IT18CR03ADD1
AS (2018) CR 03
Addendum 1
Versione provvisoria
SESSIONE ORDINARIA 2018
________________
(Prima parte)
ATTI
Della terza seduta
Marted́ 23 gennaio 2018, ore 10.00
DISCORSI IN ITALIANO NON PRONUNCIATI
Tamara BLAZINA (Italia, SOC / SOC)
(Doc. 14466)
Il tema della risoluzione che oggi abbiamo in esame permane di grande attualità nei singoli Stati come anche nei diversi organismi europei.
La nostra attenzione è rivolta in particolare all'attuazione della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie; stiamo parlando in senso ampio della tutela del pluralismo linguistico come valore culturale e politico. Sono convinta che la presenza nei singoli Paesi di gruppi di lingua e cultura diversa da quella maggioritaria debba rappresentare per tutti una ricchezza, un valore aggiunto. Perciò è necessario valorizzare questa diversità ed evitare qualsiasi possibile omologazione.
Rispettare le differenze di lingue e culture vuole dire non solo rispettare le comunità di riferimento, ma anche le persone che di queste specificità sono portatrici. Perciò il diritto all'uso della propria lingua madre nella sfera privata e in quella pubblica si colloca tra i diritti fondamentali dell'uomo, cioè in quell’ampia sfera dei diritti universalmente riconosciuti e irrinunciabili, che vanno garantiti e tutelati. In questo senso compromettere la libertà di uso di una lingua, significa in qualche modo, attentare all'integrità delle persone. Tutelarla non vuole dire solo conservarla e proteggerla, ma svilupparla, valorizzarla e permetterne l'utilizzo in ogni ambito. Ed è per questo che la Carta rappresenta ad oggi uno dei documenti ufficiali europei più avanzati in materia. Essa abbraccia infatti tutti gli aspetti della questione ed in particolare tocca tutti i settori in cui la lingua minoritaria andrebbe sostenuta: insegnamento, giustizia, media, pubblica amministrazione, attività culturali, vita economica e sociale.
Ritengo pertanto importante che questa Assemblea riaffermi il proprio convinto impegno per fare ratificare la Carta ai Paesi che non l'hanno ancora fatto ed anche affinché la ratifica non resti un mero atto formale.
Vorrei concludere con un accenno all’Italia; lo faccio con cognizione di causa, in quanto io stessa appartengo ad una minoranza nazionale, quella slovena, che sta ancora attendendo un pieno riconoscimento della propria lingua. L'Italia fa parte dei Paesi che hanno firmato la Carta (già nel 2000), ma purtroppo ancor oggi il Parlamento non l’ha ratificata nonostante i molteplici tentativi in questo senso. Nel contempo però va anche detto che l'Italia si è comunque dotata di leggi specifiche che vanno nella direzione indicata dalla Carta.
Concludo auspicando che il processo di tutela delle lingue regionali e minoritarie si possa ulteriormente rafforzare e diffondere a tutti i Paesi del Consiglio d'Europa, convinta che ciò significhi di fatto applicare con maggiore efficacia i principi di eguaglianza e libertà. Un significativo contributo in tal senso ci può arrivare anche dalla campagna europea Minority Safe Pack.