IT17CR17

AS (2017) CR 17
Versione provvisoria

SESSIONE ORDINARIA 2017

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(Seconda parte)

ATTI

Della quindicesima seduta

Giovedì 27 aprile 2017, ore 15.30

DISCORSI PRONUNCIATI IN ITALIANO

Adele GAMBARO (Italia, ADLE / ALDE)
(Doc. 14260)

Grazie Presidente,

Care colleghe e cari colleghi, a nome mio e del Gruppo ALDE accogliamo con grande apprezzamento la stesura di questo progetto di risoluzione, in quanto pensiamo sia di grande attualità e di grande interesse. Ci congratuliamo quindi con il relatore, il collega Signor GHILETCHI, perché pensiamo che questo progetto abbia infatti un’importanza sociale di forte rilevanza poiché sollecita gli Stati membri del Consiglio d’Europa ad assicurare, proprio in un’epoca di spinosa differenziazione culturale, religiosa ed etica, la tutela di ogni minoranza in qualsivoglia manifestazione, nei limiti del rispetto delle legislazioni nazionali.

Le ultime terribili notizie di cronaca, che riguardano proprio i contrasti religiosi tra minoranze e maggioranze, ci spingono in questa direzione. Pertanto, l’evidenza dei problemi reali rende necessario l’impegno per gli Stati membri alla salvaguardia e alla tutela dei principi ineludibili, sanciti nella Convenzione europea dei diritti umani, principi che spingono gli Stati a difendere l’educazione e la formazione pluralista in ogni sua forma. La tematica dei diritti delle minoranze religiose è stata trattata a più riprese da questa Assemblea: si tratta infatti di un tema legato alla ricchezza di diversità del nostro continente, una ricchezza da preservare, un patrimonio per il mondo intero.

Cari colleghe e care colleghi, la diversità presenta un arricchimento e non un problema. La diversità permette agli individui di realizzarsi insieme e per la comunità di appartenenza. Vediamo che l’assenza di libertà per tante minoranze religiose e la discriminazione nei loro confronti sono all’ordine del giorno in tante regioni fuori dal nostro continente. Ma anche in Europa, i rischi di cedere ad una illiberale posizione della maggioranza sono dietro l’angolo, come abbiamo visto ieri in quest’aula, parlando dell’aumento del razzismo e del discorso di odio. Adottando quindi questa risoluzione e questa raccomandazione, manderemo un chiaro segnale non solo a tutti i nostri concittadini ma anche al mondo intero che guarda l’Europa come ad un modello di convivenza pluralista e pacifica nella libertà.

Annuncio quindi il voto favorevole del Gruppo ALDE.

Grazie.

Sergio DIVINA (Italia, NR / NI)
(Doc. 14260)

Grazie Presidente.

Devo dire al collega GHILETCHI che la risoluzione e il documento che ci propone sono totalmente condivisibili. Nel dire questo, però, vorrei esprimere qualche perplessità. Ho qualche dubbio a staccare un assegno in bianco, e vado a spiegarmi, tranquillamente, senza rientrare sull’argomento che ha toccato la collega che ha appena finito di parlare.

Noi viviamo in Europa, in un paese che è la patria della tutela dei diritti e delle libertà, della tolleranza. Diciamo che tranne pochi aspetti che secondo me sono abusi che ci saranno dappertutto, possiamo dire che qua esiste un diritto per tutte le minoranze. Dov’è che avvengono, o non avvengono, i rispetti delle minoranze, anzi, a volte avvengono anche delle atrocità? Non sono paesi probabilmente che appartengono a questo Consiglio.

Scene di devastazioni di luoghi di culto ne abbiamo viste di recente in modo esagerato, fino ad arrivare anche a violenze contro le persone per motivi religiosi. Come europei abbiamo fatto un tentativo di scrivere una Carta costituzionale e in essa avevamo provato a inserire anche un preambolo. E nel preambolo si parlava di radici giudaico-cristiane. Si è deciso di non inserirlo – dopo è fallito l’intero progetto – per non ferire la sensibilità di persone che vivono in Europa ma che potrebbero avere culture, storie, provenienze e soprattutto religioni diverse dalla maggioritaria europea.

Bene, il nostro principale motto del cristianesimo è “porgi l’altra guancia”, cioè la totalità della tolleranza: “porgi l’altra guancia!” Questa tolleranza, dobbiamo anche essere onesti nel dirlo, non è univoca per tutte le religioni. Io parlo dell’integralismo islamico che addirittura è combattuto da loro stessi all’interno della loro cultura. Ricordo ai colleghi che la Turchia, che è un paese che è per il 98% musulmano, non lascia la libertà totale di predicare. C’è un dipartimento del Ministero degli Interni che verifica ciò che viene predicato nei luoghi religiosi, nelle moschee. Censura od approva? Perché, quando noi pretendiamo la stessa cosa in Europa per controllare gli abusi, questo sembra non sia possibile perché sembra una mancanza di rispetto verso queste persone.

Abbiamo visto - perché non possiamo nasconderci - anche predicare odio nei luoghi di culto. Noi speriamo che siano cose da evitare, che siano dei casi isolati ma ci sono stati e sono stati condannati dai vari tribunali, dove è possibile imputare qualcosa in merito.

Ecco, io vorrei non continuare su un binario a senso unico, nel senso che noi europei, con la nostra cultura e tolleranza, vogliamo garantire i diritti e le massime libertà a tutti, ma non c’è assoluta reciprocità in quei paesi in cui, lì veramente, bisognerebbe pretendere parità e sollevare tutte le obiezioni perché magari le nostre religioni, in quei paesi, non hanno la minima possibilità di esplicarsi, la minima libertà. Anzi, di violenze ne abbiamo viste fin troppe.

Grazie.

Florian KRONBICHLER (Italia, SOC / SOC)
(Doc. 14260)

Grazie Presidente,

Caro collega GHILETCHI, ti sono grato per aver portato la questione religiosa agli onori di questo dibattito in quest’Assemblea parlamentare che rivendica di essere tutrice dei diritti umani e dei valori democratici in generale. Il rapporto tra politica e religione, tra Stato e Chiesa, ha bisogno di essere perennemente tema di discussione. Discussioni anche controverse, perché è un rapporto non statico, mai definito una volta per tutte. È un rapporto in progress: la politica cambia, le religioni cambiano e cambia il rapporto fra essi. Quindi, grazie Signor GHILETCHI per averci dato l’opportunità di discuterne.

Ma qui mi fermo nelle mie espressioni di apprezzamento. Voterò contro la mozione su cui abbiamo da esprimerci. Mi sono espresso contrario già in Commissione uguaglianza e non discriminazione, così come abbiamo votato stamattina, a grande maggioranza, contro tutte le proposte di emendamento perché sarebbero state ulteriormente peggiorative. Staremo mettendo a disposizione lo Stato laico, che è un bene altrettanto alto e importante quanto lo Stato di diritto e lo Stato sociale.

Abbiamo a che fare, purtroppo con grandi fraintendimenti riguardo allo Stato laico e allo stesso concetto di “laico” e di “laicità”. “Laico” e “Stato laico” non sono necessariamente in rapporto solo alla religione, e il loro contrario non è necessariamente “clericale”. Spesso “laico” va confuso con “laicista”, ed è tutt’altra cosa. A differenza dello Stato laicista, di cui ci hanno parlato i colleghi francesi, nello Stato laico la religione non è affatto relegata alla sfera privata. Io, da appartenente alla minoranza linguistica tedesca in Italia, lamento con frequenza il fatto che non esista nella pur ricca lingua tedesca una parola appropriata per “laico”. Il più delle volte lo scambiano con “laicista” che è altra cosa. Lo Stato italiano, come la maggior parte degli Stati europei, si ritiene uno Stato laico e certo non laicista. Nello Stato laico le religioni non hanno niente da temere, nessuna religione e tanto meno le minoranze religiose. Lo Stato veramente laico non conosce maggioranze, né minoranze religiose. Le rispetta e le tratta alla stessa maniera, alla stessa stregua. Se non lo fa, non è Stato laico. A dimostrazione, porto l’esempio italiano: nelle file dei nostri presidenti della Repubblica, si sono susseguiti, notoriamente, presidenti credenti e presidenti dichiaratamente non credenti. Fra essi, in caso di dubbio, i credenti praticanti si sono dimostrati sempre i più laici.

Grazie