IT17CR13

AS (2017) CR 13
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2017

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(Seconda parte)

ATTI

Della tredicesima seduta

Marted́ 25 aprile 2017, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Luis Alberto ORELLANA (Italia, SOC / SOC)
(Doc. 14294)

Grazie Presidente,

Ringrazio innanzitutto i colleghi che hanno fatto parte della missione di monitoraggio elettorale in Bulgaria e così pure i membri del Segretariato e della Commissione di Venezia per l’ottimo lavoro svolto e per il rapporto che ci hanno consegnato.

Io non ho fatto parte di questa missione di monitoraggio, ma in passato, più volte, ho visitato la Bulgaria per le elezioni sia legislative che presidenziali.

Le conclusioni di questo rapporto indicano alcuni punti, alcune criticità, che si ripetono in tutte le elezioni in Bulgaria. Si tratta di aspetti della legislazione elettorale che il rapporto suggerisce vadano affrontati, migliorati e risolti. Mi riferisco alla trasparenza riguardo alla proprietà dei media, alla concreta ed efficace possibilità di effettuare ricorso, ai criteri di distribuzione dei seggi elettorali all’estero, alla partecipazione dei cittadini bulgari appartenenti a diverse minoranze etniche, al divieto di fare campagna elettorale in una lingua diversa dal bulgaro.

Questi aspetti sono stati già più volte in passato, in precedenti elezioni, evidenziati dalla Commissione di Venezia. Sono segnalazioni che si ripetono nei rapporti delle ultime tornate elettorali. Ricordo che la Bulgaria ha tenuto elezioni per sei volte dal 2013 ad oggi.

Il mio appello è quindi al nuovo parlamento, che si sta insediando o si è appena insediato, affinché intervenga e affronti queste segnalazioni aggiornando la legislazione elettorale opportunamente e con l’auspicio, quindi, di non dover rileggere queste criticità in futuri report delle successive elezioni.

Florian KRONBICHLER (Italia, SOC / SOC)
(Doc. 14287)

Io ringrazio sinceramente il collega Andrej HUNKO per aver portato all’ordine del giorno questo rapporto che poi è una mozione.

La questione della diseguaglianza è il tema politico dei nostri giorni. Non c’è tema uguale a questo e se c’è, è facile ricondurlo a un tema della diseguaglianza, diseguaglianza economica per prima. Non bisogna neanche scomodare il problema di questi giorni che è quello delle grandi migrazioni. È una verità ormai incontestabile anche nei paesi a economia forte: i redditi delle classi medio-basse non si muovono e se si muovono, si muovono piuttosto verso il basso.

La politica si deve svegliare: ci vuole una nuova politica dei redditi. Troppo a lungo la discussione sociale si è fermata al problema di chi non ha alcun reddito, cioè di chi non ha lavoro. Ci si è addormentati sull’illusione che il posto di lavoro sia uguale a reddito. No: il reddito a troppi non basta più. Sono troppi i paesi che tuttora non hanno nemmeno un reddito minimo. Fra questi, c’è il mio paese, l’Italia. Non abbiamo un reddito minimo, abbiamo solo una bella parola per esso: reddito di cittadinanza, che altrove significa ormai tutt’altra cosa. Ma non c’è solo il problema di chi ha troppo poco in assoluto: c’è la questione della grandissima parte della società o delle società che hanno troppo poco in relazione a chi ha troppo.

Oltre il problema sociale si pone un grandissimo problema morale: è un tema morale, e quindi politico, la vergognosa differenza fra i redditi. Vanno combattuti certi introiti smisurati ai quali si è già fatto allusione negli interventi che mi hanno preceduto. Come il collega, il compagno HUNKO, ha giustamente detto: le diseguaglianze economiche mettono paurosamente a rischio la democrazia. Aggiungo: la democrazia è la pace. La democrazia è la pace in tutte le sue esplicazioni. E quindi, salvaguardare questi valori è uno dei compiti primari più nobili di questo Consiglio d’Europa e della sua Assemblea Parlamentare.