulla, vogliono un’Europa più democratica, ma non vogliono “meno” Europa. Tra poco faremo una commemorazione della prima guerra mondiale. Noi rispettiamo le grandi conquiste democratiche che hanno fatto gli Stati nazionali europei, ma c’è stata anche un’idolatria dello Stato nazionale che ha portato alle guerre civili europee.

Io vivo in una regione di frontiera, nel nord d’Italia, che il collega GROSS conosce bene, e che ha potuto trovare una soluzione solo dentro una visione pluralista federalista europea. Questa è l’unica via per far convivere unità e diversità, per risolvere le tante questioni che ci stanno davanti anche in questi giorni, dall’Ucraina alle questioni del Marocco, a tutte le questioni in cui abbiamo problemi di far convivere pacificamente, nel rispetto dei diritti umani, gruppi diversi. E questa via è la via del federalismo. Federalismo vuol dire patto. Non è semplicemente un libero mercato ma è il riconoscimento che c’è qualche cosa di comune tra di noi, che apparteniamo a una stessa comunità di destino. E questa comunità è una comunità che però vogliamo pluralista, libera e costruita dal basso.

Andreas GROSS indica chiaramente una via che non è la via del dirigismo, del centralismo, della moltiplicazione della burocrazia, ma è la via dell’autogoverno: più forza alle comunità. E penso che questa sia una via molto problematica, però il Consiglio d’Europa è la sede per aprire questa grande discussione che è l’unica via che consente all’Europa di risolvere e gestire - come ha fatto - i problemi interni e di esercitare un ruolo politico nel mondo. Nel 1919 Paul Valéry, sulle macerie della prima guerra civile europea dopo la prima guerra mondiale, diceva: “Adesso, su di un’immensa terrazza di Elsinore, che va da Basilea a Colonia, che si spinge fino alle sabbie di Newport, alle paludi della Somme, ai calcari della Champagne, ai graniti dell’Alsazia, qui su questa immensa terrazza di Elsinore, l’Amleto europeo contempla milioni di spettri.”

L’Amleto Europeo oggi deve chiedersi se “essere o non essere Europa”. Noi pensiamo che la risposta sia “Essere Europa” e la possibilità è quella di rafforzare quest’idea di un’Europa federale e democratica.

Grazie.