IT16CR04

AS (2016) CR 04
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2016

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(Prima parte)

ATTI

Della quarta seduta

Martedì 26 gennaio 2016, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Vannino CHITI (Italia, SOC / SOC)

(Doc. 13936)

Grazie Signor Presidente.

Anch’io esprimo un’adesione nella scelta di attribuire anche alla Giordania lo status di partner per la democrazia: una decisione che prende atto di alcuni progressi compiuti da questo paese e anche dagli obiettivi che ci poniamo con il documento che oggi è alla base di questa decisione. Portare a effettivo compimento le riforme costituzionali per la separazione dei poteri, per la costruzione di poteri regionali e locali, per l’autonomia della magistratura, il riconoscimento della parità di genere tra uomo e donna. Penso anche che sia giusto mettere in evidenza - altri colleghi lo hanno sottolineato - che la Giordania ha saputo far fronte a un’emergenza senza precedenti accogliendo migliaia di civili in fuga dalla Siria, dalla guerra in quel paese, aprendo il paese alle organizzazioni internazionali impegnate nell’assistenza. Una dimostrazione di impegno concreto sui diritti degli esseri umani, mentre altri paesi europei – è il caso di sottolinearlo, purtroppo –, più ricchi, che spesso si ergono a giudici verso gli altri dei diritti umani e di democrazia, costruiscono muri, respingono bambini, sequestrano quei pochi beni degli immigrati. Insomma, vogliono addirittura abolire Schengen.

Voglio però anch’io sottolineare alcuni punti che ritengo fondamentali e anche una sfida in questo partenariato per la democrazia: l’organizzazione di elezioni del tutto libere in conformità alle norme internazionali e, dato che stabiliamo un partenariato, la presenza di rappresentanti del Consiglio d’Europa per il monitoraggio di queste elezioni. Non solo l’attuazione: questo è un punto cruciale, altrimenti abbassiamo il nostro modo di esistere come Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. Non possiamo avere vari pesi e varie misure. L’attuazione della moratoria decisa nel 2006 sulla pena di morte e l’abolizione della pena di morte e della tortura. Su questo occorre un impegno decisivo nella verifica che faremo di qui a due anni. Infine, la garanzia, per i cittadini, del pieno rispetto della libertà di coscienza e di religione, compresa la possibilità di poter cambiare credo. Perché il punto fondamentale non è se in una società - dal punto di vista di una democrazia laica, vera - la religione prevalente è quella cristiana, quella islamica, quella ebraica o culture filosofiche che non hanno religione. Il punto decisivo è che questo non cambia i rapporti dei cittadini nei confronti dello Stato, e dello Stato nei confronti dei cittadini. Io posso avere una fede religiosa, posso non averla, posso cambiarla, ma le istituzioni dello Stato si devono rivolgere sempre allo stesso modo nei miei confronti.

Queste sono le sfide che abbiamo di fronte. Ringrazio anch’io i relatori perché il partenariato per la democrazia, che è una scelta fondamentale, funzioni, e possa essere coronato dal successo.

Grazie.