IT15CR24

AS (2015) CR 24
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2015

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(Terza parte)

ATTI

Della ventiquattresima seduta

Mercoledì 24 giugno 2015, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

 

Viorel Riceard BADEA (Romania, PPE/DC / EPP/CD)

(Doc. 13800)

Grazie Presidente,

Cari colleghi, non ho l’intenzione di cominciare, come al solito, con i ringraziamenti al relatore, ma intendo esprimere il mio disappunto profondo riguardante quanto proposto e cioè il non annullamento dei pieni poteri della delegazione della Federazione russa.

Anche se nel contenuto del rapporto viene riconosciuto il fatto che non sono stati registrati progressi da parte russa, la risoluzione 2034 del 2015 raccomanda nella sessione precedente dell’Assemblea la proposta comunque del riconoscimento della delegazione russa. Si tratta praticamente di una mancanza di congruenza per il primo tra la premessa e la conclusione, visto che la conclusione non sorge, come sarebbe ovvio, dalla premessa e l’uso del sintagma di “non annullare”, al posto di una affermazione, come ad esempio “convalidare i pieni poteri della delegazione della Federazione russa”, può creare delle confusioni.

Spettabili colleghi, l’assunzione dei membri della delegazione russa dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in mancanza di qualsiasi progresso, tramite la violazione della quasi maggioranza degli impegni assunti dalla parte russa, sarebbe l’equivalente di un’accettazione implicita da parte nostra della violazione flagrante delle autorità di Mosca delle norme di diritto internazionale a cui non è ammessa nessuna eccezione. La Crimea e l’est dell’Ucraina sono in via di ricostruire la mappa della guerra fredda dall’Ex Unione Sovietica nutrita e mantenuta permanentemente da Mosca.

La Transnistria continua ad essere sottomessa agli interessi della Federazione russa tramite il mantenimento illecito delle cosiddette forze di mantenimento della pace sui territori di uno Stato indipendente, la Repubblica Moldava. Di quanto tempo ha bisogno la Federazione russa per portare a termine gli impegni assunti e non rispettati in questo particolare caso: ritirare le sue truppe dal territorio della Repubblica Moldava? Quante organizzazioni internazionali devono ancora sollecitare questa cosa per ricorrere a questa manovra? Un primo passo in questo senso è stato fatto da poco però non dalla Federazione russa ma dal parlamento ucraino che ha denunciato l’accordo che dava alle truppe russe il diritto di transitare in territorio ucraino. Il cosiddetto mantenimento della pace in Transnistria, di cui si prevale Mosca per mantenere le truppe a sinistra del Nistro, equivale al prolungamento dell’esercizio del controllo su questa regione che è parte integrante di uno Stato con indipendenza riconosciuta internazionalmente oltre due decenni fa.

Spettabili colleghi, ribadisco il no categorico per l’accreditamento dei pieni poteri della delegazione di uno Stato che sta per trasformare l’est dell’Ucraina e la Crimea in nuove guerre fredde e ribadisco il no categorico a uno Stato che vieta l’ingresso sul suo territorio ad un membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

Grazie

Paolo CORSINI (Italia, SOC / SOC)

(Dibattito sulla situazione in Ungheria in seguoto all’adozione della Risoluzione 1941)

Grazie Signora Presidente,

Io auspico che il dibattito di oggi possa essere pacato com’è nel costume della nostra Assemblea parlamentare e dico questo perché purtroppo ieri, in commissione cultura, il collega FLEGO è stato destinatario di una polemica ad personam non particolarmente gradevole. E cito il collega FLEGO perché leggerò i problemi che abbiamo di fronte alla luce di un’analisi comparata del suo rapporto con il testo della risoluzione.

Ebbene, che cosa emerge da questa lettura? Secondo me emergono i seguenti elementi: anzitutto la legge sulle chiese dovrebbe essere rivista alla luce delle osservazioni della Corte europea dei diritti dell’uomo e la legge sulla Corte costituzionale non è stata modificata così come preconizzato dalle raccomandazioni. In materia di informazione di stampa e dei media il consiglio dei media non è stato separato dall’autorità dei media e per altro nuove misure restrittive sono state introdotte come è stato osservato da molteplici osservatori dell’opinione pubblica democratica e istituzionali.

Ancora due osservazioni. Il sistema elettorale continua ad attribuire al partito al potere un vantaggio squilibrato perché assicura una maggioranza dei due terzi a quanti ottengono soltanto il 44%. Quindi c’è un travisamento del rapporto tra volontà popolare e rappresentanza democratica.

Infine, secondo il segretario della commissione di Venezia, la costituzione resta pur sempre espressione, documento di un solo partito politico e non dell’insieme, appunto, della nazione. Ecco, a me pare che siano questi i dati dai quali partire. Ma non dobbiamo limitarci soltanto a questo. Io credo che noi dobbiamo, oggi, prendere le mosse in ordine alle scelte che dobbiamo compiere da una valutazione politica complessiva. Che cosa mi porta a dire questa impostazione? Innanzitutto sono particolarmente preoccupato dalla presenza in Ungheria di un partito, il partito Jobbik, che è xenofobo, populista, antisemita. Non è soltanto euroscettico, è anti-europeo, e certamente questo partito influenza settori rilevanti dell’opinione pubblica.

Direi che in Ungheria siamo in presenza di quello che con un termine inglese si può definire la cattura dello Stato, una sorta di stato patrimoniale, di – per usare un ossimoro – una democrazia autoritaria, una democrazia esecutiva come scrive lo studioso francese Marc Lazar.

Ed è per questo che noi dobbiamo insistere affinché questa risoluzione possa essere modificata e possano essere approvati degli emendamenti migliorativi che stimolino un ulteriore adeguamento agli ordinamenti democratici da parte del gruppo dirigente della politica ungherese odierna.

Adele GAMBARO (Italia, ADLE / ALDE)

(Doc 13747 e 13803)

Grazie Presidente,

Volevo congratularmi con i relatori per l’ottimo lavoro che hanno svolto, anche in Commissione. Tanto la trasparenza della proprietà dei mezzi di informazione che un giornalismo responsabile sono fattori essenziali per garantire una vera libertà di informazione ed evitare ogni manipolazione. Quindi ringrazio tutti i colleghi qui presenti per la loro pazienza perché l’ora è andata molto avanti e invito tutti i colleghi a supportare con il loro voto questo lavoro.

Grazie.